23 luglio 2014

Colpo di sole (reloaded)

Il presidente della repubblica è stato chiaro nel suo monito alla stampa: non c'è nessun rischio autoritario dentro le riforme.
"Non vado oltre sul tema, per rispetto verso i lavori, ormai in fase avanzata, dell’Assemblea del Senato. Ma rivolgo un pacato e fermo appello a superare un’estremizzazione dei contrasti, un’esasperazione ingiusta e rischiosa – anche sul piano del linguaggio – nella legittima espressione del dissenso. E per serietà e senso della misura nei messaggi che dal Parlamento si proiettano versi i cittadini, non si agitino spettri di insidie e macchinazioni autoritarie. Né si miri a determinare in questo modo un nuovo nulla di fatto in materia di revisioni costituzionali".

Non solo non si disturbi il manovratore verso il governo del primo ministro, ma il presidente ha pure sdoganato la riforma della giustizia da fare assieme a B, definito "interlocutore significativo" perché ha elogiato i magistrati che l'hanno assolto in appello per il processo Ruby.
E se veniva (ri)condannato? Diventava interlocutore ancora più significativo?

Nel frattempo i magistrati di Palermo depositavano nuovi atti per il processo sulla trattativa.
I dialoghi tra Fede e il personal trainer Gaetano Ferri dove si parla dei rapporti tra Dell'Utri e Berlusconi, i soldi dati da quest'ultimo all'ex senatore, i conti esteri, la mafia

"Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l'unico che sa... Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell'Utri?".

"C'è stato un momento in cui c'era timore ... - racconta Fede - Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore, ndr) attraverso Marcello (Dell'Utri, ndr)". "La vera storia della vicenda Berlusconi - prosegue - ...mafia, mafia ...soldi, mafia, soldi...Berlusconi". "Sì, sì - aggiunge Fede - Dell'Utri era praticamente quello che investiva... Chi può parlare? Solo Dell'Utri". "Mangano era in carcere. Mi ricordo che Berlusconi arrivando - dice Fede riportando una sorta di dialogo tra Berlusconi e Dell'Utri - ..'hai fatto?'...'sì sì..gli ho inviato un messaggio..gli ho detto a Mangano: sempre pronto per prendere un caffè". "Era un messaggio per rassicurare lui su certe cose che non so..- spiega a Ferri - E devo dire che questo Mangano è stato un eroe. E' morto per non parlare".

E poi ancora le cene eleganti, Ruby:

«Lui (Berlusconi) lo sa che gli voglio bene, non può pensare che io lo tradisco... Io so tutto di lui, quando scopava, dove scopava, con il dito... Mi chiamava all'una e mezza di notte...».

Agli atti depositate anche le intercettazioni di Riina nel carcere di Opera dove il boss spiega che Borsellino era intercettato:

“Sapevamo dove dovevamo andare… perché lui gli ha detto… domani, mamma, domani vengo”. Nel cortile del carcere di Opera, conversando con il suo compagno di “aria” Alberto Lorusso, il boss Totò Riina alza il braccio sinistro e lo porta tra la bocca e l’orecchio, mimando il gesto di prendere il telefono: “Gli ha telefonato… va bene… Sapevo che ci doveva andare alle cinque”.
E viene fuori una vecchia indagine che aveva coinvolto un tecnico dell'Elte, processo poi finito con delle assoluzioni.

Sempre per il processo sulla trattativa, anche nuovi documenti sul generale Mario Mori e il suo passato negli anni della strategia della tensione:

"Il ruolo del generale Mori L’amicizia con Vito Miceli, il suo allontanamento dal Sid per ordine di Maletti con il divieto di restare a Roma “fino alla fine del processo sul golpe Borghese”, il ritorno nella capitale a capo dell’antiterrorismo il giorno del sequestro Moro. In mezzo l’inchiesta sulla “Rosa dei Venti” del pm Giovanni Tamburrino che chiede ai colleghi romani una fototessera di Mori che non riceverà mai, per l’avocazione dell’indagine a Roma, fatta da Claudio Vitalone. Chi è davvero Mario Mori? È il geniale investigatore al quale storici, politici e una certa antimafia attribuisce la fine dello stragismo oppure è un enigmatico ufficiale dell’Arma che nasconde nel suo passato i buchi neri della strategia della tensione?"
Ma tanto adesso Renzi ha desecretato le carte sui misteri italiani, no? Adesso il governo si impegnerà a fare luce sulla strage di via d'Amelio.
O forse no, perché è troppo impegnato nell'approvazione della grande riforma che nno si può criticare, per cui ha precettato i senatori dalle 9 a mezzanotte.
Sempre che, alla fine, non si decida di mettere la ghigliottina. O arrivare alle elezioni anticipate.

Si, ha ragione ministro: abbiamo tutti preso un colpo di sole.

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