20 novembre 2017

Un mare di ipocrisia – l'inchiesta sulle politiche migratorie di Report

I rischi dei camini aperti, anche quelli a Pellet, per l'inquinamento e la salute.

La politica sull'immigrazione dell'Italia e l'inchiesta sul Prosecco italiano.



Polveri alle stelle – di Antonella Cignarale



L'inchiesta di Antonella Cignarale cerca di dare qualche consiglio su come usare i camini, su quale legno scegliere: il servizio è partito dal Canada dove, per evitare l'aumento di inquinamento per i gas, hanno obbligato ad usare camini a tenuta stagna, che non disperdono gas.

Se vuoi un camino nella tua villetta degli prendere delle precauzioni, per il risparmio energetico, come ispessire le pareti.

Altrimenti ci sono gli ologrammi.



Nella pianura padana l'inquinamento arriva anche dai camini: ci sono delle norme e dei divieti anche qui, ma in pochi le conoscono.

E mancano anche i controlli: tutto è affidato all'onesta dei cittadini. Uno in casa sua fa quello che vuole, anche accendere il camino quando gli pare – questo pensa la gente.

E dunque, anche in montagna, via alle caldaie anche in Pellet, dove si prendono gli incentivi: sono aumentati i consumi, e sono diminuite anche le emissioni del 40%.

Ma quando arriva l'inverno arrivano anche i blocchi: una situazione schizofrenica, da una parte gli incentivi dall'altro i blocchi.

Siamo arrivati a mettere le stelle anche sulle stufe: già oggi con l'allarme smog, non si possono accendere stufe sotto le tre stelle, a Bergamo.

In Lombardia e in Emilia dal 2018 si potranno installare stufe da tre stelle in su.

Meglio saperlo prima: meglio conoscere bene anche la legna e il pellet da bruciare.

Il pellet per essere naturale non deve contenere resine, che andando in combustione potevano portare al blocco delle stufe stesse.

Esiste anche il pellet certificato che emette fino a dieci volte di meno emissioni rispetto alla legna.

Bisogna stare attenti anche alla legna che non deve essere seccata, non deve essere verde ma stagionata: si deve comprare la legna l'anno prima per l'anno dopo e tenerla all'aria e non ammuffire.

E occhio anche a come si accede il fuoco: la legna piccola deve essere messa sopra la catasta di legno e non sotto.

Infine, ma solo in Lombardia, c'è l'obbligo di manutenzione delle stufe a legna, come le altre caldaie: anche queste vanno pulite.




Un mare di ipocrisia di Claudia Di Pasquale



6 novembre 2017: a 30 miglia delle coste libiche un gommone sta per affondare.

La guardia costiera libica porta a bordo i migranti, per poi picchiarli.

Alcuni migranti si tuffano in mare per andare dai volontari di una ONG: la motovedetta era stata donata dall'Italia per salvare vite umane, il risultato è stato altre morti nel Mediterraneo.



Come siamo arrivati a questo? Anche l'Onu ora ci accusa del patto fatto dall'Italia in Libia: solo ora, con tutti i suoi scheletri nell'armadio.

L'inchiesta di Claudia Di Pasquale racconta questa vicenda da un altro punto di vista: dalle coste della Tripolitania, dove inizia la rotta verso l'Italia.

Passando però per Malta un'isola dove l'economia è in crescita per tutte le aziende che qui portano soldi, le banche e i fondi di investimento. Qui trovano posto le società per giochi online, il riciclaggio ma non i migranti.

Che dal 2015 non sbarcano più nel porto de La Valletta.

Eppure questo è il porto più vicino per le coste della Libia, infatti attraccano qui le barche delle ONG che questa estate sono finite nelle polemiche per i salvataggi in mare.

Perché le ONG non portano i migranti a Malta?

La responsabile di Moas che ha sede proprio qui, ha spiegato che non c'è nulla da nascondere: il gruppo Moas ha raccolto 5 ml di euro per le donazioni e non sono disponibili a far conoscere l'elenco dei donatori. Tra questi il finanziere Soros.



Proactiva Open Arms è un'altra ONG: voleva portare i migranti a Malta, dopo un recupero, ma le è stato negato l'attracco, sono dovuti andare a Pozzallo, sebbene il soccorso sia stato fatto nelle loro acque.

