18 ottobre 2016

Report – diamanti, investimenti, tasse e offshore

Indovina chi viene a cena.
Il made in Italy è minacciato dal merda in Italy – racconta Erri De Luca: anziché investire sulla nostra univocità, investiamo sulle opere pubbliche inutili (come il ponte, fa capire lo scrittore).
In Sicilia hanno un sistema ferroviario catastrofico, ospedali, carceri vuote, costruzioni fatte da imprese vicine ai partiti.

Sulla sua battaglia No Tav: sono stato imputato per aver detto che l'opera andava sabotata. Poi sono stato prosciolto perché il fatto non sussiste.

Sul cibo: piantando una pera, nasce l'albero, la Monsanto ha brevettato la sterilità.
Oggi i giovani stanno tornando all'agricoltura, scegliendo magari una nicchia di produzione da rivendicare come eccellenza. Un'eccellenza che la deve pagare però il consumatore. Oppure passare attraverso i gruppi di acquisto.

“La terra siamo noi, fatta da un soffio di argilla”: Alice Waters, vice presidente di slow food, ha cambiato il palato degli italiani,. È partita da un orto la sua rivoluzione: rischiamo di perdere la nostra esclusività per colpa delle multinazionali, dal settore dei fast food, che non ci informano sul cibo e sugli ingredienti.
Non c'è consapevolezza del cibo e della stagionalità: negli Stati Uniti la maggior parte delle persone non consuma un pasto tutti assieme attorno alla tavola.
Il pasto consumato insieme tiene unita la famiglia: negli USA nessuno cucina più, si compra il cibo da fuori.
Abbiamo ridotto il consumo pro capite della verdura di un kg l'anno mentre cresce il consumo della verdura nei sacchetti, una moda venuta dall'America.
Dove si fa crescere la verdura in un ambiente sterile, piante cresciute senza terra e senza sole, in una serra idroponica.
Un sistema a consumo zero di energia: in America il terreno è stato sacrificato per la grande distribuzione e per i cibi spazzatura da fast food.
Come le verdure in busta, pratiche e comode: peccato che manchino tutte le informazioni che servirebbero ad essere consumatori consapevoli.
Non sappiamo quando la verdura è stata raccolta e dove: sappiamo solo che il prodotto è già lavato e pronto ad essere consumato. Oltre al fatto che l'insalata in busta costa anche dieci volte di più.
La carne degli allevamenti intensivi ha più rischio di essere contaminata, per esempio dall'Escherichia coli: da questa paura è nato il business delle piante cresciute senza terreno, inquinato dai liquami delle bestie.

Sui terreni americani si coltivano il mais per gli allevamenti, così le verdure arrivano da serre dove l'unico concime è il liquame di pesci, ammassati l'uno sull'altro.
Ma ci sono anche gli orti, all'aperto, sui tetti dei grattacieli: orti che portano fiori, api, farfalle. Dove si producono prodotti biologici, a chilometri zero, per consumatori disposti a pagar di più la qualità.
A tutto questo è arrivato anche grazie al buon esempio della first lady Michelle Obama: avrà preso ispirazione dall'orto di Alice...

Occhio al portafoglio – dove conviene investire oggi in Italia?
Chi vuole guadagnare qualcosa dal proprio capitale dove deve investire?
Il mattone, fondi comuni di investimeto, l'oro o i diamanti, gli investimenti in banca o in posta..
Le banche oggi stanno facendo una campagna di promozione sui diamanti: ma chi stabilisce il prezzo dei diamanti?

I diamanti da investimento sono venduti da società legate al sistema bancario: un investimento che sembra a rischio zero, che cresce nel tempo .. Ma il costo è al doppio del valore di mercato.
L'unica borsa del diamante grezzo è ad Anversa: qui lavora Marcello Manna, che ha spiegato come funziona il mondo dei diamanti a Report.
Partendo dal fatto che non esiste un listino prezzi per i diamanti grezzi: così i diamanti sono di solito comprati nelle gioiellerie.
Quelli che si comprano nelle banche da dove arrivano?
Di mezzo c'è una società: per San Paolo che la Diamond Private Investment, per Unicredit c'è IDB.
Sono società che guadagnano sulle vendite.

