26 aprile 2019

Come da copione

Sono ormai anni che, ad ogni 25 aprile, il dito copre la luna ovvero le contestazioni alla brigata ebraica alla manifestazione diventano l'argomento usato dalla destra (intesa come destra giornalistica e di pensiero) per screditare la festa della liberazione.

A questo giro però va aggiunta una novità: i renziani che (sui social) non hanno perso l'occasione per regolare i conti con l'ANPI, colpevole di essersi schierata contro il referendum del 2016.
Quello che non va giù, ai neofascisti e ai giornali della destra è le legittimità concessa ai partigiani, alle bandiere rosse (anche se la guerra di liberazione fu portata avanti da diversi partiti e diversi colori politici), ai "sinistri". 

Prendono le difese dei reduci della brigata ebraica solo per opportunismo: tra le file dei partigiani (e nei deportati nei lager) erano presenti anche rom, che dovrebbero dire loro che sono sempre additati come ladri e parassiti?

Fatevene una ragione, il 25 aprile c'è stato e ci sarà: è lo spartiacque tra un prima e un dopo.
Se è vero che alla guerra di Liberazione la maggior parte del peso lo hanno sostenuto gli alleati, se è vero che in piazza dovremmo trovare bandiere di tutti i colori, il contributo dei partigiani c'è stato ed è stato importante.
Questa rimane una festa di chi si riconosce in questa Costituzione, antifascista appunto: una Costituzione che parla di diritti uguali per tutti, che sprona ad abbattere le barriere di censo, religione e sesso.
Forse è questo che da veramente fastidio a chi contesta il 25 aprile.

Ps: oggi la mafia a Corleone non c'è più, vero?

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