Prologo, uno dei primi giorni dell'aprile 1945Dieci. «Falko!» urla il tedesco. Nessuno si muove. Falco ha un sussulto. La schiena gli si gela, le mani perdono forza e il cuore ha un battito a vuoto. «Falko. Schnell.» Il ragazzo china la testa a sta per muoversi quando dal fondo della fila si fa avanti il Guercio. Devia verso Falco. Sorride. Lo abbraccia e gli appoggia una mano sul cuore. La mano è calda e ferma.
«Hai capito?.» gli dice. «Mano ferma. E ti raccomando la mucca.»Poi il Guercio si volta e cammina dritto guardano in faccia il suo destino.
Inizia
così, con un flash back all'indietro nel tempo negli ultimi giorni
della guerra partigiana, l'ultima fatica dell'incredibile trio di
giallisti milanesi: un atto di eroismo, uno dei tanti dimenticati, in
cui un vecchio partigiano si sacrifica per quel giovane, Falco,
così ansioso di combattere, di conoscere la vita.
E
a cui confida il suo segreto: respira, per buttare fuori la paura e
tenere la mano ferma.
Assassinio
alla Scala inaugura la nuova serie per Centauria
libri, chiamata proprio “I
falchi” , in onore a “Falco” Santi
Ambrogio, il commissario di polizia che si muove nella Milano dei
primi anni '70.
Ex
partigiano, vedovo, uno di quei poliziotti che non puoi togliere
dalla strada, perché nella strada sono cresciuti. Hanno imparato la
linea che separa lo sbirro dal criminale, hanno imparato che per
sopravvivere bisogna abituarsi alla violenza e al sangue.
E
a sparare, quando serve.
Prima
della Scala, 7 dicembre 1972
L'opera
che inaugura la prima è “Un ballo in maschera” di Verdi:
ma la rappresentazione viene interrotta quando un commando di sette
uomini, già presenti in sala, prende in ostaggio le persone in
teatro.
«Chi la profetica sua gonna afferra, o'passi il mare, voli alla guerra...»Ripiega il foglio con cura, lo rimette in tasca.E a questo punto succede qualcosa di inatteso per tutti, anche per gli stessi criminali: si sente gridare da uno dei palchi laterali. È la voce di una donna.«Maledetti, siate tutti maledetti!»L'uomo davanti la platea fatica ad individuarla nel teatro gremito, i suoi occhi scrutano rapidamente nella direzione da cui gli sembra essere arrivata la voce.
Da uno dei palchi del terzo ordine vede poi cadere qualcosa, che con un tonfo sordo si schianta in pelata.Una donna si è buttata.Qualcuno grida terrorizzato, poi altri e altri ancora. Si alzano dalle poltrone, altri li seguono. Sono attimi concitaci, il criminale davanti al palco capisce di aver perso il controllo della situazione. Forse sente qualcosa dietro di sé, si gira all'improvviso.E spara.
Il
panico è giusto un attimo: panico scatenato dai colpi, dalla signora
che cade da un palco e si schianta in platea, e non si capisce se è
stata colpita o se si è suicidata.
Nel
fuggi fuggi generale interviene anche Santi Ambrogio, Falco 1, che
all'ingresso della Scala scorge un suo collega nella Mobile, Mimmo
Mancini, mano nella mano con un ragazza dai capelli rossi.
Ma
è un attimo, perché dopo aver colpito uno degli assalitori, con uno
scorpione tatuato sull'avambraccio, Mancini viene a sua volta
colpito, per morire tra le braccia di Santi.
Come
è prevedibile, l'attentato suscita una reazione forte sia da parte
della popolazione che, di riflesso, nella Polizia. È morto un
collega, e da Roma, dal ministero, partono le telefonate per capire
chi siano questi misteriosi assalitori, che si sono dileguati nella
calca.
C'è
paura a Milano, c'è addirittura il timore che arriverà l'esercito
nelle strade, per colpa di questi terroristi..
“Questi vogliono le prime pagine dei giornali, non soltanto i soldi. Questa è una dichiarazione, non una semplice rapina. Ma rivolta a chi? Per chi lo stanno facendo? Chi è che dovrebbe mettersi ad ascoltare, adesso? Lo Stato, forse? E chi era la donna dai capelli rossi che stava insieme a Mimmo?”.
Sono
le stesse domande che girano per la testa di Santi che però viene
estromesso dal caso, troppo amico di Mimmo, troppo coinvolto per
essere lucido, così sostiene il suo capo. Che lo mette in ferie.
Ma
Santi Ambrogio non è uno che si lascia tener fuori: anche per motivi
personali, avendo lavorato accanto a Mancini per anni, conoscendo la
moglie, inizia una sua indagine personale, non autorizzata.
