Pochi minuti prima dell'inizio della puntata
di Servizio Pubblico, Pippo Civati sfidava Renzi a fare dei
dibattiti pubblici, magari in giro per l'Italia.
In studio Renzi non ha toccato l'argomento, sebbene sia stato
capace di riempire lo studio grazie alle sue doti oratorie: il futuro
del governo e le riforme, la questione Cancellieri, il caos delle
tessere nel suo partito. È stato bravissimo a scansare certe domande
(che è poi quello che Crozza ha accentuato nella sua imitazione). Se
fossi un deputato, avrei votato per le dimissioni. Allora i renziani
voteranno assieme al M5S che presenterà una mozione di sfiducia? Non
è dato di capire.
Della questione Cancellieri ha parlato anche Santoro nella
copertina, con la canzone parodia di Proietti “nun me rompe
ercà ...”.
Il ministro era stato fin'ora uno dei meno chiacchierati, e che si
è difesa in aula parlando di umanità, sorvolando su alcuni
particolari. La telefonata il giorno degli arresti. Il rapporto del
figlio con l'azienda Fonsai: è stato il figlio che, arrivato in
azienda su indicazione di Mediobanca, ha scoperto il buco nei conti e
che poi se ne è andato con una buonuscita da 3,5 milioni.
Se è in gioco il prestigio delle istituzioni, in uno stato
democratico ci si fa da parte. Qui succede il contrario, nessuno se
ne va: Napolitano, Amato, Cancellieri, Alfano.
E allora non
lamentiamoci se i giovani se ne vanno dall'Italia con le parole di
Proietti “nun me rompe ercà ...”.
Che
poi sono i nostri giovani laureati che si ritrovano a Londra, dove
sono emigrati per poter trovare un lavoro e aspirare ad una carriere.
Guarda caso a Londra si trova anche il nostro ministro al Tesoro
Saccomanni nel tentativo di vendere i pezzi pregiati dell'Italia agli
stranieri per fare cassa e abbattere il debito.
La posizione del PD sul caso
Cancellieri: che crei imbarazzo quello che è successo, lo si
capisce dalle non risposte dei deputati PD interpellati da
Bertazzoni. Cuperliani, lettiani, renziani .
Nel paese
reale, a Poggioreale: quanta gente non conosce il numero del
ministro, erano tutte donne in fila davanti il portone del carcere
napoletano. Anche loro scontano una pena, forse meno pesante di chi
sta dentro. Una pena per lo stress, gli spintoni, l'attesa di una
visita. E chi sta dentro paga la pena per la detenzione e anche per
la detenzione in un carcere italiano.
Dove l'emergenza carceri è
tirata fuori solo quando fa comodo per qualche potente incappato
nelle maglie della giustizia.
In studio, oltre all'ospite Renzi,
anche il giornalista Belpietro e il filosofo Cacciari.
Il
candidato alle primarie ha espresso la sua contrarietà a
provvedimenti di amnistia e indulto, per risolvere la questione
carceri: bisognerebbe prima pensare a riformare le leggi come la Fini
Giovanardi, la Bossi Fini, la custodia cautelare.
Inaccettabile che il caso Cancellieri
sia finito così: se fossi il segretario del PD non l'avrei difesa,
perché doveva dimettersi.
Mi scandalizza la prima telefonata,
quella dove dice che così non va bene, riferendosi agli arresti.
Il
caso Ligresti – ha continuato Renzi – riguarda un'azienda usata
come bancomat, di stipendi milionari: Isvap (o Ivass), Consob, i
giornali, cosa hanno fatto?
Più che del singolo caso Cancellieri,
Renzi vorrebbe occuparsi del sistema capitalistico italiano, dove è
tutto intrecciato. Banche, finanza, giornali, politica.
Aziende
che poi, anziché aprirsi al mercato con le privatizzazioni, vengono
spolpate dall'interno: il sindaco ha citato i casi Telecom e
Alitalia.
Il PD deve far valere la legge, che sia uguale per
tutti.
Belpietro
ha risposto come per lui il caso non sia ancora chiuso. E che quando
si parla di intrecci banche politica bisognerebbe ricordare i casi
come Chiamparino che da sindaco è diventato presidente di una
fondazione bancaria.
Ma poi Belpietro si dimentica i casi
Verdini (banchiere e politico) o Passera (banchiere ma ben dentro le
operazioni di sistema di Berlusconi) o anche Ponzellini (il banchiere
della Lega).
Renzi e Belpietro si sono scontrati sul
caso Alitalia e la vendita ad Air France sfumata nel 2008: non
solo la CGIL di Epifani si oppose alla vendita, anche Berlusconi
giocò la carta dell'italianità in campagna elettorale, tirando
fuori dal cilindro la cordata dei capitani coraggiosi. Riva, Ligresti
…
In seguito è intervenuto
Cacciari,
un po' sconsolato (forse per il dover risentire certi discorsi) :
“do atto a Renzi di essere innocente perché non ha collaborato
allo sfascio del sistema”.
