26 giugno 2014

Povera patria

Il prima
Ho potuto apprezzare lo spirito di sacrificio e l’amore di Patria che vi uniscono. I risultati da voi conseguiti dimostrano come traguardi in partenza difficili possono essere raggiunti se si lavora insieme, con spirito di squadra, per un obiettivo comune. Il vostro impegno ha rappresentato l’immagine più bella del calcio italiano” (messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Nazionale Italiana, 12-6).
“Fa piacere mandare a fare... gli inglesi, boriosi e coglioni” (Maurizio Gasparri, Twitter dopo il 2-1 con l’Inghilterra, 15-6).
“Quella con l’Inghilterra è stata una partita epica, la ricorderemo per tutta la vita” (Cesare Prandelli dopo la prima e unica vittoria al Mondiale contro gli inglesi, 15-6).
Un’Italia viva è utile al look fresco, giovane, pimpante di Renzi, gli azzurri rottamati dalla Costa Rica non fanno bene all’immagine del Paese” (Gianni Riotta, La Stampa, 21-6).

E il dopo
“Sono Mario Balotelli – ha scritto ieri su Instagram – e non ho scelto di essere italiano. L’ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA (...) La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta, perché Mario Balotelli ha dato tutto per la Nazionale e non ha sbagliato niente (a livello caratteriale) (...) Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ‘fratello’. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti (...) VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE”.

"È vero, anche oggi non abbiamo segnato e forse si sono visti i limiti strutturali, di qualità, del nostro calcio. Dopo quel rinnovo, di fronte anche ad aggressioni verbali, improvvisamente siamo diventati come un partito politico, e non ho sentito una difesa forte nei nostri confronti: ci siamo sentiti come gente che ruba soldi ai contribuenti, anche se si sa che la federazione non prende soldi dallo stato, che il presidente non prende una lira e io non ho contrattato nulla al momento di parlare del mio contratto. Io vado a testa alta: non ho mai rubato soldi, pago le tasse. Ho sbagliato a livello tecnico? Ok, e infatti do le dimissioni. Ma non posso sentir dire che ho rubato soldi ai contribuenti"
(Cesare Prandelli - conferenza stampa del 25-6)

In Italia il calcio è tutto tranne che uno sport dove si gioca coi piedi.
Prima del mondiale e dopo la vittoria con l'Inghilterra era tutto un appellarsi alla patria, un lodarsi, ma quanto siamo bravi, ma come sia belli ..
Dopo la fallimentare spedizione in Brasile si dovrebbe iniziare a parlare finalmente di vivai, di campioni nostrani (assenti in Brasile, se si esclude Pirlo), di giocatori capaci di buttare la palla in rete (come Messi, come Neymar), di fare gioco o di fermare il gioco degli avversari.
E invece si fa polemica e proprio dalle persone che per prime dovrebbero starsene zitte.
Come Prandelli che la butta pure in politica. Dopo la foto con Renzi e la banana.
Io non rubo niente, sullo stipendio che prendo pago pure le tasse.
E ci mancherebbe anche, verrebbe da dire. Ma per quello stipendio, che risultati ha portato, a livello di gioco?

E poi il Balo, il campione della stampa, l'uomo cui Prandelli si è affidato. Mi criticano per il colore della pelle.
E questo non creto .. direbbe Razzi nell'imitazione di Crozza. E' per l'atteggiamento in campo, da diva, i cartellini, i gol non fatti.

Ma non c'è niente da fare. Per altre settimane parleremo del nulla calcistico.
Mentre Sky e Mediaset fanno quella specie di finta gara sui diritti TV, grazie all'atteggiamento della Lega Calcio. Che ha bloccato l'offerta Sky per evitare il suo monopolio anche sul digitale.
Stranamente in Italia, ci ricordiamo dei monopoli solo quando fa comodo.

Ma mai, dico mai, ci ricordiamo che stiamo solo parlando di uno sport. 

Update: interessante l'articolo sul sito Linkiesta su Balotelli e "La pratica del negro sacrificale".

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