Un rimpallo di responsabilità nato dalla sovrapposizione delle aree di competenza dei due paesi, Italia e Malta: a Malta arrivano i migranti, ma solo via aereo, come i siriani.

E Malta non ha firmato la direttiva europea per l'approdo sicuro: il premier Muskat avrebbe dovuto persuadere se stesso, senza successo evidentemente.



Così il coordinamento dei soccorsi nel braccio di mare lungo le coste libiche è stato fatto dalla nostra guardia costiera: il 99% delle richieste di soccorse sono arrivate a noi, e avevamo anche l'obbligo giuridico di prestare soccorso. Anche nelle zone di competenza non italiane.

E l'Europa cosa ha fatto?

Frontex è l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere: aerei e navi operano sotto il controllo della Guardia di Finanza, cerca di ostacolare i trafficanti di esseri umani.

L'accordo prevede che tutti i migranti siano sbarcati in Italia: questo sta scritto in Frontex; è stato deciso così per avere un alleggerimento del peso della missione Mare nostrum, che costava 100 ml di euro l'anno, mentre Frontex è finanziata dall'Europa.

La solidarietà all'Italia è solo nel fornire navi e aerei per il controllo, ma nessun aiuto per ospitare i migranti: silenzio anche dalla Francia di Macron, che oggi si nasconde dietro la solidarietà europea e intanto il nostro paese è lasciato da solo.



Eppure la Francia ha dato il la alla guerra in Libia – ricordava la giornalista di Report: perché la Francia dove prendersi la responsabilità di tutta l'Africa, la risposta del deputato francese.



A trattare per l'Italia al tavolo c'era Angelino Alfano: forse sperava anche in un rallentamento della morsa dell'Europa sui nostri conti.

E abbiamo ottenuto solo il silenzio dai nostri vicini. E tante altre parole.

La Croazia contribuisce solo con 1 uomo …



Abbiamo militarizzato il Mediterraneo ma, nonostante questo, il salvataggio dei barconi è fatto dalle ONG: questa estate è scattata la polemica contro queste organizzazioni, accusate di essere taxi del mare, di aiutare i trafficanti, di speculare anche loro sulla pelle dei migranti.

Di questo era accusato la Iuventa e il suo personale: perché restituiva i barconi agli scafisti, non voleva collaborare con la polizia – così spiegava il capo dello SCO Giuliano.



Accuse dettagliate dalle foto scattate da un infiltrato dello SCO nel giugno 2017: barconi riconsegnati ai trafficanti, dopo che il personale della ONG aveva interloquito con queste persone, come se si trattate di una consegna concordata con i trafficanti.



Solo un anello della filiera – si difende la ONG: hanno riconsegnato i motori non ai trafficanti ma a persone che rubano i motori dalle barche.

E l'accusa di aiutare i trafficanti? Sappiamo cosa succede nel mare, ma cosa dovevamo fare – ha risposto un portavoce della Iuventa.



Nel dossier di Frontex si parla dei contatti tra alcune ONG e i trafficanti: per esempio quelli della Proactiva Open arms e la guardia costiera libica, che potrebbe essere collusa coi trafficanti.

Stesse accuse fatte alla SOS Mediterranee: contatti con trafficanti che avrebbero recuperato i motori dal barcone, facilitatori forse.

La stessa guardia costiera che ieri portava i migranti alle ONG oggi spara addosso alle loro barche. Cosa è cambiato?



La realtà dei salvataggi in mare è un po' più complessa.

Nel mare ci sono altri interpreti, oltre le ONG e tante comparse: Report ha trasmesso le immagini del salvataggio dei migranti da parte della Acquarius.

Oltre al barcone, ci sono i barchini della ONG, barchini di legno (pescatori senza rete? O facilitatori?) e una motovedetta libica.

In quel giorno, in quella zona del mare, non c'è nessuna barca di Frontex o della marina italiana: il video riporta delle anomalie, come il fatto che i gommoni non sono affondati come dispersi i motori.

Ci sono poi dei facilitatori che indicano ai migranti dove andare, a quale nave avvicinarsi: un meccanismo rodato, in cui ong e facilitatori dimostrano di conoscersi.

I facilitatori sono un anello di congiunzione tra migranti e trafficanti: recuperano motori, giubbotti di salvataggio.

Stesso rapporto di amicizia esiste tra questi facilitatori e la guardia costiera libica che non fa nulla per bloccare queste persone....



