31 gennaio 2015

Il dodicesimo presidente

Ho seguito lo spoglio delle schede per l'elezione del presidente della Repubblica ascoltando la radiocronaca di Radio popolare.
Mattarella, S. Mattarella, onorevole Matarella .. bianca, Imposimato..
Le correnti del transatlantico hanno marcato la loro scheda, per esprimere la loro obbedienza: questa volta, diversamente da due anni fa, la disciplina di partito ha prevalso.
Il nome che Renzi ha proposto al suo partito (suo in tanti sensi) è diventato l'unico candidato: Alfanoha chinato la testa venerdì, Berlusconi ha resistito (almeno sulla carta) fino a sabato.
Ma i numeri parlano chiaro. Berlusconi non tiene il partito e lo stesso vale per Alfano: erano tutti sorridenti in aula, oggi. Le vittorie si sa sono di tutti.
Ma di certo questa elezione segna un cambiamento nei modi e nella sostanza delle istituzioni.

Una volta era il presidente della Repubblica che sceglieva il premier, oggi è avvenuto il contrario. E' il presidente del Consiglio che impone un nome alla sua maggioranza.
Presidente di una maggioranza concessa da una legge elettorale che la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale. Dove sedeva fino a ieri l'attuale presidente.
A Palazzo Chigi e al Quirinale ora sono seduti esponenti cattolici provenienti dall'area popolari, ex Dc: il primo a capo del maggior partito del (dicono) centrosinistra. A guida un governo che vara riforme di destra (ricalcando quelle proposte nel passato dalla nostra destra berlusconiana) secondo un patto del nazareno.
Al Quirinale si insedierà un politico che ora è lodato da tutti ricordandone il fratello morto (non l'altro in rapporti col cassiere della Magliana) che dovrà poi firmare sull'Italicum e sulle altre riforme.

Vedremo.
Siamo alla terza repubblica?
Il partito unico di governo schiaccia le opposizioni, che pure si sono lasciate ai margini. Il M5S che pure ha ricevuto il nome di Mattarella all'ultimo, si è intestardito su Imposimato: il partito più internettiano si è rivelato il partito più ingessato. A destra Renzi si ritrova un'opposizione lepenista, in ascesa nei sondaggi (se vogliamo credergli), inconcludente nel paese.
Va dato atto a Renzi di aver fatto una mossa politicamente azzeccata, con Mattarella. Riunendo partito e un pezzo di opposizione, mettendo B. all'angolo. Altro che Amato, l'uomo che piaceva a B. e ai giovani turchi (giovani per modo di dire si intende).
Speriamo che nei prossimi mesi voglia continuare a fare il politico, il che significa anche mediare, ascoltare, rinunciare alle proprie posizioni. Trovare mediazioni.
Quello che era la DC morotea, che oggi torna in voga.
Certo, da cui a dire che è finito il nazareno, ce ne passa.   

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