27 marzo 2015

Il jobs act e le vacche da corsa


78000 posti di lavoro (quasi 80mila .. il numero magico 80 che ritorna): è questa la cifra con cui misurare la bontà delle riforme renziane, anzi renzianissime.
Il jobs act scritto da confindustria e messo in pratica dal governo della fu sinistra.
Il tesoriere e deputato del PD Francesco Bonifazi ha commentato su TwitterA febbraio 2015 +38% di contratti a tempo indeterminato rispetto a 2014: #italiariparte in doppia cifra @matteorenzi #lavoltabuona— Francesco Bonifazi (@FrancescoBonif1) 26 Marzo 2015
Peccato che siano solo numeri: di questi 78mila o 79 mila, non sappiamo quanti siano i nuovi e quanti invece contratti già in essere rinnovati.
Non è che a furia di licenziare e riassumere si creino più posti di lavoro, sempre quelli sono.
Altrimenti si ricade nella commedia all'italiana racconata nel film “Anni ruggenti” di Luigi Zampa: le vacche da corsa delle case coloniche create dal fascismo che per sembrare di più venivano spostate da una fattoria all'altra.
Vacche da corsa appunto.

Non è solo questo: lo scrive Gilioli questa mattina sul suo blog
Comunque: i nuovi posti di lavoro non sono il frutto dell'abolizione dell'articolo 18, né tanto meno delle norme sul demansionamento e sul controllo a distanza dei dipendenti presenti nel Jobs Act. Sono il frutto della decontribuzione prevista nella legge di stabilità. Che è stata - lo ripeto di nuovo, a scanso di equivoci su presunte posizioni pregiudiziali - una buona scelta del governo Renzi. Ma che non ha nulla a che vedere con il resto delle scelte dell'esecutivo presenti nel Jobs Act.
By the way, queste agevolazioni fiscali durano tre anni ma valgono solo per gli assunti nel 2015. Quindi il rischio che si tratti di una "fiammata" e basta, c'è. E di nuovo: per carità, benvenuta la fiammata - per chi è stato assunto. Ma l'effetto rischia di essere di breve durata, dopo la positiva ricaduta mediatica. Che comunque il governo si prende - e d'accordo. Purché sia chiaro che con la riduzione dei diritti dei lavoratori propria del Jobs Act non ha nulla a che fare.
Anzi, se volessimo fare un po' di polemica sul Jobs Act, il dato diffuso ieri potrebbe portarci a dire che il boom di assunzioni a gennaio-febbraio è proprio la prova che non c'era alcun bisogno di precarizzare ulteriormente il lavoro, per creare occupazione: che bisogna intervenire su altri meccanismi. Ad esempio, la decontribuzione. Così come altri: la corruzione, la burocrazia, etc. Infatti i 79 mila sono stati assunti con le tutele che poi il Jobs Act ha abolito, considerandole ostative alle assunzioni. Verrebbe da ridere. Ma lasciamo perdere.
Dunque di che parliamo?
Di quello che ha scritto George Orwell nel libro 1984
"D'altra parte, non nutrivano per gli eventi pubblici neanche quell'interesse minimo per capire che cosa stava succedendo. L'incapacità di comprendere salvaguardava la loro integrità mentale. Ingoiavano tutto, senza batter ciglio, e ciò che ingoiavano non le faceva soffrire perché non lasciava traccia alcuna, allo stesso modo in cui un chicco di grano passa indigerito attraverso il corpo di un uccello".
Parliamo del fatto che 2+2 fa cinque, se serve al partito.

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