13 marzo 2019

Fate presto (ma è già tardi)

Quando si è deciso di puntare sulle trivelle, si doveva fare presto.
Quando si decise di puntare sul nucleare si doveva fare presto (e per fortuna c'è stato il referendum del 2011, a salvarci dalla disgrazia del ritorno al nucleare).
Quando bruciano i rifiuti al nord, si doveva fare presto.
Quando si decide che le opere strategiche per questo paese sono le nuove autostrade oppure il TAV e non la messa in sicurezza del territorio.
Quando si decide che i cittadini di Taranto (o anche di Priolo in Sicilia) devono ammalarsi perché non possiamo bloccare le industrie (e l'inquinamento).

E poi, quando ce ne siamo fregati del fatto che Trump uscisse dagli accordi di Parigi sulle emissioni della C02, quando abbiamo riso alle sue battute sul riscaldamento climatico, quando abbiamo detto che mica potevamo bloccare le auto, perché poi i commercianti, poi i tuoi elettori si arrabbiano.
Quando abbiamo difeso le centrali a carbone, che inquinano e avvelenano l'aria, perché altrimenti i proprietari si arrabbiano.

Ecco, allora eravamo in ritardo per salvare il pianeta, non ora.
Ora possiamo solo pensare a salvare il salvabile.


PS Presadiretta si era occupata dell'innalzamento climatico mesi fa, in un'inchiesta che doveva far sobbalzare la nostra classe politica.
Invece abbiamo continuato a discutere di populismi, immigrati, senza preoccuparci di modificare l'agenda politica sia a livello europeo che italiano.

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