16 febbraio 2018

Il voto polarizzato

Domanda: come mai questa campagna elettorale si è concentrata su pochissimi temi? Immigrazione, tasse e, ora, i rimborsi (mancati) dei candidati a 5 stelle?



Siamo passati dal voler convincere gli elettori della bontà del tuo programma, per cercare voti in più, ad un modello di voto polarizzato.
Siamo passati, nel centro sinistra, dal cercare i voti dell'elettorato di centro destra (i condoni, l'innalzamento del contante, le norme sull'evasione, i bonus) ad una campagna elettorale aggressiva (specie PD e FI), dove non si vuole convincere più nessuno, ma solo rafforzare il proprio zoccolo duro.
Questo spiega, secondo me, la campagna stampa che batte il tasto dei rimborsi elettorali del M5S, gli intrusi del Palazzo: puntare il dito contro quei deputati che non hanno rispettato un regolamento interno.

Questa strategia non tende a conquistare nuovi spazi: a destra ormai è tutto già occupato dall'originale (preferito dagli elettori rispetto alla copia renziana) di Berlusconi e Salvini.
Chi ha deciso di votare m5s continuerà a votare m5s. Chi vota Renzi continuerà a farlo. Chi è deluso da Renzi ma non intende imbarcarsi in un partito dato per perdente, pensa di salvarsi la faccia votando Bonino.
Se tutto va bene, si arriverà all'inciucione da tutti negato ma da tutti auspicato (Padoan, Minniti e per ultima Bonino).


Questa polarizzazione tende a isolare i delusi, i nauseati, quelli che di fronte a questa campagna elettorale stanno pensando di non votare.

I partiti sanno che, per vincere, possono puntare su quella parte degli indecisi che decideranno solo all'ultimo momento, nei giorni prossimi alle elezioni o nelle ultime ore.
Voto ragionato? Forse.
Voto sofferto, sicuramente.  

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