L'unico rimedio contro le fake-news, le
bufale (che non sono solo un problema di internet ma anche dei mezzi
di informazione più tradizionali) non è l'authority governativa che
controlla ogni notizia che esce in rete. E nemmeno il tribunale del
popolo proposto da Grillo.
L'antidoto contro la perdita di
credibilità dei media tradizionali, per cui poi le persone cercano
le notizie su altri mezzi come i social, è avere un giornalismo
veramente indipendente.
Indipendente dal governo in carica pro
tempore e indipendente dal sistema finanziario: un giornalismo che sa
cercare la notizia, senza preoccuparsi di quello che la gente vuole
sentirsi dire. Un giornalismo che porta notizie da fonti verificate e
che, in caso di errori, sappia ammetterli pubblicamente.
La poca credibilità rimasta ancora
alla Rai, il servizio pubblico che dovrebbe occuparsi di cultura e
informazione, lo deve a trasmissioni come Report e Presa
diretta che in questi anni si sono guadagnati sul campo i galloni
per il merito.
Report che ha resistito ai tanti
tentativi di blocco e di censura e che non è fatta fermare nemmeno
dalle querele e dalle richieste di risarcimento danni.
Presa diretta che, l'anno scorso, aveva
raccontato delle storture del jobs act, dei rischi di un
sistema la cui fortuna si basava sugli incentivi, soldi pubblici
finiti nelle tasche delle imprese. Senza sufficienti controlli nei
confronti dei furbetti.
E poi le inchieste sulla ricerca
tradita, con i ricercatori costretti ad fare le valigie per trovare
un posto all'estero.
L'inchiesta sui migranti, perché e da
cosa scappano e cosa trovano poi qui in Europa. Della Turchia di
Erdogan e dell'Egitto di Al Sisi dove è stato rapito e torturato il
nostro connazionale Giulio Regeni.
Finite le feste, sulla Rai tornano
le inchieste di Presa diretta, in un ciclo di puntate che si
occuperà di argomenti legati all'attualità ma anche altri, meno
conosciuti: dal sacco di Roma, la buona scuola che non funziona:
“I voucher e il futuro del Jobs Act; il popolo che vive su YouTube, con gli “influencer” e i milioni di followers; i ciarlatani della salute che speculano sul dolore degli altri, l’eterna emergenza della scuola e quella dell’acqua pubblica, fino al progetto di Casa Italia nato dopo gli ultimi terremoti. E ancora, l’allarme della comunità scientifica internazionale sulla infertilità maschile e poi la TeleMedicina come strumento per superare l’eterna carenza di fondi della sanità pubblica. Gli affari della cupola della ‘ndrangheta, il gruppo criminale tra i più potenti al mondo e poi le baby gang sempre più pericolose a Milano. L’allarme inascoltato del terrorismo in Africa e quello sui migranti in Europa amplificato dal populismo crescente e i Centri AntiViolenza al collasso mentre continua la strage delle donne.”
Novità di questa serie saranno le
interviste che apriranno la puntata, “Iacona incontra”: il
primo intervistato sarà il magistrato Nicola Gratteri, il
quasi ministro della giustizia del governo Renzi la cui nomina fu
bloccata dall'allora presidente Napolitano:
“La verità è che io sono sostanzialmente indipendente .. sono un ribelle mi sta stretta l'idea di appartenere a qualcuno. Al potere vero non interessa se tu sei di destra o di sinistra o di centro. Il potere vero vuole che ci sia sempre qualcuno sopra di te, che garantisca per te A me nessuno mi può chiamare”.
Le prime due inchieste che andranno in
onda questa sera riguarderanno la capitale Roma e l'uso poco
intelligente dell'illuminazione nelle nostre città.
Quando è stata eletta come sindaco di
Roma, le aspettative dei romani (e anche di molti italiani) nei
confronti della giunta Raggi era molte.
Finalmente Roma veniva amministrata da
qualcuno che era lontano dalle vecchie amministrazioni, dalle vecchie
clientele, dalle vecchie pastoie.
Roma che arrivava dagli scandali della
giunta Alemanno su parentopoli e mafia capitale.
Roma la città dove si fa fatica a far
funzionare i servizi pubblici, del parco bus devastato da guasti.
Roma dove le Vele di Calatrava a Tor
Vergata sono costate un'enormità ma oggi sono abbandonate al
degrado, come la piscina di San Paolo, mai inaugurata.
Roma la città dove si volevano fare le
olimpiadi, dopo tutte le opere incompiute e lasciate abbandonate.
Roma dei falò tossici dei rifiuti nei
campi rom, dei trafficanti di ferro che minacciano i cronisti nella
completa impunità.
