22 aprile 2015

Respingimenti democratici

Il modello è la Bossi Fini (che tanti risultati e soddisfazioni ha dato nel contrasto allo spaccio e alla proliferazione delle droghe): la proposta del governissimo è quella di fare la guerra a gli scafisti. Spariamo contro gli scafi, affondiamoli, usiamo le stesse procedure di ingaggio in essere contro i pirati.
Peccato che i pirati che assaltano le navi siano dei veri e propri commandos.
Mentre gli scafisti sono solo l'ultima ruota del carro: a volte sono anche loro migranti cui viene concesso il viaggio gratis, basta che tengano il timone a nord.
Ma prendersela con gli scafisti consente di sbattere i mostri (i piccoli mostri) in prima pagina, arresti facili e condanne facili.

Facili rispetto all'altra strada, più complicata: risalire ai capi dell'organizzazione criminale, colpire i patrimoni.
Prodi aveva proposto (inascoltato) di smetterla di finanziare i paesi produttori di petrolio, come la Libia.
Chi è che ha interesse a destabilizzare l'europa (del sud) con l'Isis e i flussi di migranti dai paesi del nordafrica?

Così si torna al solito ritornello: i respingimenti, i blocchi, gli spari.
Tanto criticati ai tempi in cui il Pd era all'opposizione.
Che ora tornano ad essere strumenti democratici.

PS: sul ritornello dei costi di Mare nostrum , dell'accoglienza, di questi immigrati che pretendono wi fi e hotel a cinque stelle.
Lasciamo perdere il discorso delle vite salvate (evidentemente ai nostri difensori della famiglia non interessa).
Mare nostrun costava 9,6 ml di euro al mese (Triton 3): tanti soldi, che non possiamo più permetterci di spendere.
Diamo soldi agli immigrati e poi non abbiamo soldi per le nostre famiglie.

Ecco, Marco Lillo oggi parte da qui per ricordare tutti gli sprechi fatti in questi anni, dai governi in cui c'era anche la Lega.
P ROV I A M O a   fare qualche esempio: il governo guidato da Silvio Berlusconi è stato prota-gonista principale dello sperpero, stimato in 470 milioni di eu-ro , per la  costruzione inutile delle strutture che avrebbero dovuto ospitare  i grandi  della terra per  il G8  del 2009  alla Maddalena. Se il governo Ber-lusconi non avesse sprecato cir-ca cento milioni per gli appaltiassegnati alle associazioni diimprese dove  c’era ilgruppoAnemone forse oggi si potrebbefinanziare Mare Nostrum per il2015. Sempre in quel periodo diGrandi Eventi e grandi sperpe-ri, le strutture della presidenzadel consiglio varavano i mon-diali di nuoto del 2009. I 20 mi-lioni gettati nella piscina di Val-co San Paolo a Roma, costruita(e mai  inaugurata per  via del suo  tetto pericolante)  da  quel Francesco Piscicelli, famoso perla risata della notte del sisma dell’Aquila, oggi potrebbero tornare utili per finanziare altri due mesi di Mare Nostrum.Con i 200 milionisperperati perla città dello sport di Tor Vergata Roma si potrebbero finan-ziare altri due anni di salvataggi.Per tornare sul mare, un altro esempio di spreco di denaro pubblico è quello  della penale per la mancata costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Il contratto capestro tra la so-cietà pubblica Stretto di Messi-na e il consorzio Eurolink fu sti-pulato ai tempi del secondo go-verno Berlusconi nel  2005. Lamodifica ancora più sfavorevo-le per le casse pubbliche invece èstata firmata dall’allora presi-dente della   società pubblica,Pietro Ciucci, nel settembre del 2009. A quei tempi la Lega era algoverno e Matteo Salvini si eraappena dimesso  da deputatomantenendo la seconda poltro-na di europarlamentare, men-tre Giorgia Meloni e AngelinoAlfano erano ministri. Nessunofiatò né allora né quando i gior-nali hanno svelato gli accordi ri-servati tra Stretto di Messina eEurolink. La penale sarà ogget-to di un contenzioso ma la spesaper le casse pubbliche dovrebbearrivare a700 milioni  di euro,pari ad altri sei  anni di Mare Nostrum.

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