Incipit
5 giugno 2010
«Mattia?»
«Come va, cara?»
«Ora meglio, la casa si è riscaldata e ho potuto lavorare. Da quando non ci venivamo?»
«Fammi pensare… Da gennaio.»
«Ho dovuto anche pulire un po’. C’era polvere dappertutto.»
«Hai cenato?»
«Sì.»
«Come ti senti?»
«Meglio.»
«Passato il ghibli?»
«Quasi del tutto. Ora vado a farmi un bel sonno.»
«Mi chiami domattina?»
«Alle nove va bene?»
«Va benissimo.» «Buonanotte, Mattia.»
«Buonanotte, cara.»
Una poesia, “Furibondo” di
Dino Campana, dove nei suoi versi finali il poeta impugna la gola
della donna amata e vittorioso entra nella "patria antica".
Un quadro, “Noli me tangere”dove il Beato Angelico, che raffigura l'apparizione di Gesù, dopo la
resurrezione, a Maria Maddalena. E di fronte al desiderio di
toccarlo, Gesù risponde con “non mi toccare”.
Un testo teatrale di Eliot, “Cocktail
Party”, dove si parla del tormento di una donna e della cura
proposta da uno psicanalista.
Questi i primi indizi di un enigma, cui
in seguito se ne aggiungeranno altri: l'enigma riguarda la scomparsa
della scrittrice Laura Garaudo, la giovane moglie del famoso
scrittore Mattia Todini. Anche lei scrittrice, nonché esperta
d'arte. Un giorno, anziché andare a riposarsi nella sua villa in
campagna, sparisce, senza lasciare tracce.
O meglio lasciando tante piccole
impronte del suo girovagare per l'Italia.
Beato Angelico - Noli me tangere |
E non è sparita per farsi pubblicità
per i suoi libri, come qualcuno inizialmente lascia ipotizzare.
L'enigma della scomparsa è quello che
deve risolvere il commissario Maurizi, che, andando a sentire gli
amici della giovane (e molto attraente) donna, si ritrova di fronte
ad un enigma ancora più grande. Chi è veramente Laura?
Ciascuno degli amici ne da un'immagine
diversa: una donna senza anima, che passava da un amante all'altro.
No, una donna tormentata, che non teneva da conto i suoi averi. Non è
vero, era una donna arida come il deserto, dove soffia il ghibli che
tutto nasconde....
A modo suo, Laura amava il marito, con cui aveva un forte legame e una forte complicità. E gli era fedele, nonostante gli strascichi delle sue passate relazioni.
Una personalità complessa dunque, fuori dalla morale comune, che dunque si prestava ad essere giudicata frettolosamente. Laura, inoltre, aveva dei momenti in cui si doveva nascondere al mondo, per rimanere sola: “ho il ghibli” diceva, e nessuno in quei momenti poteva avvicinarla.
A modo suo, Laura amava il marito, con cui aveva un forte legame e una forte complicità. E gli era fedele, nonostante gli strascichi delle sue passate relazioni.
Una personalità complessa dunque, fuori dalla morale comune, che dunque si prestava ad essere giudicata frettolosamente. Laura, inoltre, aveva dei momenti in cui si doveva nascondere al mondo, per rimanere sola: “ho il ghibli” diceva, e nessuno in quei momenti poteva avvicinarla.
«Non ho capito, scusi. Ha detto proprio ghibli? Ma il ghibli non è il vento del deserto?»«Mi scusi lei, sì, è il vento del deserto, ho adoperato una parola del nostro gergo famigliare. Diceva che aveva il ghibli, va’ a asapere perché lo chiamasse così, quando non aveva voglia di fare niente e se ne restava per ore a letto a guardare il soffitto. Silenziosa e di cattivo umore, guai a disturbarla. Interrompeva completamente i rapporti col mondo esterno, me compreso. Staccava la spina, come si usa dire. Le capitava almeno una volta ogni due mesi, poi dopo qualche giorno le passava e tornava a essere…»«Da cosa erano causati questi sbalzi d’umore?»«Da niente di preciso.»
Inizia, mettendo assieme le
testimonianze degli amici, le lettere spedite, "pizzinni"
raccolti nei suoi libri, inizia a farsi un'idea più complessa della
scrittrice:
"Ho la netta sensazione che il suo non sia uno spostarsi casuale, ma che Laura stia seguendo un tracciato preciso. Con tappe obbligate. Come se facesse un viaggio iniziatico o un rito purificatorio o un vero e proprio pellegrinaggio".
L'enigma della scomparsa diventa così
l'enigma per comprendere l'anima di una donna. E per comprendere la sua
frenesia amorosa, il perché dei tanti amanti, e il perché di quei
tre indizi: il dipinto, la poesia di Campana e lo
spettacolo di Eliot.
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