Roma dove nel settore dei camion bar
comandano ancora i Tredicine che nessuna giunta osa toccare.
Roma e il colossale imbroglio
dell'edilizia convenzionata che arricchisce solo i costruttori e
mette in crisi chi si trova a pagare il doppio del pattuito.
Roma la città dei debiti pregressi su
cui è già dovuto intervenire il governo centrale.
Roma la città della voragine (dei
costi) della Metro C.
Roma la città della terra di mezzo, di
Carminati e Buzzi, delle cooperative, dei politici a libro paga che
oggi non ricordano o non sanno. Eppure molti di loro i contributi
delle di Buzzi li hanno presi.
Come hanno preso i contributi di molti
palazzinari.
Eppure siamo sempre parlare di
emergenza casa, di emergenza rifiuti, dello scandalo di Malagrotta,
di una raccolta differenziata che stenta.
Finalmente si doveva cambiare aria,
cambiare politica.
In questi mesi abbiamo perso del tempo,
invece: non era facile per una giunta appena insediata, mettere mano
a tutti i problemi.
Ma gli errori nella scelta dei
collaboratori associata all'inesperienza nel gestire la macchina
amministrativa stanno mortificando le attese dei romani. Così in
molti ora temono un ritorno al passato
Così oggi assistiamo al bombardamento
quotidiano da parte di quei giornalisti che hanno scoperto il loro
mestiere con l'insediamento della giunta Raggi: non è il caso di
Presa diretta, che oggi ci racconterà della situazione di
Roma, del sacco di Roma, affinché si possano riconoscere i
meccanismi che hanno portato alla voragine dei conti della capitale:
La scheda della puntata Il
sacco di Roma di Giulia Bosetti
Roma oggi ha un debito complessivo di circa 14 miliardi di euro che viene ripagato in parte dai romani, sui quali grava l’addizionale Irpef più alta d’Italia e in parte dallo Stato, che versa un contributo di 300 milioni l’anno. E cioè con i soldi delle tasse pagate da tutti i cittadini italiani.Ma chi ha creato questo debito? E come hanno speso i soldi dei contribuenti le varie Giunte Capitoline? La sindaca Virginia Raggi aveva promesso di mettere in ordine i conti della Capitale e aveva basato la sua campagna elettorale sui temi della trasparenza e della legalità, denunciando la politica della corruzione e la mancanza di controlli che hanno travolto il Campidoglio con lo scandalo di Mafia capitale. E invece pochi giorni fa il bilancio di previsione del 2017-2019 è stato bocciato dall'Oref, l'organo di revisione economico-finanziaria del Comune, il braccio destro della sindaca Raffaele Marra è in carcere e la Giunta a 5 Stelle fatica a trovare la stabilità politica.Nel frattempo Roma affonda nell’incuria e nel degrado di un patrimonio artistico e immobiliare fra i più belli al mondo, tra opere incompiute che hanno bruciato milioni di soldi pubblici. E ancora il buco delle società partecipate che è diventato con il tempo una voragine ingestibile anche grazie agli appalti che il Campidoglio ha dato per anni in assegnazione diretta e senza gare pubbliche e trasparenti.
Lo sapevate che otto italiani su 10 non possono più vedere il cielo stellato?! Tra i paesi più sviluppati infatti, l’Italia ha il record del territorio più inquinato dal punto di vista dell’illuminazione. Usiamo la luce artificiale troppo e male.La prestigiosa rivista Science Advances, ha pubblicato l’Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso e le conclusioni di questo studio sono davvero inquietanti: l’80% della popolazione mondiale vive sotto un cielo inquinato da luce artificiale. Quanto ci costa tutta questa luce sprecata? Perché a Berlino c’è un lampione ogni 15 abitanti mentre a Mantova 1 ogni 5? Esiste un piano che farebbe risparmiare ai Comuni 500 milioni l’anno, ma che fine ha fatto? PRESADIRETTA entrerà nel mondo della luce a basso consumo, quella dei led, la lampadina del futuro. I led ormai sono ovunque, nei telefonini, negli schermi delle tv, nei fari delle macchine, nelle nostre case. Ci fanno consumare meno, inquinano meno. Milano per esempio, è la prima grande città europea a essere passata all’illuminazione pubblica totalmente a led. Un grande investimento per risparmiare e per diminuire l’inquinamento luminoso. E’ proprio così? E ancora, l’uso massiccio dei led può avere ripercussioni sulla nostra salute? “IL SACCO DI ROMA”, e “LUCE SPRECATA” sono un racconto di Riccardo Iacona con Giulia Bosetti, Lisa Iotti, con la collaborazione di Giulia Elia
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Mi raccomando, siate umani