16 maggio 2014

Announo - a chi la banana?

A chi diamo la banana, ovvero, con chi dobbiamo prendercela se stiamo male, se non abbiamo lavoro, se aumentano le tasse? Con gli immigrati, gli zingari, l'euro, l'Europa?
Santoro, nella copertina di una puntata "frizzante" dove si è discusso di immigrazione, ha puntato il dito sulla corruzione, sul fatto che noi italiani non sappiamo valorizzare il merito e duqneu, o sei figlio di papà o niente.

E le critiche sugli ascolti di Announo (dove diversi giornalisti hanno scritto che Innocenzi ha battuto Santoro)? Solo gossip da mosca tze tze.
Purtroppo, quando si parla di immigrazione si rischia di parlare di soli luoghi comuni, che magari hanno anche dentro un pizzico di verità, ma dove l'immigrato, il nero, il rom, l'islamico non sono più persone che si portano dietro le loro storie. Ma strumenti di propaganda politica.

Quanti dei 30 euro che lo stato spende al giorno per le persone che arrivano in Italia, finiscono poi nelle mani degli immigranti e quanti nelle mani degli italiani stessi?
Quanto costa il sistema dei Cie, delle cooperative di gestione, dei tribunali che si intasano per i processi (grazie alla Bossi Fini)?
Cosa significa nella testa dei Salvini e dei Borghezio, aiutiamoli a casa loro? Significa smettere di vendere le armi ai paesi (con le triangolazioni per sfuggire alle leggi di controllo internazionali) dove si combattono guerre civili? Significa smetterla di fare accordi commerciali e politici con dittatori vari?
In che modo la Lega e i fratelli d'Italia intendono aiutare le famiglie siriane (ma anche quelli che scappano dalla guerra civile in Libia, dalle bombe in Afghanistan) che arrivano a Milano con l'obiettivo di arrivare in Svezia?
Siamo sicuri che la nostra crisi sia dovuta all'immigrato che scappa dalla guerra e dalla fame?
Quanto spendiamo per il welfare e per i migranti (e per le operazioni mare nostrum) e quanti soldi pubblici perdiamo in corruzione ed evasione?

Sarà anche stato un secchione in Europa, Salvini, ma cosa ha contribuito a fare in quesa Europa che ora consideriamo come causa dei mali?
Gli immigrati arrivano in Italia e pretendono diritti, mentre noi dobbiamo pensare prima agli italiani: ma tutto questo è solo una guerra tra poveri.





Mentre noi siamo qui a discutere degli 80 euro, degli amici dei cani, dei rom che rubano (e fanno concorrenza sleale agli italiani), del golpe di Berlusconi e del pericolo Grillo, gli accordi europei ed internazionali passano sopra di noi senza troppe discussioni pubbliche.
Se fino a ieri ci dicevano "ce lo chiede l'Europa" (l'Europa degli stessi europarlamentari italiani), da domani potrebbe essere l'america che ci impone regole diverse sul commercio o sui contratti di lavoro.
Non credo che in molti abbiamo mai sentito parlare del trattato di libero scambio e dei rischi che comporta.

Non è che possiamo cavarcela con "che l'Europa vada a farsi fottere": il tempo delle barriere è finito.

Anche perché c'è sempre qualcuno più a nord di noi, che ci discrimina.
E prima di guardare agli altri, dovremmo iniziare a risolvere i nostri problemi, senza usare i soliti alibi.


Nessun commento:

Posta un commento

Mi raccomando, siate umani