Perché qui si parla di uno scandalo che mette a rischio le persone che si operano al cuore, i controlli che non ci sono sui pacemaker che si impiantano nei pazienti italiani.
L'articolo di Loredana Di Cesare per il Fatto quotidiano uscito ieri:
REPORT COLPISCE AL CUOREE il commento finale della giornalista:
NESSUNO CONTROLLA I PACEMAKERS
TORNA STASERA IL PROGRAMMA DI GABANELLI E SCOPERCHIA LA TRUFFA SANITARIA
Questioni di cuore. E non soltanto per i pacemaker impiantati senza i necessari test di sicurezza.
Nell’inchiesta di Sigfrido Ranucci per Report - in onda questa sera su Rai 3 - si scopre che controllato e controllore sono addirittura marito e moglie.
Report rivela che il laboratorio in cui devono svolgersi i controlli sui pacemaker, prima di immetterli sul mercato è, di fatto, chiuso dal 2010. A certificare la sicurezza è l’Istituto Superiore di Sanità, ente riconosciuto dall’Europa, l’unico in possesso di strumenti di collaudo. A vigilare sull’Iss – e sui certificati per i dispositivi - ci pensa invece il ministero della Salute, nella persona di Marcella Marletta, direttore generale del ministero della Salute. E quindi proprio a lei spetta di controllare l’ufficio diretto dal marito, Carmine Guarino, che si occupa della sicurezza dei dispositivi medicali.
MARLETTA VIGILA anche sull’ufficio di Pietro Bartolini, che rilascia i certificati di conformità per i pacemaker, che possono essere siglati solo dopo aver svolto i test nel laboratorio risultato inattivo. Il centro in questione dovrebbe collaudare i pacemaker: resistenza a temperatura, urti, ultrasuoni, interferenze con campi elettromagnetici. Test effettuati soltanto sulla carta: le macchine necessarie sono scollegate o collegate in modo precario. Il laboratorio - come mostrano le immagini di Report – versa in uno stato di abbandono e le tecnologie sono obsolete e danneggiate. Eppure i pacemaker continuano a essere messi in circolazione con dei certificati – sostiene Report - sostanzialmente falsi.
Intervistata da Ranucci, la responsabile del Ministero per la sorveglianza dei dispositivi medici, Rosaria Boldrini, assicura di aver eseguito tutte le
ispezioni. Tutto funziona alla perfezione, secondo la sua versione, e afferma che, se i test non fossero svolti, si tratterebbe di truffa.
L’Iss, come dimostra l’inchiesta, è a conoscenza dello stato in cui versa il laboratorio. In una lettera del 2010, s’informa il direttore del dipartimento
Tecnologie dell’impossibilità di effettuare i test, poiché il laboratorio non esiste. Dettaglio che invece, al ministero della Salute, non risulta.
I pacemaker, inoltre, devono essere sottoposti a verifiche anche dopo l’immissione sul mercato. Per questo compito è stata formata una task force di esperti qualificati che, al suo interno, può vantare laureati in storia, scienze delle comunicazioni, farmacia, giurisprudenza e scienze politiche.
REPORT RICOSTRUISCE il caso di un paziente morto dopo che, nel suo cuore, erano state impiantate valvole dal funzionamento “anomalo” di fabbricazione
brasiliana. Cinzia Barbetta racconta che pochi giorni prima che suo padre morisse, accasciandosi sul volante del suo camion, la sua famiglia era stata invitata a contattare urgentemente il centro Gallucci, per fissare un colloquio col professor Dino Casarotto. Il motivo: “Erano state riscontrate delle anomalie nel funzionamento delle valvole impiantate”.
Valvole che erano state considerate sicure da certificato europeo. Casarotto -ricostruisce Ranucci - proprio in quei giorni stava facendo acquistare dall’ospedale altre 350 valvole brasiliane e fu accusato - imputazione mai accertata - di aver incassato delle tangenti per ogni valvola. Secondo la procura, comunque, non c’era alcun nesso tra l’episodio di corruzione e un eventuale reato di omicidio colposo. E i costruttori brasiliani - conclude Report - non hanno mai risarcito la famiglia Barbetta: “I brasiliani Rubens De Sousa e Sergio Casagrande, condannati a 2 anni e 6 mesi per omicidio e lesioni colpose, non hanno fatto un giorno di galera”.
MILENA GABANELLI IN STUDIOQui il link per rivedere la puntata.
Riassumendo è andata così, la certificazione c’era ed è stata fatta dal più prestigioso ente europeo che è il Tuv, poi i produttori hanno venduto un lotto di valvole difettose ai nostri ospedali, e nessuno ha controllato, c’è dovuto scappare il morto e l’invalido.
Intanto vogliamo tranquillizzare i portatori di pacemaker perché non sono come le valvole che abbiamo visto, ci risulta che le ditte producono rispettando le norme certo è che se manca qualcosa chi deve controllare è il laboratorio che abbiamo visto. Ora il Ministro lo sa?
Probabilmente no, perché per la nomina di un ministro, da cui dipendono poi tutti gli altri incarichi, non è richiesta né competenza né merito questo è il nostro dramma ovunque vai trovi qualcuno che sta facendo una cosa
di cui non capisce nulla e per il quale è pagato.
PS: la procura di Roma ha aperto un fascicolo sul laboratorio fantasma dell'Istituto Superiore di Sanità che certifica la sicurezza di pacemaker e defibrillatori dopo la denuncia di Report.
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Mi raccomando, siate umani