10 maggio 2015

Il patto nascosto per governare l'Unità - anticipazione del servizio di Report

L'articolo di Valeria Pacelli (@PacelliValeria) per il Fatto Quotidiano anticipa il servizio di Report di domenica, sulle traversie de l'Unità
“Il Pd dirigeva l’Unità con lo 0,01%”LA TRASMISSIONE DELLA GABANELLI SCOVA UN PATTO NASCOSTO: LA SOCIETÀ CONDIZIONATA DALLA PICCOLA QUOTA DEL NAZARENO
Matteo Renzi alla festa dell’Unità di Bologna,lo aveva detto chiaramente: entro “la prossima festa nazionale di Milano, troverete di nuovo in edicola l’Unità”, anticipando come insieme a Cuperlo avessero “un po’ di idee bislacche”. IlPd si augura, come molti giornalisti e lettori, che il quotidiano fondato da Antonio Gramsci possa rinascere.  Ma il  partito del  Premier ha  anche qualche altro interesse soprattutto per l’influenza che ha avuto sul quotidiano. Lo testimonia un patto  parasociale  finora tenuto  segreto  tra  la Eventi Italia srl, società detenuta interamente dal Pd, il segretario dem in Sardegna Renato Soru, la Monteverdi Srl (di proprietà di Soru stesso e del fratello minore Emanuele) e la Gunther Reform Holding spa.

A RIVELARE L’E S I ST E N Z A di questo patto è un servizio di Report di Emanuele Bellano  in onda stasera su Rai 3. In questo documento siglato il 13 giugno 2012 si testimonia come la Eventi Italia srl–che detiene solo lo 0,01 per cento della Nie, ex editore dell’Unità ora in liquidazione –sia riuscita a condizionare le scelte del giornale. Infatti nel patto parasociale è scritto che il Pd  tramite la Eventi Italia Srl può: “Nominare un consigliere di amministrazione”, deve esprimere “previo gradimento” sul presidente, amministratore delegato e direttore del quotidiano. Inoltre il voto favorevole di Eventi Italia Srl è necessario anche per approvare il bilancio e i piani industriali, assumere finanziamenti, acquistare immobili. Il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, nega quel-lo che può sembrare un controllo del partito sul quotidiano: nessuna influenza, anzi “è bene ricordare –scrive in una nota–che le responsabilità erano del socio di maggioranza assoluta, Fago”.
 
Ai microfoni del programma di Milena Gabanelli, Matteo Fago risponde: “Il Pd (...) ciha sempre imposto le scelte o ci ha impedito di fare scelte di un certo tipo: una volta perché c’era -no le primarie, poi c’erano le elezioni (...) Di fatto non si poteva fare niente. E questo con lo 0,01%delle quote”. 
Ma oltre la linea editoriale, adesso, il principale problema dell’Unità sono i debiti e il fallimento della società editrice. Con tutte le conseguenze che ci sono state per i giornalisti che si sono  visti  recapitare lettere  di  pignoramento.Quattrocentomila  euro  sono stati  chiesti  all’ex direttore Concita De Gregorio, finita proprio ieri in uno scontro con l’avvocato Giuseppe Macciotta, difensore dei giornalisti per l’editore Nie. La De Gregorio ha dichiarato di non essere stata chiamata a“produrre carte per un’adeguata difesa”. E così i ruoli si sono in-vertiti: il legale, che la difendeva, ora la querela come ha annunciato lui stesso.Intanto il quotidiano ha un nuovo editore,Guido Veneziani che dovrà cercare quantomeno di sistemare la situazione debitoria che non è riuscita a risolvere la Nie nonostante abbia ricevuto in 14 anni circa 60 milioni di euro di fondi pubblici per l’editoria. Magarisi sceglieranno canali di finanziamento diversi da quelli del passato.Nel servizio di Report si racconta come spesso si bussava alla porta di Maurizio Mian, un imprenditore che nel 2012 crea una fondazione con sede alle Bahamas, con beneficiario il suo cane Gunther. Con i soldi della fondazione acquista le azioni del’Unità e diventa socio di maggioranza. A Mian, come racconta lui stesso, per risolvere le crisi dell’Unità si sarebbe rivolto anche  Pier Luigi Bersani a  Natale del 2012. MIAN decide di investire nel quotidiano solo per-ché, spiega a Report, “a me interessava avere appoggi (...) A me interessava entrare nel mondo della  comunicazione e  far  parte della  manipolazione, del Gotha”. 
L’obiettivo sarebbe diffondere un nuovo modello di famiglia: non più mo-glie e marito, ma due ragazzi, tre ragazze e un pastore tedesco.  Questo progetto finisce  in un documento portato a Matteo  Orfini, oggi presidente del Pd. Orfini a Report commenta: “L’unica cosa concreta che ho fatto per Mian è (...) man-darlo da una società di produzione privata che lo aiutasse a fare, a dare forma al suo progetto di comunicazione”. L’accordo resta verbale, anche se il Pd non dimentica Maurizio Mian, presente anche nell’atto costitutivo della Eyu, la fondazione che gestisce i media del Partito Democratico.

Ecco il patto parasociale tra laEventi Italia Srl, Renato Soru,e altre due società

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