08 novembre 2013

Servizio pubblico – leader adesso

Pochi minuti prima dell'inizio della puntata di Servizio Pubblico, Pippo Civati sfidava Renzi a fare dei dibattiti pubblici, magari in giro per l'Italia.

In studio Renzi non ha toccato l'argomento, sebbene sia stato capace di riempire lo studio grazie alle sue doti oratorie: il futuro del governo e le riforme, la questione Cancellieri, il caos delle tessere nel suo partito. È stato bravissimo a scansare certe domande (che è poi quello che Crozza ha accentuato nella sua imitazione). Se fossi un deputato, avrei votato per le dimissioni. Allora i renziani voteranno assieme al M5S che presenterà una mozione di sfiducia? Non è dato di capire.


Della questione Cancellieri ha parlato anche Santoro nella copertina, con la canzone parodia di Proietti “nun me rompe ercà ...”.





Il ministro era stato fin'ora uno dei meno chiacchierati, e che si è difesa in aula parlando di umanità, sorvolando su alcuni particolari. La telefonata il giorno degli arresti. Il rapporto del figlio con l'azienda Fonsai: è stato il figlio che, arrivato in azienda su indicazione di Mediobanca, ha scoperto il buco nei conti e che poi se ne è andato con una buonuscita da 3,5 milioni.




Se è in gioco il prestigio delle istituzioni, in uno stato democratico ci si fa da parte. Qui succede il contrario, nessuno se ne va: Napolitano, Amato, Cancellieri, Alfano.

E allora non lamentiamoci se i giovani se ne vanno dall'Italia con le parole di Proietti “nun me rompe ercà ...”.
Che poi sono i nostri giovani laureati che si ritrovano a Londra, dove sono emigrati per poter trovare un lavoro e aspirare ad una carriere. Guarda caso a Londra si trova anche il nostro ministro al Tesoro Saccomanni nel tentativo di vendere i pezzi pregiati dell'Italia agli stranieri per fare cassa e abbattere il debito.



La posizione del PD sul caso Cancellieri: che crei imbarazzo quello che è successo, lo si capisce dalle non risposte dei deputati PD interpellati da Bertazzoni. Cuperliani, lettiani, renziani .


Nel paese reale, a Poggioreale: quanta gente non conosce il numero del ministro, erano tutte donne in fila davanti il portone del carcere napoletano. Anche loro scontano una pena, forse meno pesante di chi sta dentro. Una pena per lo stress, gli spintoni, l'attesa di una visita. E chi sta dentro paga la pena per la detenzione e anche per la detenzione in un carcere italiano.
Dove l'emergenza carceri è tirata fuori solo quando fa comodo per qualche potente incappato nelle maglie della giustizia.



In studio, oltre all'ospite Renzi, anche il giornalista Belpietro e il filosofo Cacciari.


Il candidato alle primarie ha espresso la sua contrarietà a provvedimenti di amnistia e indulto, per risolvere la questione carceri: bisognerebbe prima pensare a riformare le leggi come la Fini Giovanardi, la Bossi Fini, la custodia cautelare.

Inaccettabile che il caso Cancellieri sia finito così: se fossi il segretario del PD non l'avrei difesa, perché doveva dimettersi.

Mi scandalizza la prima telefonata, quella dove dice che così non va bene, riferendosi agli arresti.

Il caso Ligresti – ha continuato Renzi – riguarda un'azienda usata come bancomat, di stipendi milionari: Isvap (o Ivass), Consob, i giornali, cosa hanno fatto?


Più che del singolo caso Cancellieri, Renzi vorrebbe occuparsi del sistema capitalistico italiano, dove è tutto intrecciato. Banche, finanza, giornali, politica.

Aziende che poi, anziché aprirsi al mercato con le privatizzazioni, vengono spolpate dall'interno: il sindaco ha citato i casi Telecom e Alitalia.
Il PD deve far valere la legge, che sia uguale per tutti.

Belpietro ha risposto come per lui il caso non sia ancora chiuso. E che quando si parla di intrecci banche politica bisognerebbe ricordare i casi come Chiamparino che da sindaco è diventato presidente di una fondazione bancaria.

Ma poi Belpietro si dimentica i casi Verdini (banchiere e politico) o Passera (banchiere ma ben dentro le operazioni di sistema di Berlusconi) o anche Ponzellini (il banchiere della Lega).

Renzi e Belpietro si sono scontrati sul caso Alitalia e la vendita ad Air France sfumata nel 2008: non solo la CGIL di Epifani si oppose alla vendita, anche Berlusconi giocò la carta dell'italianità in campagna elettorale, tirando fuori dal cilindro la cordata dei capitani coraggiosi. Riva, Ligresti …


In seguito è intervenuto Cacciari, un po' sconsolato (forse per il dover risentire certi discorsi) : “do atto a Renzi di essere innocente perché non ha collaborato allo sfascio del sistema”.