Peccato che da queste società siano vendute a prezzi superiori a quelli di mercato: anziché 7000 euro, si passa a 1700 euro o 2000 euro.
Da dove arriva questa differenza? A IDB spiegano che loro non vendono diamanti ma fanno un investimento sui diamanti. Quale sia la differenza non è spiegato al giornalista di Report …
Da questa società 8000 risparmiatori acquistano diamanti per 150 ml di euro: chi stabilisce il valore dei loro diamanti?
Baldassarri, ex ministro, è consigliere di amministrazione di DPI, e nei TG fa consigli per l'acquisto di diamanti, ma non lo dice: assicura che i diamanti danno un buon rendimento, non volatile, sempre in crescita.
Consigli non disinteressati: in questo modo si convincono i risparmiatori, con la promessa di un guadagno costante. Ma non è vero: la quotazione, secondo RAPAPORT non è stabile dal 2005, ci sono state delle oscillazioni negli anni.

Su che dati si fondano i grafici di DPI e IDB: sono dati pubblicati dal Sole 24 ore, ma il giornale di Confindustria da dove prende i dati?
Sono pubblicità, dicono dal giornale: le due società pubblicano come pubblicità i dati che vogliono e poi dicono che sono le quotazioni ufficiali ..

E se rivendi in diamante, non c'è garanzia di riacquisto, lo riprendono solo se trovano qualcuno che lo compra allo stesso prezzo. E ci sono anche le commissioni che arrivano anche al 16%.
Peccato che al risparmiatore queste cose non vengano dette: non è un investimento sicuro, in crescita, in cui non si perde.
Non essendo prodotti finanziari, Consob se ne lava le mani: le banche possono vendere senza dare alcun prospetto informativo, niente livelli di rischio, nulla che renda l'acquirente un po' più consapevole di cosa sta comprando.

I fondi di investimento e le polizze vita.
Da chi ci possiamo informare per la scelta di investimento?
Dalla banca? Le banche propongono ai pensionati anche fondi strutturati, da comprare e spostare, pagando ogni volta una commissione alla banca, ad un mese di distanza.
In 5 anni, una pensionata ha speso 60000 euro di commissioni, con perdite da diverse decine di migliaia di euro: la banca, Unicredit, l'aveva profilata come investitore esperta.
E oggi le carte, coi profili di rischio si sono persi.

Uno sportellista racconta di titoli di studio inventati, per poter vendere ai clienti qualcosa di più dei titoli di Stato. E tutti venivano invitati a venderli ai risparmiatori: polizze vita, fondi di investimento piazzati al posto dei titoli di stato.
Fondi che contengono al loro interno quote di altri fondi e dove è difficile calcolare il rischio per il risparmiatore: così mentre le polizze vita rendono meno del titolo di Stato (circa lo 1,3% netto l'anno). Fondi che hanno costi di commissione ben più alti dei BTP (migliaia di euro contro qualche centinaia di euro per i titoli).

