Vecchi contro giovani. Quelli che protestano, quelli contro e
quelli che invece propongono e cambiano le cose. Le parole sono
importanti e anche la comunicazione.
Si gioca su questi mezzucci
da pubblicitari lo scontro in atto tra il PD e se stesso: da una
parte il partito parallelo della Leopolda (che il TG1 nel servizio di
sabato ha rappresentato mostrando solo facce giovani) e dall'altra la
piazza per la manifestazione della CGIL, piena di gente anziana,
lavoratori, cassintegrati. Brutti, sporchi e incattiviti.
Non si
era mai visto un partito contro una parte significativa del suo
elettorato. Da una parte quello che viene rappresentato come
nuovismo, fine dell'art 18, basta coi sindacati, basta coi gufi. Per
la ripresa rivolgersi all'ottimismo e agli imprenditori che ora non
hanno alibi.
Dall'altra i suoi stessi elettori nelle vesti dei
precari nella pubblica amministrazione, i metalmeccanici della
Lucchini, i cassintegrati di Termini che vogliono sapere di che morte
morire. E i ragazzi che ora studiano e che si chiedono che paese li
aspetta.
Il governo più ideologico che ci sia, sta da un'altra
parte. Guarda al centro e a destra. Realizza i sogni di Confindustria
e celebra Marchionne a Detroit. Che toglie i soldi alla Rai per
favorire Mediaset.
Che racconta bufale come i 18 miliardi di tasse
tagliate, mentre sono solo 5, coi tagli lineari ai ministeri.
È come se Berlusconi dicesse di essere favorevole all'abrogazione
della ex Cirielli e al ripristino del falso in bilancio.
Agli stessi tavoli dove un finanziare dei paradisi fiscali propone di limitare il diritto allo sciopero nel pubblico, poi fanno un minuto di silenzio per una ragazza impiccata in Iran.
Lo slogan
della Leopolda è “il futuro è solo l'inizio”. Venerdì sera
Crozza ironizzando, ma non troppo, si chiedeva se fosse un motto o
una minaccia. Un futuro per cosa?
E per chi, poi?
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Mi raccomando, siate umani