Negli Stati Uniti nei mangimi mettono
gli antibiotici e gli ormoni, perché così le bestie crescono in un
anno. Più in fretta che non quando gli si da un mangime più “sano”
e dunque si riesce a fare profitto sulle bestie più in fretta.
La nostra carne è invece controllata,
si fanno controlli sulle urine e nel sangue: ma cosa succede con
quella che arriva dall'estero? Già oggi la carne che arriva
dall'estero in sottovuoto può durare 120 giorni, come mai? Perché è
trattata coi raggi gamma. Quelli di Goldrake.
Fanno bene, fanno male?
Un giorno potrebbe capitare di mangiare questa carne senza nemmeno sapere che contiene antibiotici o ormoni. O che è stata trattata coi raggi cosmici. Perché così è stato stabilito dal trattato TTIP: niente etichette, niente avvisi
Un giorno potrebbe capitare di mangiare questa carne senza nemmeno sapere che contiene antibiotici o ormoni. O che è stata trattata coi raggi cosmici. Perché così è stato stabilito dal trattato TTIP: niente etichette, niente avvisi
L'inchiesta di ieri sera di Report
dovrebbe allarmarci tutti: stiamo parlando nuovamente della nostra
salute alimentare, di quello che mettiamo a tavola. Un giorno
potremmo scoprire che forse gli ogm sono dannosi, ma potrebbe essere
troppo tardi. Perché ormai ce li siamo mangiati per anni.
Ma non è solo un discorso di salute: il trattato TTIP, le cui carte sono state desecretate recentemente (ma ancora non sappiamo di cosa stanno discutendo), avrà un notevole impatto sulla nostra industria agroalimentare.
Ma non è solo un discorso di salute: il trattato TTIP, le cui carte sono state desecretate recentemente (ma ancora non sappiamo di cosa stanno discutendo), avrà un notevole impatto sulla nostra industria agroalimentare.
Parliamo dei nostri prodotti Doc e Dop:
vini, formaggi, frutta, prosciutti.
Per Renzi è una scelta strategica, culturale. Ma secondo quale cultura? Forse solo quella del profitto. Quella che ha ben spiegato l'ambasciatore Gardner presso l'Unione europea:
Per Renzi è una scelta strategica, culturale. Ma secondo quale cultura? Forse solo quella del profitto. Quella che ha ben spiegato l'ambasciatore Gardner presso l'Unione europea:
ANTHONY LUZZATTO GARDNER – AMBASCIATORE DEGLI STATI UNITIPRESSO L’UNIONE EUROPEASenza un capitolo ambizioso sull’agricoltura, è sicuro che il TTIP non sarà approvato dal Congresso.ROBERTO POZZAN FUORI CAMPOL’agroalimentare in Italia pesa per il 16% del PIL. Esportiamo il 19% del cibo prodotto.
Ma non è molto se pensiamo che la Germania riesce a esportarne il 27%. Quindi apriremo alle biotecnologie per esportare più prodotti industriali, rinunciando alla nostra vocazione?
Perché
è tutto qui, il succo del trattato: dobbiamo togliere i dazi sui
nostri prodotti, per cercare di esportarli più facilmente negli
Stati Uniti. Ma per togliere i dazi gli americani ci chiedono di
poter giocare sui nostri mercati con le loro regole. Etichette che
non indicano la tracciabilità della carne (e nemmeno l'etichettatura
facoltativa, per non dar fastidio alla Germania). Frutta con gli OGM.
Pollo agli ormoni.
Il giornalista Pozzan è andato a far
la spesa al Walmart: altro che biologico, altro che chilometro zero.
il formaggio è pieno di consevanti, la pancetta di tacchino è pieno
di conservanti, antimuffa...
E gli ogm? Nessuno ha chiesto agli
americani cosa ne pensassero. E dunque gli americani consumano ogm e
antibiotici senza saperlo. Non hanno scelta, e forse nemmeno noi
europei un giorno.
