31 gennaio 2017

Chi alimenta i terroristi

Mi ricollego a quanto scritto prima, spostando però l'attenzione sul discorso della sicurezza: a quanti collegano immigrazione a terrorismo, consiglio la lettura dell'articolo seguente
L’amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri [Pardi] e un cittadino libico. E poi una coppia napoletana convertitasi all’Islam che in salotto aveva persino una foto ricordo con l’ex premier iraniano Ahmadinejad.  E ancora: la Camorra, la mala del Brenta, i mercenari che combattono in Somalia. In mezzo un traffico di armi, di elicotteri, di materiale dual use che dal nostro Paese finivano in Libia, in Iran, forse persino ad un gruppo di miliziani dell’Isis .Sono i personaggi, i protagonisti e gli interpreti dell’ultima inchiesta della procura distrettuale antimafia di Napoli. Un’indagine delicata e non solo perché coinvolge Paesi come l’Iran e la Libia, ma soprattutto perché porta allo scoperto i rapporti tra i casalesi e la mala del Brenta, i soldati del Califfato e i mercenari che muovono armi e denari in mezzo Mondo. Al centro c’è un manager abbastanza noto nel nostro Paese: si chiama Andrea Pardi, è l’amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri e fino a poco tempo fa era noto soprattutto perché nell’ottobre del 2015 aveva aggredito il giornalista di Report Giorgio Mottola, reo di avergli posto alcune domande a proposito di un’altra indagine. Pardi infatti era coinvolto in un’altra inchiesta sul traffico di armi e reclutamento di mercenari tra Italia e Somalia.
Chi è arma i terroristi? Chi fa affari con loro? 
Se poi siete interessati, c'è l'intera inchiesta di Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola da rivedere: "finché c'è guerra c'è speranza", specie per i trafficanti.

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