Perché si chiede alle ONG di denunciare le persone sospette?

Non spetta a noi dire che queste persone – i facilitatori – siano colluse coi trafficanti: così si è difeso un responsabile di Medici senza frontiere.

Che non accettano la polizia a bordo per non avere problemi di sicurezza poi in Libia: l'attività di controllo spetta a Frontex, è vero, però si ferma davanti le acque libiche dove invece operano le ONG.



C'è anche la missione Sophia i cui aerei sorvolano queste acque: ma come si vede dal video, non sembra che sia efficace per contrastare i trafficanti.



Il codice di condotta imposto alle ONG che operano in queste acque sono chiari: purtroppo non impone a nessuna nave straniera la presenza di membri della polizia italiana.

E anche sui donatori c'è stata scarsa collaborazione, almeno nei confronti dei giornalisti di Report.

La ONG Sos Mediterranee ha sede a Marsiglia, ha dietro un lobbista del traffico marino, il signor Vallat, è un armatore potente: eppure fa poco per far arrivare i migranti in Francia.

Gente che fa la carità con una mano e poi ha società con sede in paradisi fiscali.



La Francia ha una grande responsabilità nella guerra in Libia, nel 2011: il conflitto termina con la morte di Gheddafi, ma il paese è ancora spaccato.

C'è il governo di Serraj e il governo di Haftar, denunciato per crimini di guerra. Nel sud il potere è conteso da diverse tribù locali.

Questa instabilità ha favorito i trafficanti di petrolio e di esseri umani: chi sono i trafficanti?

Secondo il rapporto dell'Onu c'è anche Al Bija, il capo della guardia costiera di uno dei porti da cui partono i migranti.

A Sabrata c'è una milizia riconosciuta dall'Eni che qui ha un suo stabilimento.



Ci siamo turati il naso e abbiamo chiesto a queste milizie, a questi trafficanti di tenersi i migranti in cambio dei nostri interessi. Come Berlusconi aveva fatto con Gheddafi.

Non solo: coi nostri soldi stiamo addestrando la guardia costiera libica per il controllo del mare libico.

Formati coi soldi della missione europea Sophia che ha il compito di contrastare i trafficanti di uomini e di droga.

C'è il rischio che stiamo addestrando anche parte della guardia costiera che era collusa coi trafficanti?

I nomi di queste persone non sono divulgabili, spiega il comandante dell'operazione.



E dove vanno le persone respinte in mare? Sono detenute nei centri di detenzione libici, legati alle milizie, come il capo della milizia di Zawiya, che fa il lavoro sporco per l'Europa.

Il senatore Latorre usa ancora la formula ipocrita di centri di accoglienza: no, senatore, nei centri di detenzione i diritti umani sono negati.



L'Italia avrebbe fatto accordi anche col capo delle milizie di Sabrata: a meno che non si voglia credere alle parole del senatore, che invece rassicura, l'Italia ha solo avuto rapporti con persone legate alle istituzioni libiche.



In assenza di una riposta europea, l'Italia si è arrangiata, facendo accordi coi rappresentanti che ha trovato in Libia, che non è però uno stato.

Il capo della missione UNHCR, che ha sede a Tunisi, ha spiegato alla giornalista che sta trovando una soluzione diversa dai centri di detenzione: ricollocare in paesi sicuri i rifugiati politici, ma nessuna risposta per i migranti economici.

Di loro dovrebbe occuparsi un'altra organizzazione internazionale dell'ONU che, spiega, sta cercando di farli tornare a casa loro.

Per esempio tenerli in un campo nel deserto tunisino, per anni, fino allo sgombero del giugno 2017.



Non solo, questo campo era usato come base per i trafficanti, verso l'Italia.

Sempre dalla Tunisia parte il traffico del petrolio.



La Tunisia, che sta cercando di costruire un sua democrazia, non ha firmato gli accordi sui migranti: se sulle loro coste non arrivano le persone, arrivano però i morti sulle spiagge, seppelliti in cimiteri improvvisati.

La Croce rossa tunisina ha aperto una raccolta fondi per seppellire queste persone, vittime anche della nostra ipocrisia. Quella dei francesi e anche quella dell'Italia, che ha firmato accordi con le milizie, per non vedere più arrivare questi immigrati.

Perché c'erano i partiti dell'estrema destra che crescevano.


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