Chi si oppone alle riforme vuole bloccare la volontà popolare: più o meno queste le parole dedicate dal premier ai gufi e rosiconi che si oppongono alla grande riforma delle istituzioni.
Il rifarsi al popolo lo rende uguale, come atteggiamento, all'alleato fedele delle riforme, quel Berlusconi appena assolto in appello per il rubygate.
Anche sotto un altro aspetto, B. & R. hanno qualcosa in comune: l'assenza di ideologie dietro le loro idee. La spinta alla loro politica del fare, del dare l'idea di movimento mostrando slide e cifre, non arriva da un'ideologia.
Il primo difendeva i suoi interessi.
Il secondo, oggi, mette la sua ambizione davanti a tutto: marcare il presente con la sua presenza e marcare questa politica con le sue riforme. Dopo di lui il diluvio. Se cade lui, cade tutto il partito. E' la nostra ultima spiaggia. In milioni di italiani lo votano (e questo vale per entrambi).
Ma, ora c'è stata l'assoluzione.
E questo complica le cose: perché il prezioso alleato ora può alzare il prezzo per arrivare ad una riforma sempre più al ribasso.
La giustizia (e la legge Severino, a quanto pare), il presidenzialismo, un condono, la nomina del presidente della repubblica assieme.
Perché le riforme si fanno tutti assieme: maggioranza e opposizione, destra e sinistra, guardie e ladri, finanzieri ed evasori.
Così rispettano meglio la linea mediana degli italiani.
Oggi iniziano le votazioni in Senato per le riforme: ci aspettano delle sorprese.
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