Attaccano
la Cancellieri per indebolire Letta e Renzi preferirebbe fare le
primarie per il ruolo di premier ma è una strada stretta, perché se
il governo Letta cade, sarebbe una tragedia per il paese.
Renzi
ha risposto dicendo che il 2014 sarà l'anno della verità sul
governo: vedremo se riuscirà a fare le riforme o se è tutto un
bluff.
Se vinco le primarie, ha promesso, vado nella terra dei
fuochi in Campania a riprendermi quei territori.
Che poi è
quello che ha fatto Berlusconi dopo aver vinto le elezioni nel 2008:
si è presentato a Napoli dove ha spostato con l'esercito la
monezza.
In Italia non abbiamo bisogno solo di bei gesti, ma anche
di azioni concrete: troverà Renzi i soldi per le bonifiche in
Campania? E a Mantova? A Taranto? A Brescia per la Caffaro?
..
Travaglio: le
bugie della Cancellieri
Il ministro nella prima
telefonata non sapeva dell'anoressia di Giulia Ligresti.
Il
ministri giudica gli arresti “non giusti”, “non si fa così”:
non conoscendo le carte giudica, da ministro, l'azione di
magistrati.
I rapporti con Ligresti: ci sono una serie di casi
strani, che riguardano le date della sua nomina come commissario a
Parma (dopo la cessazione del lavoro di commissario a Bologna),
l'ingresso del figlio in Fonsai.
Cosa penseranno ora gli italiani,
se il ministro dovesse promuovere una riforma della custodia
cautelare che esclude il carcere per frode e corruzione?
L'intervista di Ruotolo a
Federico Bianchessi: la
viceprefetto pr dei Ligresti.
Cacciari
– Renzi e il futuro PD: Travaglio
aveva chiesto al sindaco se avesse votato col M5S sulla sfiducia al
ministro. Renzi ha parzialmente eluso la risposta, spiegando come il
voto in aula si sia deciso democraticamente nel partito. Non mi
interessa il caso in sé, piuttosto eliminare gli intrecci tra
finanza e politica.
E alla domanda se sia un dramma andare ad
elezioni subito, ha preferito rispondere tirando in ballo la legge
elettorale, che gli ultimi governi (e i rispettivi parlamenti) non
hanno riformato.
Cacciari non vede Renzi capace di riformare
questo PD, diviso in correnti. “Sono 25 anni che sento
parlare di queste cose”, è
sbottato ad un certo punto, quando si è tirato in ballo anche la
riforma delle Camere.
Se cade Letta, si sfascia anche
il PD perché sono sulla stessa barca.
Vedremo se il governo
sta bluffando, ma vedremo anche se i renziani stanno bluffando: visto
che alla fine anche loro votano come dice il partito. Sono sempre
pronti a spostarsi dalla linea governativa, delle larghe intese, ma
alla fine votano come dice il partito.
A proposito di intrecci politica
finanza, Travaglio
(ma anche Cacciari) ha ricordato come questi ci siano in tutto il
mondo: solo che nelle altre democrazie c'è lo stato. Ci sono
prefetti, autorità di controllo, giornali, ministri che controllano.
In Italia ci sono controllori
nominati dai politici che poi hanno rapporti con banche e finanza,
per farsi gli affari di bottega.
La paura di perdere l'italianità
delle aziende che poi finiscono all'estero nasce dal fatto che poi
non possono nominare le persone nelle poltrone, perdono la
possibilità di prendere i finanziamenti privati da queste aziende.
L'alitalia in mani francesi, darà soldi a politici italiani?
Rimane da capire quale sia la
linea di Renzi sul lavoro, sul fisco, sulla politica industriale,
sulla lotta alla corruzione e all'evasione.
Torniamo
agli italiani a Londra: qui
Giulia Innocenzi ha
incontrato il
ministro Saccomanni, nel suo tour per invogliare i mercati a
investire in Italia (marketing istituzionale si dice). E i
mercati, per voce dei giornalisti economici, chiedono all'Italia le
riforme che ora vediamo in Grecia.
E Saccomanni parla proprio di
privatizzazioni (la Rai) e di dismissioni di beni pubblici (che
verranno venduti o svenduti, visto il momento dei mercati?).
Da
quanti anni sentiamo queste ricette?
I mercati vogliono meno
debito, certo, ma anche più flessibilità sul mondo del lavoro. E i
mercati pensano che Letta non abbia la forza di fare queste
riforme.
Così
flessibile è il mondo del lavoro in Italia, che molti neolaureati se
ne vanno dall'Italia. Alcuni proprio a Londra dove forse, farsi un
futuro di crescita (e non di precariato perenne) è
possibile.
L'intervento
di Gianni Dragoni:
Ligresti il grande assicuratore, ma non dei risparmiatori ..
Lo scontro Belpietro Renzi
sulle pensioni:
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Mi raccomando, siate umani