04 settembre 2017

Il paese dove il sole splende sempre

Sono anni ormai che l'evento di Cernobbio, il forum ambrosetti, è diventato uno dei eventi cult del paese che conta: tra un calice e un pasticcino si discute di economia e finanza.
Come vanno le cose nel paese?
Cosa conterrà la prossima manovra finanziaria?
Il sole splende sempre, al forum, dove trovi tutto il mondo che conta, perfino i nuovi leader anti-sistema come Salvini e Di Maio devono passare qui, se veramente ambiscono ad entrare nelle stanze del potere.

Il sole splende sempre, complice l'affacciarsi su uno degli scorci più belli del lago di Como: nessuna nuvola offusca il dibattito, il discorso, la chiacchiera.
Quei noiosi discorsi sulle crisi bancarie e sulla cattiva gestione dei nostri banchieri, ad esempio. Prestiti concessi con troppa facilità ad amici, titoli delle azioni gonfiati. Tanto, se anche passa la vigilanza di bankitalia, si limiterà a qualche sanzione, senza dirlo troppo in giro.

Assenti giustificati anche la corruzione sulle opere pubbliche, l'evasione (e i minori controlli bancari) e l'elusione fiscale.
La disoccupazione giovanile e i dati dell'occupazione tenuti in vita da sgravi, riforma Fornero e da quella piccola ripresa nell'area europea.

Sui TG, quando ieri si è parlato di Cernobbio, era un fiorire di pacche sulle spalle, di ripresa che è diventata strutturale e non ciclica. Certo, non dobbiamo dormire sugli allora: altri sgravi si attendono le imprese, per assumere i giovani.

Per la cronaca, nei TG ieri non si è parlato solo di economia e finanza col Forum: c'è stato spazio anche per il Gran Premio di Monza, per l'arresto del branco di stupratori di Rimini (immigrati, ovviamente, e pure minorenni).
Di questo si è parlato ieri: gli immigrati che occupano, delinquono, gli sbarchi, in un paese che si sta lasciando la crisi alle spalle.

Il capolavoro della narrazione politica (e di Minniti) scrive Gilioli:

A proposito: eccola qua, la "tenuta sociale" ritrovata.
Da due o tre mesi in Italia non si parla che di migranti.
Non c'è più nessun'altra questione: precariato, povertà, licenziamenti, la gente che non sa dove sbattere il cranio per arrivare alla fine del mese, l'età pensionabile che va verso il record mondiale di vecchiezza, i conti dell'Inps che garantiscono agli under 35 una terza età da poveri in un monolocale di borgata, la fuga disperata dei ragazzi all'estero, gli otto mesi per avere una colonscopia in una struttura pubblica che diventano otto ore se estrai la Visa - e così via.
Niente, non c'è più nient'altro, da nessuna parte, solo migranti migranti migranti. Migranti in tivù, sulle radio, sui giornali, nei social, nelle conversazioni al bar. Un pensiero invasivo. Totalmente sproporzionato alla sua portata reale, ma gigantescamente invasivo.
È stato un capolavoro, quello di Minniti. Alla Goebbels, direi: e non per una "reductio ad Hitlerum" - non fraintendete - ma come effetti di potenza persuasiva.
E così abbiamo scampato il rischio della "mancata tenuta sociale" del Paese. Siamo di nuovo una società unita, wow.
Però basata sull'odio, sul pregiudizio, sul razzismo, su una narrazione intimidatoria e - fra l'altro - sulla morte nel deserto di migliaia di esseri umani.
Però unita, caspita, anche politicamente: dall'estrema destra al Pd passando per il Movimento 5 Stelle, dagli editorialisti più compassati d'establishment a quelli che si vantavano ogni giorno di essere contrari a tutto e fuori dal coro.
Abbiamo nascosto i problemi sociali sotto la coltre dell'"emergenza migranti", come quei generali sudamericani che quando temevano una rivoluzione chiamavano all'orgoglio patrio e dichiaravano guerra uno stato vicino.

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