È tempo che io stringa la tua vita
nella mia
perché resti sempre e solo ovunque tu
non sia.
Federico Sirianni, Tempo
Due donne una di fronte all'altra.
Una è la vedova di un boss della
ndrangheta l'altra è un pubblico ministero che deve raccogliere la
sua confessione.
Un lungo confronto tra due donne, un lungo racconto della vita a fianco del boss, la storia della
penetrazione mafiosa al nord.
Il pm che fa domande e che cerca di capire, di incrociare i dati.
E la donna, che è stata a fianco del criminale, amandolo, che racconta. Non pentita.
No, non è un caso come gli altri.
L'incipit.
Una stanza.Spoglia, pareti di cemento grezzo, l'aria condizionata insufficiente a stemperare il caldo torrido di luglio. Eppure la vedova pare non farci caso. Pallida, quasi immobile, se ne stà lì, seduta dietro un largo tavolo metallico inchiodato al pavimento. Senza dire niente, senza fare niente.Una telecamera fissata in alto, sulla parete di fronte a lei, rimanda a qualche schermo di controllo ogni suo più piccolo movimento, ogni cambio d'espressione, ogni sospiro. Cercano di capire cos'abbia in mente, là fuori. Cercano di capire perché ha fatto quello che ha fatto. Vogliono rendersi conto.Rendersi conto, già, pensa lei. Come se fosse facile.Come se fosse facile comprendere quel desiderio bruciante, invincibile .. Quel desiderio che ancora adesso ..Basta, dice la vedova a se stessa. Meglio non ripensare a certe cose.Si chiama Annamaria e ha trentasette anni. È ancora bella, anche a guardarla da un freddo monitor di sorveglianza. Belle le mani lunghe e sottili, bello il volto regolare, splendidi i folti capelli corvini, anche ridotti a macchie in bassa definizione.Tiene gli occhi fissi sul piano del tavolo e solo di tanto in tanto, forse inconsapevolmente, si tormenta le mani.Non piange. Sa che non la farà. Non darà loro questa soddisfazione.Ha davanti un microfono, collegato a un registratore. Roba antiquata ma efficiente, servita certo migliaia di volte fino a oggi.Davvero, pensa ancora Annamaria, chissà quante storie in quelle bobine. Quanti incubi, quante sofferenze. Quanti rimorsi.Presto anche lei ci aggiungerà la sua parte. O forse no. Non i rimorsi, almeno.Non ce ne saranno di quelli.
Un caso come gli altri, Pasquale Ruju
(Edizioni
E/O).
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Mi raccomando, siate umani