Obiettivo elezioni europee 2019: prendersi un pezzo dell'elettorato dei popolari (di cui il diversamente democratico Orban fa parte, assieme a Berlusconi e Merkel), prendersi le poltrone che contano dentro l'UE (la commissione UE, la presidenza del consiglio e dell'Europarlamento, oggi in mano ai popolari e su cui frau Merkel aveva già iniziato le sue manovre per piazzare le sue persone).
Governare i fondi e spostare l'asse politico sempre più in orbita filo russa.
I migranti servono solo come strumento di consenso, nessuna soluzione comune potrà mai venire andando ad incontrare persone come Orban e Salvini lo sa bene: pensano di mettere fine al fenomeno dell'emigrazione, solo perché hanno tenuto ferma una nave in un nostro porto (e un'altra nave di una ONG è stata dirottata in Spagna).
Peccato che gli sbarchi continuino e così anche le morti in mare e le violenze in Libia.
Ma tutto questo non è solo merito di Salvini e dei sovranisti: a questo si è arrivati anche grazie al lavoro di chi c'era prima.
Come l'ex ministro Minniti che ieri commentava su La7 sulla politica della paura, autore del decreto sicurezza dell'estate 2017, degli accordi con la Libia (con le tribù, coi governanti..).
Come questa Europa che tollera gli Al Sisi, Erdogan e Orban (perché democraticamente eletti) spostandosi ogni volta sempre più a destra.
La chiamano rivoluzione, riconquistare il controllo dei confini, prima gli italiani.
Per esempio gli italiani assunti nello staff di comunicazione di Salvini: al momento la rivoluzione è combattuta soprattutto lì, in rete.
A colpi di like e follower.
Gli italiani poveri devono aspettare, al limite fare retweet dei post del capitano.
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