26 maggio 2017

Marcello Fois, Del dirsi addio - Einaudi

... Prima di tutto
Quando dissero a Gea che suo padre era morto, abitava da qualche giorno coi Ludovisi. Il Tribunale aveva stabilito che dovesse chiamarli famiglia.Non si poteva certo dire che lei fosse estranea a quella morte. Si trattava pur sempre di suo padre e si trattava dell'uomo che aveva fatto del male a suo fratello Lilo.Anni dopo, quando era già una donna,. avrebbe letto da qualche parte che Oreste Bomoll era morto dichiarandosi innocente. E che anzi la formula «era morto» andava rivista a favore della più precisa «si era tolto la vita». Il che può apparire come una sfumatura linguistica, ma era, a tutti gli effetti, l'espressione di una differenza sostanziale. Per lo meno agli occhi di Gea. Tuttavia, comunque fossero andate le cose, lei sapeva bene ciò che aveva visto. E al poliziotto che l'aveva interrogata non aveva nascosto niente, come la zia le aveva detto di fare. Perché la zia ci teneva a lei e a Lilo.

Terra fuoco aria vento
I quattro elementi fondamentali secondo della filosofia classica costituiscono anche i quattro macro capitoli in cui si sviluppa questo racconto di Marcello Fois.
Che sfrutta il meccanismo del giallo per imbastire un racconto complesso (e che è complesso anche nel leggerlo) dove al centro troviamo persone alle prese coi nodi irrisolti del loro passato, e che si riverberano ancora oggi nelle loro relazioni. Relazioni di coppia, relazioni tra padre e figlio...

L'azione si svolge a Bolzano: un ragazzino, Michele Ludovisi, scompare in una fredda sera d'inverno, in un'area di servizio fuori dalla città, di ritorno da una cena carica di tensione tra i genitori.
Questo episodio di cronaca, di cui si occupa la polizia, fa da detonatore a tutta la vicenda: l'indagine sulla scomparsa di Michele fa emergere tutte le tensioni covate in questi personaggi, sviscerati a fondo nella loro psicologia e i cui intrecci verranno svelati solo alla fine.

A cominciare dalla coppia di genitori, i coniugi Ludovisi, che si comportano prima come se quel bambino dovesse tornare da un momento all'altro, poi come se non fosse esistito.
Così si erano combattuti sempre. Così. E con lo stesso trasporto con cui si erano amati ora capivano di odiarsi, ma non era un odio che prevedesse l'abbandono. Era un odio che li attraeva l'uno verso l'altra. Si sentivano talmente distanti che da quello che erano stati da illudersi di vedersi in quel pomeriggio incerto per la prima volta.

Gea e Nicola: il loro figlio Michele è un bambino speciale, molto più intelligente dei suoi compagni, ma proprio per questo con forti difficoltà a stabilire delle relazioni di amicizia coi coetanei.
Come mai non hanno avvisato loro la polizia, che è stata avvisata da un prete di passaggio, don Giuseppe?
Cosa provano veramente nei confronti di Michele sapendo che potrebbe essere scomparso? Quale segreto nascondono, nella loro relazione? Basta di sesso, di attrazione e di conflitti.
- Di questo volevo parlare, - disse provando a mantenere una determinazione senza segno di resa. 
- Di questo cosa? - Ora il tono di lui tradiva una certa incrinatura. 
- Era a proposito di quello che non aveva previsto, - riprese lei, come se fosse intenta a non perdere il filo del discorso. 
- Non avevo previsto che Michele potesse capire così presto. E non potevo accettare che avesse paura di te.

Troviamo poi un'altra coppia, di uomini adulti, alle prese con un momento delicato della loro relazione: il commissario Sergio Striggio, che deve occuparsi del caso del piccolo Michele, e il suo fidanzato Leo.
Si trattava piuttosto della sua ossessione di non apparire per quello che era. O credeva di essere. La domanda che gli aveva fatto Leo in merito a dove avesse nascosto quel bambino innamorato dell'orco peloso, quel bambino che voleva scrivere romanzi, era una domanda vera. E lui una risposta altrettanto vera non ce l'aveva. Poteva azzardare qualcosa del tipo che certi adulti non si meritano il compito che gli è stato assegnato e che qualche volta i bambini si nascondono da se stessi ...

Una coppia che deve decidere cosa vogliono fare da grandi, visto che Sergio ha tenuto nascosto il suo rapporto sia nell'ambito lavoro, ai colleghi, sia al padre, Pietro Striggio, ex poliziotto, che da Bologna è voluto salire fino a Bolzano per passare del tempo con lui. E per rivelargli una notizia inaspettata.

In un continuo avanti e indietro col passato, lasciando affiorare i ricordi della sua infanzia, il Sergio adulto è costretto a fare i conti col Sergio bambino. Anche lui un bambino molto particolare, intelligente, bisognoso di quell'affetto da parte dei genitori che invece è mancato.
Che cos'era in fondo? Un uomo che fingeva di seguire le proprie attitudini, ma che, di fatto, si nascondeva. Era una specie di città virtuale anche lui, come se non fosse previsto che alcuna passione potesse abitare in quel corpo fatto per le passioni.

All'improvviso, nelle fredde giornate invernali di autunno, imbiancate dalla neve, spazzate via dal vento, tutto affiora in superficie.
Quella notte in cui un collega del padre venne a dormire da loro e di cui Sergio si innamorò.
La morte della madre, con quella domanda che lo ha arrovellato, sull'ultima immagine vista da viva.
I suoi incontri con lo psicologo.
E soprattutto il padre: il padre assente, il padre che aveva lasciato sola la madre nell'ultimo momento, il padre che la tradiva...
Suo padre arrivò due ore dopo che era spirata. Indossava una camicia bianca candidissima perfettamente stirata, impeccabile. Il che, per chi lo sa leggere, è il più chiaro dei segnali premonitori.

Tra sogni, ricordi, litigi, bugie e riappacificazioni, segreti che ritornano, le tante miserie dell'animo e le poche nobiltà, colloqui taglienti e pagine che si aprono su parentesi storiche (che un po' appesantiscono la lettura) l'indagine prosegue. Quella della polizia e quella dello scrittore dentro l'anima delle sue creature.
Tutte le domande troveranno una risposta.
E tutti quei nodi lasciati irrisolti, verranno riallacciati: anche tra padre e figlio Striggio, nel momento del dirsi addio
Lui e suo padre si erano fraintesi per troppo tempo, ma ora ogni fraintendimento sarebbe stato sanato. Suo padre aveva un figlio sorridente e un bianco bosco d'abeti da portare all'altro mondo. Quanto a lui, quando fosse arrivato il momento si sarebbe messo tra il bosco e il letto per riempirgli l'ultimo sguardo e avrebbe sorriso, perché come ci si dice addio è la cosa più importante del dirsi addio.

La scheda del libro sul sito di Einaudi e qui potete scaricare il primo capitolo in PDF
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon


Nessun commento:

Posta un commento

Mi raccomando, siate umani