09 marzo 2015

L'uomo solo al (tele)comando

"Colonnello, questo paese lo governiamo con la televisione e non con i carabinieri"
Sud Gabriele Salvatores.

La grande riforma della Rai: un unico amministratore scelto da Palazzo Chigi, cioè lui. 
Che fine ha fatto l'idea di togliere i partiti dalla Rai?

Martedì si voterà la grande riforma costituzionale: quella con una legge elettorale coi capilista bloccati, col Senato di nominati e di consiglieri regionali doppiolavoristi (come la Serracchiani, che oggi si divide tra la segreteria PD e le televisioni).
Non sappiamo ancora come voterà Berlusconi: ora dice che non voterà la grande riforma, ma bisogna vedere come voteranno i suoi.
Stretto tra Salvini (o me o l'altro Matteo) e le sue aziende, penso che alla fine B. sceglierà tenendo conto della bottega.

Sono appena entrati in vigore i decreti attuativi della grande riforma del lavoro: quella che toglie alibi alle aziende, che toglie di mezzo co co co e il vecchiume dello statuto dei lavoratori. Quella che ha permesso a permesso a Farinetti (visto alla convention di Mediolanum assieme al finanziere Serra) di assumere qualche dipendente col nuovo contratto e risparmiare 2 ml di euro:
"Se tutto va bene quest'anno con le nuove assunzioni risparmieremo uno o due milioni di euro che impiegheremo tutti nelle nuove assunzioni. Quindi immaginiamo duecento posti di lavoro in più, con i contratti a tutele crescenti".

Vedremo se tra tre anni i posti saranno confermati.
Il momento è propizio, come ci raccontano i TG: lo spread scende, gli imprenditori assumono, il pil cresce (e anche se non crescesse chi si mette a controllare?).
Si possono riformare Rai, giustizia, processi, norme ambientali.
Chi inquina paga: ma non a Taranto e forse anche in altri posti.
Daspo per i corrotti: ma non ora, forse mai. Perché nel grande gioco delle parti, NCD si oppone.
E forse verrà toccato anche il tema delle intercettazioni, per non far sapere al cittadino come parlano i nostri politici tra di loro.
Oltre la rottamazione: in Campania il Pd è riuscito ad andare oltre la rottamazione, riproponendo un vecchio amministratore pure condannato.
E se volete ridere (o piangere) leggetevi la storia del sindaco di Agropoli.

Che pacchia per B. 
Fa tutti lui: l'uomo solo al telecomando.
Che un giorno sceglierà anche i programmi che vedremo.


1 commento:

  1. Volendo mettere su una bilancia quello che ha detto e quello che ha fatto Renzi, il piatto con il detto pesa molto di più è evidente.
    Rispetto a quello che è stato detto e mai fatto da chi è stato al comando del governo precedentemente, la differenza è chiara.
    Renzi ha un modo di fare "spacconesco", ma qualcosa sta facendo.
    Che sarà da aggiustare è inevitabile.
    Che dice una cosa e ne fa un' altra è vero; ma ha aperto o sfondato la porta di accesso alle riforme. Se non fosse stato così ora staremmo ancora a grattarci per la rogna.
    Oggi la responsabilità è di Renzi, ma per la storia essa grava molto sulle teste di quei "INCAPACI FURBI" che prima di lui hanno saputo maneggiare il bene pubblico solo per il loro interesse.

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Mi raccomando, siate umani