Le trattative sono in corso da più di
un anno ma a che punto stanno non lo sappiamo, non ce lo dicono:
perché dietro ci sono le lobby, che hanno pagato i viaggi ai nostri
politici e ai big dell'industria.
LORI WALLACH – GLOBAL TRADE WATCH PUBLIC CITIZEN
A partire dal 1995, alcune tra le più grandi imprese statunitensi ed europee diederovita al cosiddetto “Transatlantic Business Dialogue”.L’obiettivo era quello di creare nuove opportunità di contatti ad alto livello con i rappresentanti dei governi americani ed europei. Negli anni, questo organismo si è trasformato e ha dato vita al “Transatlantic Business Council”.È quello il vero motore del TTIP. Il TTIP è il loro progetto.ROBERTO POZZAN FUORI CAMPOLa Transatlantic Policy Network e la Transatlantic Business Council sono oggi le lobby più potenti: ci sono giganti della chimica, dell’industria alimentare, della biotecnologia,banche europee e americane, colossi della farmaceutica e della new economy.A far parte della lobby per l’Italia ci sono Telecom, Eni e la sezione italiana dell’Aspen Institute, il think tank presieduto da Giulio Tremonti e di cui fanno parte gli ex premier Enrico Letta, Giuliano Amato e Romano Prodi, e imprenditori come John Elkann ed Emma Marcegaglia.In questi anni, per favorire il dialogo tra Europa e Usa, le lobby hanno pagato i viaggi e gli alberghi di lusso a decine di parlamentari. In un documento interno si legge: “finora abbiamo provato la strategia del dialogo, ma ora è arrivato il momento di accelerare calando le scelte “dall’alto”.
Quali sarebbero i vantaggi per l'Italia
è difficile capirlo: nemmeno le nostre auto potrebbero essere
vendute così, visto che abbiamo diverse leggi sull'inquinamento,
diversi requisiti tecnici (come le frecce per le segnalazioni).
In Europa abbiamo regole per la
sicurezza alimentare avanzate, mentre negli Usa sono molto più
leggere e non sarà facile omogeneizzarle.
Alla fine potrebbe vincere il più forte, ovvero gli Stati Uniti, anche perché con il loro sistema, la merce sui ripiani dei supermercati ha prezzi molto più competitivi. Ma è concorrenza sleale rispetto alle nostre aziende.
Alla fine potrebbe vincere il più forte, ovvero gli Stati Uniti, anche perché con il loro sistema, la merce sui ripiani dei supermercati ha prezzi molto più competitivi. Ma è concorrenza sleale rispetto alle nostre aziende.
Faremo la guerra a Walmart, che
non usa le etichette come in Italia?
La nostra eccellenza è già messa in difficoltà dall'Europa, figuriamoci quando arriverà l'America: i nostri macellai non possono più scrivere che la carne è allevata in Italia e in che zona, perché così il consumatore saprebbe distinguere. E forse tra il manzo americano e quello italiano sceglierebbe il secondo.
La nostra eccellenza è già messa in difficoltà dall'Europa, figuriamoci quando arriverà l'America: i nostri macellai non possono più scrivere che la carne è allevata in Italia e in che zona, perché così il consumatore saprebbe distinguere. E forse tra il manzo americano e quello italiano sceglierebbe il secondo.
Invece, se i prodotti sono anonimi si
guarda la confezione e il prezzo. E la salute?
Il TTIP abbatterà gli standard di
qualità, solo per fare un favore alla grande industria americana.
E le briciole alle aziende italiane.
Girano cifre da capogiro nel settore
alimentare, e queste giocano a nostro sfavore, ovvero a sfavore delle
nostre eccellenze.
Ci sarà un impatto
sull'agroalimentare, di cui esportiamo il 16% , perché ci apriremo
alle biotecnologie americane, solo per favorire un po' di export.
