17 dicembre 2015

La repubblica fondata sul ricatto

La battuta più calzante che ho letto, sulla morte di Licio Gelli, è che verrà seppellito nel suo armadio in mezzo ai suoi segreti.
Licio Gelli, l'uomo dei segreti e dei misteri, rappresenta bene la parte oscura e ambigua della storia del nostro paese.
Fascista per convinzione, antifascista per convenienza, vicino agli ambienti ultra-atlantici negli anni 70, amico di politici e di uomini delle istituzioni ma anche dei generali golpisti sudamericani.
Con la divisa da SS italiana, quando dava la caccia ai partigiani ma faceva anche il doppiogioco coi partigiani, vendendo loro i fascisti a guerra finita.

Licio Gelli è l'uomo che riuscì a costruire una ragnatela di potere, affari, relazioni con la loggia Propaganda 2: dentro figuravano i vertici dei servizi, generali e alti ufficiali dei carabinieri e della finanza, giornalisti come Costanzo, imprenditori e banchieri. Se volevi fare carriera, nelle forze dell'ordine o anche nell'imprenditoria, dovevi fare la tessera. Lo stesso Dalla Chiesa, fece domanda per entrarvi, in questa loggia, quando la sua nomina nell'arma era in stallo.

Il nome di Gelli è finito dentro tutte le storie oscure del nostro paese, guerre puniche a parte.
Il golpe dell'Immacolata, la strage di Bologna (e i depistaggi per cui fu condannato), la bancarotta del banco Ambrosiano e la morte di Calvi.
Nonostante questo, fece solo pochi giorni di carcere: in Italia, evidentemente, abbiamo più a cuore la salute di faccendieri e di intrallazzatori di quella dei suoi cittadini.
Così come tutti i misteri d'Italia si sono risolti in farsa (Piazza Fontana coi fascisti assolti ma responsabili, coi familiari costretti a pagare le spese..), anche la sua vita si è risolta alla stessa maniera: è morto nel suo letto, quasi serenamente. Dubito che abbia mai provato rimorso per quello che ha fatto o organizzato.

Ora che se ne è andato, c'è ancora modo di fare lui sui nostri segreti? Io credo di si, se ci fosse solo la volontà.
Anche perché ha lasciato, nelle sue dimore, molte tracce del suo passato e del passato del nostro paese. Come l'archivio personale finito a Montevideo.
Quello che forse contiene la lista completa dei membri della loggia P2 e di altri segreti con cui persone come Gelli hanno potuto conquistarsi fette di potere, grazie ai ricatti.
La Repubblica fondata sul ricatto.
Quello dei dossier, delle agende rosse sparite, degli armadi della vergogna.
Gelli ci ha lasciato anche il futuro programma politico, quello passato alla storia come “piano di rinascita nazionale”.
Riforma costituzionale in senso presidenziale, smantellamento sindacati, controllo informazione, separazione delle carriere e potere giudiziario sotto controllo della politica, ovvero dell'esecutivo.
Ai tempi di Berlusconi, è stato spesso citato (e non a sproposito ) questo piano, come ispiratore delle sue leggi.

Per fortuna adesso viviamo in un altro clima, dove le decisioni della politica sono prese in modo palese e trasparente, dove le porte dei palazzi del potere sono aperte. Dove la libera stampa può tranquillamente fare le pulci al potere (come Report con l'Eni), dove i magistrati possono portare avanti la loro azione senza alcuna interferenza da parte dei giudici.

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