Ogni giorno i terreni agricoli in
Italia vengono sacrificati per costruire autostrade, svincoli, linee
per alta velocità. Con la stessa velocità chiudono le stalle di
allevatori italiani, strozzati dalla grande distribuzione che offre
una miseria per il loro latte.
Sono gli stessi problemi delle
coltivazioni di frutta al sud: piuttosto che raccoglierle dalle
piante, conviene lasciarle marcire. Troppo il basso il prezzo che la
grande distribuzione offre per arance, clementine, pere..
La situazione dell'agricoltura in
Italia, di cui tanto ci vantiamo quando si parla di made in Italy, è
questa: terreni sfruttati, coltivazioni e qualità che si perdono,
allevatori e agricoltori in crisi.
E tutto questo si riflette sulla
qualità del cibo che arriva sulle nostre tavole, oltre che un
problema di PIL e posti di lavoro persi per strada.
Non stiamo facendo abbastanza, come
politica italiana e come politica europea, per salvaguardare questo
pezzo di industria (e di prodotto) italiano. La legge sulla
tracciatura dei prodotti sulle etichette non consente al consumatore
di conoscere la provenienza del cibo che consuma.
Si permette alla grande distribuzione
di fare cartello, non si tutelano i nostri prodotti: il latte,
l'olio, il pomodoro, il grano, le arance.
E il TTIP, il Trattato
transatlantico sugli investimenti che l’Europa e gli Stati Uniti
stanno negoziando, potrebbe pure peggiorare le cose.
Da una parta avremo i piccoli
agricoltori italiani e la piccola industria alimentare, dall'altra la
coltivazione intensiva e i grandi marchi americani, che spingeranno i
loro prodotti sugli scaffali dei nostri supermercati in ogni mezzo.
Spuntando su un prezzo più basso, a
discapito di una qualità del prodotto su cui noi consumatori non
potremmo più fare nulla.
Questa sera Presa diretta si occuperà
dello stato dell'agricoltura nel nostro paese. Andando a vedere cosa
sta succedendo in Expo: è un evento da cui ci si aspetta un grande
ritorno economico, lo slogan è “nutrire il pianeta”.
Ma per realizzare Expo sono stati
utilizzati 110 ettari di terreni agricoli: alcuni di questi sono
stati espropriati da contadini, che su quei terreni lavoravano.
Come la signor Priano, che è stata
intervistata dalla giornalista di Presa diretta: si chiedeva,
leggendo la carta di Expo, che fine hanno fatto i principi di Expo,
tra cui il rispetto dei terreni?
Ora su quei campi che una volta erano
coltivati, ci sono le vie d'acqua, su cui Acerbo avrebbe preso una
tangente da 36mila euro. Dovevano essere navigli navigabili e invece
sono solo canali di scolo. E chissà se i lavori finiranno per tempo.
Proprio per finire in tempo, nel
cantiere si lavora notte e giorno, sabato e domenica.
Ma è uno slalom tra inchieste: 46
società sono state escluse dal cantiere per timore di infiltrazioni
mafiose. Dopo gli scandali (nati dalle procedure di urgenza con cui
si sono dati gli appalti, per il grande ritardo con cui sono partiti
i lavori), il governo ha mandato a Milano l'ex magistrato Raffaele
Cantone. Otto appalti su dieci sono stati intercettati dall'autorità
anticorruzione.
I costi per Expo sono lievitati, anche
senza tener conto della corruzione: Expo spa ha chiuso il 2013 con
una perdita i 7,5 ml di euro (2 ml in più rispetto all'anno prima).
Expo doveva nutrire il pianeta, per il
momento ha nutrito solo gli appetiti di politici e imprenditori senza
scrupoli. Ma come si fa a nutrire il pianeta se si sacrificano i
terreni su cui coltivare?
In nome dell'Expo si sono costruite
nuove autostrade: come la Tem.
Sono autostrade che non servono a
decongestionare il traffico, ma siccome sono opere accessorie per
Expo nessuno le ferma. E mentre i soldi per queste grandi e inutili
opere si trovano, comuni e regioni tagliano fondi per il trasporto
pubblico che rischierà di andare in crisi nei prossimi mesi.
Dove c'erano campi, dove si coltivava
grano biologico, ora ci sono gli svincoli della Tem.
Il centro studi del Politecnico di
Milano ha calcolato che Tem, Brebemi e Pedemontana si sono mangiati
1700 ettari di terreno, in gran parte terra fertile e coltivata,
utile per nutrire il pianeta.
Scheda puntata: la
terra nostra
Il promo sul sito Rai
TV
A PRESADIRETTA una bellissima inchiesta sullo sfruttamento della terra. Le colture intensive, l’uso massiccio di pesticidi, lo sfruttamento della manodopera agricola, il crescente utilizzo di terreni agricoli per la produzione di biogas.
Nel nostro paese è in atto una vera e propria rapina della terra destinata a produrre il cibo.Le telecamere di PRESADIRETTA sono andate a vedere cosa anche c’è dietro il grande appuntamento internazionale dell’Expo di Milano dedicato al tema “Nutrire il pianeta”. Chilometri di autostrade, cementificazione e contadini espropriati dei loro terreni agricoli.“NUTRIRE IL PIANETA” è un racconto di Riccardo Iacona con Raffaella Pusceddu ed Elisabetta Camilleri.
Sul corriere,
il proprietario dei terreni di Expo racconta i retroscena sulla
compravendita:
Sul dopo Expo interviene Marco Cabassi, 54 anni, ex proprietario dei terreni acquistati da Arexpo per i padiglioni del semestre internazionale. «Il prezzo attuale è irragionevole dice: chiedono 340 milioni quando la cifra d’acquisto è stata di 120 milioni, di cui 40 pagati a noi al costo di esproprio. Neanche il peggior privato azzarderebbe tanto». L’imprenditore ricostruisce la vicenda dei terreni e le vicissitudini con la Regione: «Abbiamo discusso per mesi, prima sono venuti a chiederci il terreno in comodato d’uso perché lo Stato non voleva spendere. Poi è cambiato tutto. Ci hanno voluto fuori dai piedi. Con le inchieste della Procura abbiamo capito perché: vedi Infrastrutture Lombarde, gli appalti, i margini di ricavo».
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