23 marzo 2017

Forma e sostanza

A Londra l'ennesimo attentato ci ricorda quanto siamo vulnerabili, a prescindere da quanti soldati piazziamo sulle strade, dalle telecamere che ci riprendono, da quanto siamo spiati.
L'attentatore di cui è ancora ignota l'identità, ha investito delle persone, aggredito dei poliziotti davanti la sede del Parlamento: armato di un auto e di un coltello.

Mentre nella capitale economica (e forse anche del riciclaggio) dell'Europa succedeva questo in Italia ci si azziffava su pensioni e vitalizi dei deputati, sul salvataggio in Senato di Augusto Minzolini, delle nomine del ministro dello sport, di una trasmissione dai contenuti stupidi (non l'unica e nemmeno l'ultima). Un bel clima, dove si dibatte più sulla forma che non sulla sostanza delle cose.

Su vitalizi, pensioni e stipendi il punto non è solo economico.
Ma riguarda quello che deputati, senatori fanno in Parlamento e fuori: li meritano quei soldi per quello che fanno?
A grandi responsabilità, quali i problemi che i nostri rappresentanti dovrebbero affrontare, devono corrispondere grandi stipendi.
Se poi vogliamo tagliare il privilegio della pensione dopo nemmeno una legislatura, a 60 anni, ben venga, come segnale al paese.

Sulla decadenza da Senatore di Minzolini: il Senato non si deve sostituire al giudizio (passato in giudicato) della magistratura.
Se avesse ragione il senatore Ichino, tanto vale togliere di mezzo la Severino: ogni processo ad un loro collega d'aula potrebbe nascondere il fumus ..
Qui chi parla di garantismo, di rispetto delle regole, ci sta solo prendendo in giro: esiste una legge e degli articoli della Costituzione che tutelano l'insindacabilità di certe affermazioni, l'arresto, la perquisizione le intercettazioni, l'eleggibilità di un deputato. 
Il segnale che arriva al paese è quello di una casta: un senatore non è un cittadino come gli altri (in parte è vero) senza avere responsabilità maggiori degli altri.

La TV spazzatura: il fatto che esistano altre trasmissioni piene di contenuti volgari che continuano ad andare in onda, non giustifica affatto la Perego e i suoi autori.
E non assolve nemmeno i vertici Rai, dalle loro responsabilità nel mandare in onda certo chiacchiericcio da bar che non è servizio pubblico.
E non assolve nemmeno i politici, che quei vertici li hanno nominati.

Si fa un gran parlare, in questi mesi, del pericolo populista.
E poi basta un presidente dell'Eurogruppo, ex ministro dell'economia in Olanda, per comprendere come populismo sia un problema anche dentro le istituzioni.
Le bufale, le balle, le finte promesse non vengono rilanciate solo da hacker o account specializzati: vi ricordate quando dicevano che si doveva metter mano alla legge elettorale?
Beh, la discussione è salata a data da destinarsi.
E quando dicevano fuori la politica dalla Rai e dalle partecipate?

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