29 novembre 2018

Un caso di cronaca

Nel giorno in cui il governo riesce a far approvare il suo decreto (in)sicurezza, un episodio che una volta sarebbe stato catalogato sotto la voce di cronaca (l'imprenditore che ad Arezzo spara ad un ladro dopo l'ennesima rapina) fa tornare in auge il tema della legittima difesa.
Un episodio drammatico, un imprenditore costretto a dormire in azienda con l'arma a portata di mano e una persona (perché il ladro rimane sempre una persona) ucciso dai colpi sparati.
Un episodio che ci racconta dello scarso controllo da parte dello stato, della sfiducia dei cittadini (che pure pagano le tasse per avere sicurezza dallo Stato) costretti a difendersi da soli.
Eppure, per quello strano fenomeno per cui noi leggiamo la realtà al contrario, il ministro Salvini e la sua Lega sono riusciti a cavalcare anche questa storia e ad usarla per la loro propaganda.
Ogni volta ci tocca ricordare come la soluzione del far west non risolve nulla: esiste già una legittima difesa che passa per delle indagini e per un giudice.
E anche con la riforma Salvini ci saranno delle indagini ed un giudice: solo, le persone si sentiranno autorizzate ancor di più a sparare.
Lo stesso effetto collaterale che otterremo col decreto sicurezza: meno integrazione, meno cura dei migranti che arrivano, più materiale per i signori populisti.

PS: tempi difficili per il paese ma nemmeno l'opposizione se la passa bene e quanto ne avremmo bisogno di una opposizione seria che sia presente nel paese e meno sui social e che non se ne esca con baggianate del tipo meglio Berlusconi di Salvini.
Abbiamo già dato, grazie. Non rimpiangiamo Berlusconi e non apprezziamo (per usare un eufemismo) l'attuale ministro dell'interno.
Così come non apprezzavamo la proposta sulla legittima difesa del PD

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