15 febbraio 2015

Come si nutre il pianeta: Expo e l'agricoltura

Ogni giorno i terreni agricoli in Italia vengono sacrificati per costruire autostrade, svincoli, linee per alta velocità. Con la stessa velocità chiudono le stalle di allevatori italiani, strozzati dalla grande distribuzione che offre una miseria per il loro latte.
Sono gli stessi problemi delle coltivazioni di frutta al sud: piuttosto che raccoglierle dalle piante, conviene lasciarle marcire. Troppo il basso il prezzo che la grande distribuzione offre per arance, clementine, pere..
La situazione dell'agricoltura in Italia, di cui tanto ci vantiamo quando si parla di made in Italy, è questa: terreni sfruttati, coltivazioni e qualità che si perdono, allevatori e agricoltori in crisi.
E tutto questo si riflette sulla qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole, oltre che un problema di PIL e posti di lavoro persi per strada.
Non stiamo facendo abbastanza, come politica italiana e come politica europea, per salvaguardare questo pezzo di industria (e di prodotto) italiano. La legge sulla tracciatura dei prodotti sulle etichette non consente al consumatore di conoscere la provenienza del cibo che consuma.
Si permette alla grande distribuzione di fare cartello, non si tutelano i nostri prodotti: il latte, l'olio, il pomodoro, il grano, le arance.
E il TTIP, il Trattato transatlantico sugli investimenti che l’Europa e gli Stati Uniti stanno negoziando, potrebbe pure peggiorare le cose.
Da una parta avremo i piccoli agricoltori italiani e la piccola industria alimentare, dall'altra la coltivazione intensiva e i grandi marchi americani, che spingeranno i loro prodotti sugli scaffali dei nostri supermercati in ogni mezzo.
Spuntando su un prezzo più basso, a discapito di una qualità del prodotto su cui noi consumatori non potremmo più fare nulla.

Questa sera Presa diretta si occuperà dello stato dell'agricoltura nel nostro paese. Andando a vedere cosa sta succedendo in Expo: è un evento da cui ci si aspetta un grande ritorno economico, lo slogan è “nutrire il pianeta”.
Ma per realizzare Expo sono stati utilizzati 110 ettari di terreni agricoli: alcuni di questi sono stati espropriati da contadini, che su quei terreni lavoravano.
Come la signor Priano, che è stata intervistata dalla giornalista di Presa diretta: si chiedeva, leggendo la carta di Expo, che fine hanno fatto i principi di Expo, tra cui il rispetto dei terreni?
Ora su quei campi che una volta erano coltivati, ci sono le vie d'acqua, su cui Acerbo avrebbe preso una tangente da 36mila euro. Dovevano essere navigli navigabili e invece sono solo canali di scolo. E chissà se i lavori finiranno per tempo.

Proprio per finire in tempo, nel cantiere si lavora notte e giorno, sabato e domenica.
Ma è uno slalom tra inchieste: 46 società sono state escluse dal cantiere per timore di infiltrazioni mafiose. Dopo gli scandali (nati dalle procedure di urgenza con cui si sono dati gli appalti, per il grande ritardo con cui sono partiti i lavori), il governo ha mandato a Milano l'ex magistrato Raffaele Cantone. Otto appalti su dieci sono stati intercettati dall'autorità anticorruzione.
I costi per Expo sono lievitati, anche senza tener conto della corruzione: Expo spa ha chiuso il 2013 con una perdita i 7,5 ml di euro (2 ml in più rispetto all'anno prima).
Expo doveva nutrire il pianeta, per il momento ha nutrito solo gli appetiti di politici e imprenditori senza scrupoli. Ma come si fa a nutrire il pianeta se si sacrificano i terreni su cui coltivare?
In nome dell'Expo si sono costruite nuove autostrade: come la Tem.
Sono autostrade che non servono a decongestionare il traffico, ma siccome sono opere accessorie per Expo nessuno le ferma. E mentre i soldi per queste grandi e inutili opere si trovano, comuni e regioni tagliano fondi per il trasporto pubblico che rischierà di andare in crisi nei prossimi mesi.

Dove c'erano campi, dove si coltivava grano biologico, ora ci sono gli svincoli della Tem.
Il centro studi del Politecnico di Milano ha calcolato che Tem, Brebemi e Pedemontana si sono mangiati 1700 ettari di terreno, in gran parte terra fertile e coltivata, utile per nutrire il pianeta.

Scheda puntata: la terra nostra
Il promo sul sito Rai TV
A PRESADIRETTA una bellissima inchiesta sullo sfruttamento della terra. Le colture intensive, l’uso massiccio di pesticidi, lo sfruttamento della manodopera agricola, il crescente utilizzo di terreni agricoli per la produzione di biogas.
Nel nostro paese è in atto una vera e propria rapina della terra destinata a produrre il cibo.Le telecamere di PRESADIRETTA sono andate a vedere cosa anche c’è dietro il grande appuntamento internazionale dell’Expo di Milano dedicato al tema “Nutrire il pianeta”. Chilometri di autostrade, cementificazione e contadini espropriati dei loro terreni agricoli.NUTRIRE IL PIANETA” è un racconto di Riccardo Iacona con Raffaella Pusceddu ed Elisabetta Camilleri.

Sul corriere, il proprietario dei terreni di Expo racconta i retroscena sulla compravendita:

Sul dopo Expo interviene Marco Cabassi, 54 anni, ex proprietario dei terreni acquistati da Arexpo per i padiglioni del semestre internazionale. «Il prezzo attuale è irragionevole dice: chiedono 340 milioni quando la cifra d’acquisto è stata di 120 milioni, di cui 40 pagati a noi al costo di esproprio. Neanche il peggior privato azzarderebbe tanto». L’imprenditore ricostruisce la vicenda dei terreni e le vicissitudini con la Regione: «Abbiamo discusso per mesi, prima sono venuti a chiederci il terreno in comodato d’uso perché lo Stato non voleva spendere. Poi è cambiato tutto. Ci hanno voluto fuori dai piedi. Con le inchieste della Procura abbiamo capito perché: vedi Infrastrutture Lombarde, gli appalti, i margini di ricavo».

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