Chi tutela i risparmiatori dalle banche, che fanno i loro interessi, preferendo i prodotti che li fanno guadagnare di più?
In America è stata approvata una legge per tutelare i risparmiatori sulle commissioni: possono portare il contratto in Tribunale, se ritengono di aver pagato commissioni eccessive, rispetto al servizio erogato.
In Italia ancora nulla: le banche in situazione da conflitto di interesse intascano 20 miliardi l'anno in commissioni (l'1% del PIL), soldi sottratti ai risparmiatori.
EMANUELE BELLANOPerò è possibile anticipare anche quello che viene fatto… e viene stabilito dall’Europa, no? Come mai non lo abbiamo ancora fatto fino ad oggi?MINO TARICCO – VICEPRESIDENTE COMMISSIONE PARLAMENTARE SEMPLIFICAZIONEQuesto tema del… ma io… eh… Diciamo, perché non l’abbiano fatto in passato non glielo so dire. Quello che…EMANUELE BELLANOBeh, insomma lei è in Parlamento dal 2013 giusto?MINO TARICCO – VICEPRESIDENTE COMMISSIONE PARLAMENTARE SEMPLIFICAZIONESono tre anni che sono in Parlamento.EMANUELE BELLANOIn tre anni si fa una legge di questo tipo, parliamo di 20 miliardi all’anno, eh…MINO TARICCO – VICEPRESIDENTE COMMISSIONE PARLAMENTARE SEMPLIFICAZIONENe abbiamo fatte tante altre che vanno in questa direzione. 
MILENA GABANELLI IN STUDIONe abbiamo fatte tante altre. Quali sarebbero? Allora il decreto per esempio che risarcisce i risparmiatori truffati dalle Popolari, cosa che si poteva evitare se la vigilanza avesse fatto il suo mestiere. Ma non è di questo che stiamo parlando, bensì della normativa europea che obbliga le banche a scrivere quali sono i costi a partire dal 2018. Mezza Europa ha deciso di adottarla subito, noi aspettiamo il 2018. Eppure secondo il rapporto del World Economic Forum, l’Italia nello sviluppo dei mercati finanziari è 117asu 140. I cittadini non si fidano, il costo dei servizi finanziari è il più elevato d’Europa, la CGIA di Mestre ci classifica come i più tartassati in commissioni bancarie. E secondo uno studio di Corriere Economia, dal 2001 al 2012, i fondi comuni di investimento hanno generato 142 miliardi di rendimento lordo. Cinquantasette sono andati nelle tasche dei risparmiatori. Gli altri ottantacinque nelle tasche di chi li ha costruiti e venduti. Vale a dire, promotori e banche. Che è giusto che ci guadagnino per carità, però quando il divario è così ampio si chiama furto. E allora è più sicuroinvestire in banca oppure in Posta, che è a controllo pubblico? Intanto vediamo, Poste, come è messa. 
Serve l'obbligo di fare trasparenza dei conti, per i prodotti bancari: su questo aspetto, anche su questo, siamo ben indietro in Europa.

Investimenti in Posta.
Le poste non sono collegate ai circuiti delle banche, non si paga col bancomat, ma si possono acquistare prodotti finanziari e anche prodotti di telefonia.
Trasparenza e semplificazione, sono gli obiettivi di Caio: gli sportellisti alle poste non sono promotori finanziari, formati per la vendita di questi prodotti complessi.
Solo 308 sono iscritti all'albo dei promotori: veramente pochi, che vendono quote di prodotti immobiliari (il mattone).
Come per il fondo Obelisco: 172 ml di premi raccolti, investiti in immobili che oggi risultano non affittati, parzialmente vuoti (al 60%).
La perdita per i risparmiatori è del 70%: non propriamente fondi “tranquilli”..

Il mattone.
E se si compra una casa per affittarla? Ci sono le imposte, i lavori nell'immobile, il notaio e poi le tasse per la casa: il rendimento per l'affitto si riduce a poco più dell'1% poco.
Per questo in Italia si vende poco e così molti appartamenti nelle grandi città rimangono invenduti e con pochi servizi accanto.
I costruttori tirano su palazzi grazie al credito delle banche: nonostante la domanda è bassa, il costruttore mantiene il prezzo alto e così le case rimangono vuote.
800 mila immobili che nessuno acquista: un crollo dal 2006, ma i prezzi delle case non scendono, come mai?
Perché nei bilanci delle banche ci sono i valori di questi immobili: se valessero i prezzi di mercato sarebbe un problema di bilanci svalutati per le banche e un problema di rientro per i costruttori.

Scoppierebbe la bolla, dunque.

Qui il link per rivedere la puntata e qui il PDF con la trascrizione.

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