02 dicembre 2013

Report – i tagli alla spesa pubblica (improduttiva)

Tutti parlano della necessità di tagliare la spesa pubblica, quella improduttiva si intende: l'abbiamo anche promesso all'Europa, che poco si fida dei nostri conti e delle nostre previsioni di crescita (previsioni che si basano proprio su questi tagli per diversi miliardi).
Il governo ha incaricato il signor Cottarelli di questi tagli: forse il servizio di Report di questa sera potrà anche aiutarlo (come il dossier preparato da Perotti) perché parla di come spesso gli sprechi e le inefficienze si nascondano proprio laddove non dovrebbero esserci.
Come nella Consip, la società pubblica del ministero del Tesoro che si occupa di tutti gli acquisti dell'amministrazione pubblica: il principio che sta dietro è che se c'è un unico ente che si occupa di fare le gare per i beni di uffici e dei ministeri, sarà più efficiente, riuscirà a spuntare il prezzo migliore. Tutto giusto, sulla carta.

Peccato che poi la realtà sia diversa: chi controlla che veramente i prezzi spuntati e gli appalti siano i migliori e che invece non siano invece affidate a società di amici? La trasparenza non è di questo paese e il servizio di Luca Chianca e Emanuele Bellano spiegherà come a volte gli acquisti centralizzati vengano a costare di più che non comprando dal venditore vicino casa.

Magari non è vero che centralizzando gli acquisti si risparmia, e in un periodo dove dobbiamo controllare ogni euro, pena il commissariamento dell'Europa (e l'aumento di altre tasse perché il governo deve fare cassa, subito), è una cosa che come cittadini non possiamo sopportare.


Il servizio racconterà anche di come molti degli appalti Consip (dentro le istituzioni romane, Senato e Quirinale) siano finito alle imprese di Alfredo Romeo, un nome che era venuto già fuori per una inchiesta su un appalto al comune di Napoli (era stato condannato definitivamente a 4 anni prima di ricevere quegli incarichi al comune di Napoli, non esistevano altri imprenditori?).
Il servizio parlerà del finanziamento a Zingaretti (presidente regione Lazio), delle guerre tra i partiti (per questi appalti).

Siamo sicuri che non esistano altri imprenditori e che alla fine da questa gestione ci abbiamo risparmiato? Parliamo di una torta di 30 miliardi di euro. Chi si è preso questi soldi nostri?

L'anteprima su reportime:


La torta è enorme: nel 2012 la Consip ha “presidiato” una spesa complessiva di oltre 30 miliardi di euro. Eppure invece di risparmiare, comprando attraverso Consip, scuole,università ed enti locali talvolta spendono più che andando dal fornitore di fiducia.Poi ci sono i grandi appalti. Consip gestisce le gare per i servizi di manutenzione di tutti gli edifici pubblici: dal parlamento ai tribunali, dai ministeri a regioni province e comuni. Si tratta di appalti da oltre un miliardo di euro. Chi sono le aziende che accedono a questo mercato e come sono entrate nel settore? Parliamo di poche aziende che oggi si spartiscono, come fossero un cartello, una grande fetta degli appalti Consip, mentre da anni finanziano in maniera trasversale la politica italiana.Il sistema adottato da queste imprese, i legami con la politica e gli amministratori della Consip emergono da alcune intercettazioni inedite di cui Report è venuta in possesso.

La scheda del servizio: La spartizione Luca Chianca e Emanuele Bellano
Consip, il grande centro di spesa da cui deve passare la pubblica amministrazione per risparmiare. Quello che vedremo è il meccanismo con cui funzionano gli acquisti, l'anno scorso sono girati 10 miliardi, chi se li è spartiti? E noi alla fine ci abbiamo risparmiato?

Dal ministro Giulio Tremonti al commissario della spending review Enrico Bondi, passando per il premier Mario Monti, tutti a spingere affinché gli acquisti della pubblica amministrazione passino per Consip, la società del Ministero Economia e Finanze che dovrebbe gestire gli acquisti di scuole, enti locali e ministeri per razionalizzare la spesa pubblica.Siamo andati a verificare come funzionano le cose per esempio nelle università e in alcuni comuni. Il paradosso è che invece di risparmiare, con gli acquisti centralizzati, si spende talvolta di più che andando dal fornitore di fiducia. E questo già per i piccoli acquisti di cancelleria, acqua per i laboratori, personal computer. Invece alcuni comuni hanno utilizzato i fornitori selezionati da Consip per servizi rilevanti come l’illuminazione pubblica, con pessimi risultati e costi superiori al previsto.Ma come può avvenire tutto ciò? Chi fa i controlli in Consip sui fornitori, sulla loro serietà e sulla qualità dei prodotti? Chi ha controllato per esempio che i vincitori della gara per l’informatizzazione dei documenti del Ministero del Tesoro abbiano tutti i requisiti richiesti?C’è poi la gestione dei grandi appalti. La Consip gestisce gare per i servizi di manutenzione di tutti gli edifici pubblici, comprese le scuole italiane. Parliamo di appalti da oltre un miliardo di euro che si dividono poche società. Chi sono e come sono entrate nel settore? Le stesse aziende, oggi, a dieci anni di distanza, si spartiscono come fossero un cartello, una grande fetta degli appalti Consip mentre da anni finanziano in maniera trasversale la politica italiana.Il sistema adottato da queste imprese, i legami con la politica e gli amministratori della Consip emergono da alcune intercettazioni inedite di cui Report è venuta in possesso. La torta Consip è enorme: oggi Comuni, Province, Regioni, ministeri ed enti di ricerca spendono circa 115 miliardi di euro all’anno. Nel 2012 la Consip ha “presidiato” una spesa complessiva di oltre 30 miliardi di euro, bandendo gare su convenzioni e appalti specifici per un valore complessivo di 6,1 miliardi, mentre le amministrazioni hanno effettuato acquisti per 3,4 miliardi di euro.

Altro capitolo di spesa da tagliare: gli stipendi d'oro e le promozioni facili dentro l'amministrazione pubblica che non hanno giustificazione, se non quella di creare consenso politico. Specie dentro il bacino del proprio elettorato. Altro ambito dove c'è molto da tagliare, senza guardare in faccia al politico di riferimento.


Comma ad personam – Giorgio Mottola
A ottobre Renata Polverini ha presentato un emendamento sui dirigenti sanitari del Ministero della Salute. Un provvedimento che metterebbe quasi 400 persone, oggi con uno stipendio lordo di circa 100mila euro all'anno, sullo stesso livello dei dirigenti degli ospedali, che arrivano a guadagnare fino a 180mila, e che permetterebbe a meno di 5 persone di essere promosse dirigenti generali del Ministero. Pochi ma che in Parlamento stanno tanto a cuore a molti. Giudicato inammissibile tre volte, è stato per tre volte rispresentato tra Camera e Senato prima dalla Polverini, poi dal Pd e di nuovo dal Pdl, infilandolo in decreti e persino nella Legge di stabilità.
L'investimento di Modugno di Giuliano Marrucci
Secondo uno studio di Intesa San Paolo il distretto della meccatronica pugliese nel secondo trimestre del 2013 è quello col maggior aumento dell'export in assoluto. Ecco come imprenditori coraggiosi, tecnici preparati e istituzioni che funzionano potrebbero salvare il paese dal declino industriale, anche grazie alla montagna di quattrini che l'Europa ha messo sul piatto. 

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