Attaccano la Cancellieri per indebolire Letta e Renzi preferirebbe fare le primarie per il ruolo di premier ma è una strada stretta, perché se il governo Letta cade, sarebbe una tragedia per il paese.

Renzi ha risposto dicendo che il 2014 sarà l'anno della verità sul governo: vedremo se riuscirà a fare le riforme o se è tutto un bluff.
Se vinco le primarie, ha promesso, vado nella terra dei fuochi in Campania a riprendermi quei territori.

Che poi è quello che ha fatto Berlusconi dopo aver vinto le elezioni nel 2008: si è presentato a Napoli dove ha spostato con l'esercito la monezza.
In Italia non abbiamo bisogno solo di bei gesti, ma anche di azioni concrete: troverà Renzi i soldi per le bonifiche in Campania? E a Mantova? A Taranto? A Brescia per la Caffaro? ..

Travaglio: le bugie della Cancellieri


Il ministro nella prima telefonata non sapeva dell'anoressia di Giulia Ligresti.

Il ministri giudica gli arresti “non giusti”, “non si fa così”: non conoscendo le carte giudica, da ministro, l'azione di magistrati.
I rapporti con Ligresti: ci sono una serie di casi strani, che riguardano le date della sua nomina come commissario a Parma (dopo la cessazione del lavoro di commissario a Bologna), l'ingresso del figlio in Fonsai.


Cosa penseranno ora gli italiani, se il ministro dovesse promuovere una riforma della custodia cautelare che esclude il carcere per frode e corruzione?





L'intervista di Ruotolo a Federico Bianchessi: la viceprefetto pr dei Ligresti.






Cacciari – Renzi e il futuro PD: Travaglio aveva chiesto al sindaco se avesse votato col M5S sulla sfiducia al ministro. Renzi ha parzialmente eluso la risposta, spiegando come il voto in aula si sia deciso democraticamente nel partito. Non mi interessa il caso in sé, piuttosto eliminare gli intrecci tra finanza e politica.
E alla domanda se sia un dramma andare ad elezioni subito, ha preferito rispondere tirando in ballo la legge elettorale, che gli ultimi governi (e i rispettivi parlamenti) non hanno riformato.

Cacciari non vede Renzi capace di riformare questo PD, diviso in correnti. “Sono 25 anni che sento parlare di queste cose”, è sbottato ad un certo punto, quando si è tirato in ballo anche la riforma delle Camere.


Se cade Letta, si sfascia anche il PD perché sono sulla stessa barca.


Vedremo se il governo sta bluffando, ma vedremo anche se i renziani stanno bluffando: visto che alla fine anche loro votano come dice il partito. Sono sempre pronti a spostarsi dalla linea governativa, delle larghe intese, ma alla fine votano come dice il partito.


A proposito di intrecci politica finanza, Travaglio (ma anche Cacciari) ha ricordato come questi ci siano in tutto il mondo: solo che nelle altre democrazie c'è lo stato. Ci sono prefetti, autorità di controllo, giornali, ministri che controllano.
In Italia ci sono controllori nominati dai politici che poi hanno rapporti con banche e finanza, per farsi gli affari di bottega.
La paura di perdere l'italianità delle aziende che poi finiscono all'estero nasce dal fatto che poi non possono nominare le persone nelle poltrone, perdono la possibilità di prendere i finanziamenti privati da queste aziende. L'alitalia in mani francesi, darà soldi a politici italiani?


Rimane da capire quale sia la linea di Renzi sul lavoro, sul fisco, sulla politica industriale, sulla lotta alla corruzione e all'evasione.


Torniamo agli italiani a Londra: qui Giulia Innocenzi ha incontrato il ministro Saccomanni, nel suo tour per invogliare i mercati a investire in Italia (marketing istituzionale si dice). E i mercati, per voce dei giornalisti economici, chiedono all'Italia le riforme che ora vediamo in Grecia.


E Saccomanni parla proprio di privatizzazioni (la Rai) e di dismissioni di beni pubblici (che verranno venduti o svenduti, visto il momento dei mercati?). 

Da quanti anni sentiamo queste ricette?
I mercati vogliono meno debito, certo, ma anche più flessibilità sul mondo del lavoro. E i mercati pensano che Letta non abbia la forza di fare queste riforme.


Così flessibile è il mondo del lavoro in Italia, che molti neolaureati se ne vanno dall'Italia. Alcuni proprio a Londra dove forse, farsi un futuro di crescita (e non di precariato perenne) è possibile.

L'intervento di Gianni Dragoni: Ligresti il grande assicuratore, ma non dei risparmiatori ..



Lo scontro Belpietro Renzi sulle pensioni:


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