22 novembre 2013

Servizio pubblico - la congiura degli innocenti

Questo governo è "splendido splendente", come la canzone della Rettore: l'unico soluzione possibile per uscire dalla crisi.
Ma mentre Letta è splendido splendente, ancora non si sono trovati i soldi per la seconda rata dell'Imu, i fondi per abbassare le tasse sul lavoro sono insufficienti e allora via con le privatizzazioni e i tagli alla spesa.
In bocca al lupo.



Nel frattempo il paese, cioè noi, abbiamo bisogno di risposte adesso: chi critica il ministro della repubblica Cancellieri non lo fa perché vuole complottare contro il governo, dunque contro il paese.
Chi critica, lo fa forse perché è in quella parte del paese di cui fin'ora la politica non si è occupata: non solo i Ligresti, i Berlusconi (e i figli perseguitati come gli ebrei), le banche e i banchieri.

Sono i disoccupati, gli esodati, le persone senza cure mediche, gli imprenditori strozzati dalla crisi e dalle banche. I "tutti", come li ha definiti nella sua copertina Santoro, citando il libro di Francesco Piccolo. Quelli che oggi pagano la crisi causata anche dai Ligresti.

La colpa per le sconfitte non è della classe dirigente e politica: è colpa dei complotti.

Nella puntata di ieri di Servizio pubblico si è parlato dell'emergenza in Sardegna e della crisi delle piccole imprese nel nord: il primo servizio di Giulia Innocenzi era proprio dedicato alla Manufat, un'azienda tessile di Inverigo oggi chiusa.



Per colpa delle scelte industriali fatte, dice il proprietario, che ha pagato la scelta di mantenere la produzione di capi tessili in Italia. E calando la domanda, per la crisi delle famiglie che non possono spendere, sono iniziati i problemi. Problemi accentuati da Equitalia e dalle banche che hanno chiuso i rubinetti del credito.

Certo, va aggiunto (e il proprietario non l'ha detto) che la Manufat era in crisi da tempo e la Cassa integrazione è iniziata molti anni fa.
Una delle operaie, in attesa di stipendi arretrati, ad un certo punto se ne è uscita con una frase che dovrebbe far riflettere tutti: "ma cosa è valso essere stati onesti per tutti questi anni?".

Non è una frase da sottovalutare: perché dobbiamo continuare a rispettare le leggi, a pagare le tasse, a rispettare le istituzioni?
Per un ministro vicino alla famiglia Ligresti?
Per un ministro che non sapeva quello che l'ambasciatore Kazako faceva dentro il suo ministero?

Per un governo che non sa dare risposte ora e adesso alle persone in Sardegna: di chi è la colpa dell'alluvione, della devastazione, delle morti?
Di giove pluvio? O dei politici e amministratori che hanno permesso i condoni edilizi, l'edificazione su aree a rischio (le paludi attorno ad Ostia), la cementificazione delle coste, in Sardegna e anche nel resto dell'Italia?

E la crisi di oggi, è solo una finanziaria mondiale o è anche una crisi etica e morale: per anni, ha spiegato nel suo intervento Landini, abbiamo abituato le persone che bisognava fare i furbi, non pagare le tasse, che si avanzava grazie a spintarelle e amicizie.

Gli ospiti in studio erano il sindacalista Landini e i due politici, Salvini e Cuperlo.
Tutti d'accordo: bisogna cambiare le cose. Per l'esponente della Lega la colpa era dell'euro e dell'unione europea.
Cuperlo ha parlato della necessità di investimenti pubblici da usare per la messa in sicurezza del territorio.
Da dove prendiamo i soldi? Qui cuperlo, come anche Renzi la settimana scorsa, è stato vago. 5 miliardi li possiamo prendere dal patto di stabilità, che andrebbe tolto.
Lo hanno chiesto sia cuperlo (http://www.serviziopubblico.it/puntate/2013/11/21/news/la_crisi_della_domanda.html?cat_id=10) che Salvini, che però si dimentica che era al governo quando Tremonti fece questa legge.

Certo è che ora Letta deve fare cassa: vendendo quote di società partecipate, come Eni e Terna. Col rischio, come ha spiegato Dragoni (http://www.serviziopubblico.it/puntate/2013/11/21/news/privatizzazioni_chi_aiutano.html?cat_id=10), che poi lo stato ci rimetterà perdendo i dividendi.
Ma servono soldi, ora, per le promesse elettorali.
Nel frattempo che si metteranno d'accordo, rimane la domanda: "a cosa è servita la mia onestà?".

Bella domanda, specie quando poi scopri che questo governo, quello splendido splendente, ha appena fatto uscire un emendamento per la cementifazione attorno agli stadi (la legge stadi, di cui il ministro Orlando non sapeva nulla). Come se la cura del cemento non avesse già fatto abbastanza danni.

L'alluvione in Sardegna



L'intervento di Travaglio: Napo orso capo

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