15 aprile 2016

Morire sul lavoro

La storia (o per meglio dire, lo scandalo) delle cave di Carrara lo aveva raccontato per la prima volta Report nel 2011 ("La banda del buco"):
La legge che regola il settore è del 1927, ma lascia fuori Carrara, e ogni regione fa di testa sua.Iovene ha girato l'Italia per vedere cosa succede.A Carrara succede che le polveri inquinanti per il trasporto del marmo sui camion sono di tutti, e un arricchimento per pochi.Camion che dovrebbero girare coperti, per evitare l'inquinamento e che invece girano per le strade dei paesi senza rispettare le ordinanze comunali."Siamo tutti soccombenti al ricatto del lavoro" risponde il sindaco: le imprese di estrazione hanno rifiutato l'intervista (come in altre regioni) e parlano tramite l'associazione industriali. Che tira fuori gli estensi, le vecchie concessioni perenni: sono le stesse famiglie che da anni si passano le concessioni rinnovate automaticamente ogni 29 anni. Queste guadagnano 2000 euro a tonnellata, pagando il comune tra 7 e 13 euro e mezzo a tonnellata.Basterebbe alzare il canone, per guadagnare qualcosa di più, sono soldi che farebbero comodo in un periodo di tagli.Senza parlare delle dismissioni delle cave: una volta chiuse, le cave andrebbero sistemate, invece si lascia lo scempio a vista."A queste cose sono più sensibili gli ambientalisti" ammette con un sorriso il pres. dell'associazione industriali.
Sono passati, anni, governi, rottamatori e professori in Loden e a Carrara si muore nelle cave. I sindacati hanno indetto uno sciopero, quei lavoratori del marmo non avrebbero dovuto essere in quel momento al lavoro.
Una delle tante situazioni paradossali dove incontriamo all'arricchimento di pochi, la distruzione dell'ambiente, privilegi fuori dal tempo, assenza di controlli per concessioni che si prorogano senza controllare la sicurezza di chi lavora.

Nessun commento:

Posta un commento

Mi raccomando, siate umani