Mica
può lasciare il caso a quel tenente giovane, Michele Daglas si
chiama, padre americano e americana la macchina con cui gira per
Milano: una Mustang fiammante.
Inizia
così una sfida personale, tra Daglas e Santi Ambrogio, il giovane e
il vecchio, a chi arriverà prima alla soluzione del caso.
Ma
a mettersi sulle tracce dello Scorpione e degli altri terroristi (o
rapinatori? O cosa?) c'è anche una bella giornalista, Loriana
Principe, del Corriere, bella ma anche ostinata nel volersi infilare
dentro il caso senza aspettarsi le solite dichiarazioni della
Questura...
Santambrogio
segue le sue piste: tartassa i suoi informatori come Tass (al secolo
Armando Tassoni), cerca di capire chi fosse la strana donna rossa al
fianco di Mancini, il ruolo nella storia della sorella di Mancini, la
vedova Bellinzoni (nel cda della Scala).
Lo
stesso fa il collega Daglas, con la sua indagine dal di
dentro: dentro il mondo della Scala, le sue gelosie, gli incidenti
avvenuti nel passato, le stroncature dei loggionisti nei confronti di
una cantante ..
Strana
gente gira attorno alla Scala: gente strana come la Vedova di Mozart,
la signora Pontaccio. Il tenore Kores che sembra conoscere molti
segreti di quel mondo. Lo stesso violista, Fuentes, l'uomo che è
stato sostituito da uno della banda e grazie a cui è stata portata
la bomba dentro la Scala, aveva una vita nascosta ..
“Troppe cose non tornano. Troppe coincidenze confluiscono alla Scala. Quanti eventi luttuosi tutti nella stessa sera, e che strascico di morti. La Torricelli suicida. Lo Scorpione. Mimmo. Il violista. E adesso la nipote di Mimmo che è una tossicodipendente. La sensazione che la Bellinzoni abbia taciuto troppe cose.
Santambrogio si accorge di avere una gran confusione in testa, tasselli a cui non riesce a trovare il giusto collocamento”.
Tutti
e due, anzi tutti e tre, arrivano alle stesse domande, senza
risposta: quale era l'obiettivo dei sette criminali? Non una rapina e
forse nemmeno un atto politico?
Come
hanno fatto ad entrare dentro il teatro con le armi?
Ogni
volta che i tre si imbattono in una nuova pista, in un nuovo
personaggio da ascoltare, vengono preceduti da una mano assassina,
che uccide lasciando accanto alle vittime dei brani di opere liriche
di Verdi. l ballo in maschera, Attila, la Traviata, l'Aida .. perché?
Che cosa significa?
Che
filo lega queste morti, con i brani e con la Scala? Cosa c'entra
l'amico Mimmo Mancini in questa storia?
Le
due, o tre indagini, sono destinate a riunirsi, quando le morti
iniziano a diventare troppe ed occorre unire le forze e le
informazioni.
L'inchiesta,
quella legale e quella sotterranea, li porterà dentro la mala
milanese e dentro i salotti di Milano.
Li
porterà a scoprire brutti traffici, li porterà perfino ad un passo
dalla verità, che potranno solo sfiorare.
Perché
siamo in un teatro, “è tutta una recita. Nessuno è come
sembra. E tutti indossano una maschera”.
Assassinio
alla Scala è un noir duro, che
scorre veloce sulle strade scivolose di Milano che piacerebbe a
Giorgio Scerbanenco: seguiranno altre storie con la coppia Michele
Daglas e Ambrogio Santi che andranno in parallelo con le altre uscite
di Besola, Ferrari e Gallone per Frilli, con Mala e il Fernet di cui
è attesa una prossima uscita in autunno!
C'è
una frase, un pensiero, nel finale del libro, del protagonista Santi:
una di quelle considerazioni amare, sulla vita e sul lavoro, troppo
bella per non essere citata:
“La verità fa sempre schifo, l''ho imparato quando mi facevo chiamare Falco. Simpatizzanti fascisti che si tramutano in devote pecorelle in fila per la messa della domenica mattina, crudeli assassini che con la scusa della divisa da onorare e una patria da difendere o di un nome da partigiano, si permettevano le peggiori efferatezze. Ho visto tanti partiti politici cambiare sigla e rimanere sempre gli stessi. E io cosa sono? Chi sono? Da che parte sto?Se l'è sempre chiesto e non ha mai trovato risposta.Forse sono un assassino? Un uomo che la morte ha risparmiato soltanto per farmi godere il suo grande spettacolo seduto nelle prime fila? A chi importa, in fondo, di conoscere la verità? Di sapere? Non lo so,, e la cosa più stupida è che nonostante tutto non smetterò di chiedermelo.”
Buona
lettura!
La
scheda del libro sul sito di Centauria.
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