06 aprile 2015

Sempre meglio che niente


Le riforme dell'era berlusconiane erano quelle all'impronta del meno peggio: lui chiedeva 100, per i suoi interessi, sapendo che a furia di ricatti sarebbe riuscito ad arrivare a 40 o 30. Chiedeva di sospendere migliaia di processi, eravamo nel 2008 dopo la vittoria alle elezioni: non solo il suo, ma anche altri 100mila, per decreto legge. E poi il bavaglio alla stampa. Finché non ci si mise d'accordo con l'immunità, il lodo Alfano. Che poi è lo stesso Alfano che oggi fa il ministro dell'interno (con un altra maggioranza, pare).

Le riforme di oggi sono invece all'insegna del sempre meglio che niente.
Il reato di autoriciclaggio non punisce veramente coloro i quali reinvestono i proventi criminali? Beh, prima non c'era nemmeno la legge, sempre meglio che niente.
La riforma delle province lascia buchi di competenze, prevede 20000 dipendenti in soprannumero, rischia di lasciare i cittadini senza servizio.
Ma almeno non abbiamo più questi enti inutili. Sempre meglio che niente.
La legge sul falso in bilancio non prevede intercettazioni per le società non quotate (la maggioranza), con il rischio di aver lasciato scoperto un fianco per la lotta alla corruzione?
Ma come, prima non c'era nemmeno il falso il bilancio e ora almeno è stato introdotto per le società quotate. Sempre meglio che niente.
Stesso discorso per il reato di voto discambio mafioso, il 416 ter. Per come è formulato sarà difficile provare il dolo, la volontà di favorire la mafia. Un favore ai politici che chiedono i servizi di mafia Spa? Ma almeno abbiamo riformulato il reato che prima non era definito bene. Sempre meglio che niente....

Potremmo anche parlare del senato, della legge elettorale (preferite quella di prima? La stiamo cambiando..), della riforma del lavoro (che estende le coperture ad una platea di lavoratori più ampia, ma tocca lo statuto dei lavoratori, non da garanzie sulla stabilità dei contratti, ci sono dubbi sulle coperture ..).

Ecco, temo che a furia di dire sempre meglio che niente, diventeremo anche noi niente.

E scusate se mi permetto di usare una frase di  Edoardo De Filippo.

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