Il giornale su cui Elkann, a nome della stessa Fiat, è salito dal 10 al 20%.
La Boldrini è finita nle gruppo dei divisivi, gli ostili alle larghe intese.
Che poi la fiat in Italia stia chiudendo gli stabilimenti, sfruttando la cassa integrazione che in questo momento è pure più conveniente, che sia ai minimi storici in quanto vendite e produzione, che le promesse di Marchionne siano state disattese, che la Consulta ha dato ragione alla Fiom (per comportamento antisindacale), è cosa di poca importanza.
Chissà che si saranno detti Elkann e Napolitano al telefono.
Luciano Gallino, intervistato sul Fatto Quotidiano:
NESSUN GIORNALE, nemmeno il Corriere della Sera, vale uno o due milioni di automobili con l’indotto di stipendi che si portano dietro”. Il sociologo Luciano Gallino è scettico, ma non sorpreso dalla decisione di John Elkann di scalare Rcs: “Non mi pare strano, è più o meno quello che hanno sempre fatto i grandi gruppi industriali”.
Cioè?
Estendere la propria capacità comunicativa. Lo fanno in tutti i paesi del mondo e la stessa Fiat l’ha fatto finora con La Stampa.
Questo, però, avviene mentre la presenza industriale in Italia va spegnendosi.
È il risultato prevedibile delle azioni della stessa famiglia Agnelli, non si tratta di un incidente di percorso: da anni dimostra che al fatto di produrre automobili in Italia non tiene molto.
Parla degli anni di Marchionne?
I numeri sono implacabili: nel 2004, quando l’ad è arrivato a Torino, l’Italia era al secondo o terzo posto nella produzione di automobili in Europa, oggi è al nono dopo Repubblica Ceca e Polonia. Un declino marcato, anche se l’azienda si consolida all’estero.
E non c’è da rallegrarsi.
Non c’è niente di cui gioire se Fiat va bene in Turchia o in Brasile mentre posti di lavoro e interi siti produttivi scompaiono in Italia: Pomigliano dimezzato, Termini sta per chiudere, a Mirafiori si lavora una settimana al mese. Tanto paga l’Inps....
Non solo la produzione declina in Italia, anche la figura di Marchionne.
Ha tirato la corda e ha sbattuto la faccia.
Boldrini che si rifiuta di visitare lo stabilimento in Val di Sangro, la Consulta dà ragione alla Fiom...
Marchionne sembrava sostenere che l’azienda possedesse i sindacati, ma in questo paese c’è ancora una Costituzione e un certo numero di persone pronte a farla valere.
E ora che succede?
Servirebbe una legge sulla rappresentanza sindacale. Certo si aprirebbero altri problemi.
A cosa si riferisce?
Alle pressioni che possono arrivare sulla politica. La Fiom avrà modo di farsi valere in Parlamento, ma pure la Fiat. Ora con due giornali poi...
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