Ma i politici rassicurano, dicono che
l'alimentare è fuori dal negoziato. Esattamente il contrario di
quello che dice l'ambasciatore americano.
In USA se in una confezione non c'è
scritto primo di ogm signfica che l'ogm c'è.
Perché ciò che non è dimostrato che
fa male, può essere permesso.
Anche perché se scrivi che contiene
ogm o ormoni, nessuno lo compra e le lobby lo sanno.
Il danno potrebbe estendersi
all'agricoltura biologica, che subirebbe la concorrenza di quella
tradizionale dove il contadino è legato all'industria chimica, anno
dopo anno. E' dimostrato che l'ogm non aumenta la resa delle culture,
ma solo i profitti delle aziende chimice. Gli ogm fanno aumentare
l'uso dei diserbanti e anche il valore delle azioni della Monsanto.
Col TTIP cosa succederà?
La legge europea proibisce l'uso delle
sementi libere: la regola è quella del massimo profitto e della
massima resa.
In Colombia nel 2013 dopo la ratifica
del trattato con gli Stati Uniti, ai contadini fu vietato l'uso delle
semenze tradizionali. Gli scontri con la polizia portarono ad
arresti, feriti e morti.
Gli atti del TTIP sono rimasti
secretati, perché l'opinione non deve sapere, non deve
comprendere le implicazioni. Altrimenti sarebbe la rivoluzione.
Grazie al cielo, almeno i principi
generali sono stati resi pubblici, ma di cosa discutono in questo
momento rimane un segreto.
Sappiamo che da noi vale il principio
della cautela: Se c'è l'ipotesi di un rischio per la salute, il
prodotto non si vende. Negli usa se non c'è l'evidenza, la si può
vendere.
Gli usa vogliono combattere anche
contro le dop e le doc: vogliono vendere il parmigiano prodotto
nel Winsconsin. Il barolo prodotto in California. Si chiamerebbe
“italian souding”, imitazioni di prodotti italiani che oggi hanno
un valore stimato in 60 miliardi di dollari, mentre l'export italiano
(vero) è di 33 miliardi.
ANTHONY LUZZATTO GARDNER – AMBASCIATORE DEGLI STATI UNITIPRESSO L'UNIONE EUROPEAIl divieto dell’Unione Europea di vendere Parmesan o prodotti descritti con ParmesanLike o Parmesan Style, perché sono simili al Parmigiano Reggiano, risulta in conseguenze assurde. Ad esempio obbliga Kraft oggi a vendere il loro parmigiano sotto il nome “Parmesello italiano”, che trovo un po’ strano.ROBERTO POZZAN – FUORI CAMPO
Noi non lo troviamo strano, perché il parmigiano si produce in una zona geografica precisa; è il nostro oro. E non ci piace che Kraft, con tutti i nomi possibili, usi “Parmesan” o “Parmesello italiano”, se parmigiano non è. Perché costando meno, butta fuori mercato quello vero.
Perché si deve permettere a Kraft di
vendere il parmesano, come se fosse un prodotto italiano?
O le mozzarelle Galbani (prodotte in
America), che hanno dentro l'aceto, al posto dei fermenti lattici.
Lori Wallach, del GLOBAL TRADE WATCH
PUBLIC CITIZEN, dice che Il TTIP sarà un cavallo di troia, per
scardinare le più elementari leggi nazionali.
Da una parte avremo un mercato di bassa
qualità e basse regole. Dall'altra parte il biologico, con regole ed
etichette rigide, per i più ricchi.
Le nostre regole alimentati sono le
migliori hanno un costo.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Parliamo di regole alimentari. Allora. Quest’anno le nostre olive sono state attaccate in modo aggressivo dalla mosca, e per salvare il raccolto abbiamo dovuto spruzzare un pesticida; gli americani ci hanno detto “quest’anno il vostro extravergine no grazie”.
Per noi italiani ed europei invece il residuo di pesticida non ci fa male. Insomma la bilancia pende dove conviene. Però c’è da dire che – e questo ci viene riconosciuto in tutto il mondo - le regole europee sul cibo e soprattutto quelle italiane sono considerate le migliori. Questo però vuol dire costi.
Un costo dovuto ai controlli da fare.
Un costo dovuto al fatto che, con le
etichette, i consumatori non comprano i prodotti pieni di ormoni e
altro.
Il principio di precauzione è un
limite per l'industria, che non può usare ormoni, testosteroni,
enzimi. Che invece trasformano il cibo più rapidamente in carne, per
le bestie.
Anche se poi può causare decessi, ad
esempio sull'uso di antibiotici nella carne.
Tribunale internazionale ISDS:
un'azienda non può essere danneggiata da accordi nazionali in
disaccordo a trattati transnazionali come il TTIP. Questa è una
clausola pericolosa del trattato che mina la nostra sovranità
nazionale.
Un'azienda americana potrebbe non
rispettare le regole rigorose se volesse lavorare in Italia, anzi
potrebbe pure chiedere dei risarcimenti ai paesi stranieri che
bloccano i loro affari.
Pozzan ha citato il caso di Veolia
(azienda francese) che sta chiedendo risarcimenti all'Egitto: nel
2011 in Egitto scoppia la rivolta e dopo la rivolta c'è stata
l'introduzione del salario minimo.
Ma questa legge potrebbe essere
cancellata da un tribunale internazionale: Veolia ha vinto un appalto
per la gestione dei rifiuti, ma paga salari ancora troppo bassi e non
si adegua alla legge sul salario minimo.
Per non pagare di più i lavoratori e
vedersi ridurre i profitti, si è rivolta ad un arbitrato
internazionale. Appunto, l'ISDS
Ora l'Egitto potrebbe pagare 70 ml di
euro, all'investitore straniero, che è sopra la legge. C' è un
problema di sovranità nazionale, per colpa dei trattati firmati da
governi passati, per attrarre capitali stranieri.
ROBERTO POZZAN FUORI CAMPOSe Veolia la spunta l’Egitto potrebbe essere costretto a pagarle 70 milioni di Euro di risarcimento per aver introdotto il salario minimo. E poco importa che la legge è stata votata da un Parlamento.HEBA KHALIL – EGYPTIAN CENTER FOR ECONOMIC AND HUMAN RIGHTSPerché c’è di mezzo un investitore straniero e in Egitto le industrie straniere sono sempre al di sopra della legge. Nel momento in cui perde un arbitrato il governo egiziano deve subito adeguarsi. Se non accade, l’investitore straniero fa causa di nuovo e tu devi pagare altre spese legali e altri risarcimenti.GIORGIO MOTTOLAE quindi si pone un problema di sovranità?HEBA KHALIL – EGYPTIAN CENTER FOR ECONOMIC AND HUMAN RIGHTSIl problema sono i trattati capestro che il governo ha firmato nel passato, nonostante fossero assolutamente svantaggiosi per il popolo egiziano. Per attirare gli investitori stranieri abbiamo fatto loro concessioni che non potevamo permetterci e che oggi paghiamo a caro prezzo.MILENA GABANELLI IN STUDIOAnche della potenza di questi tribunali privati, si sta e riguarda tutti i settori in cui l’industria si sentirà discriminata, perché non può aspettare i tempi dei tribunali nazionali. Il punto critico è la reale indipendenza di questi 3 avvocati che possono condannare gli stati a pagare risarcimenti indimenticabili e le motivazioni non sono pubbliche. Siccome la partita in ballo è enorme e potrebbe cambiare le nostre vite, le decisioni non è che, come dice la Marcegaglia, debbano avvenire in piazza, ma cheavvengano dentro le segrete stanze è intollerabile.
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Mi raccomando, siate umani