Apre la nuova serie dei Gialli
Mondadori il noir di Andrea Camilleri, Km 123: in questo libro non
troviamo né il suo Montalbano e nemmeno la sua Vigata.
Troviamo invece tutta l'inventiva dello
scrittore siciliano, capace di partire da spunti letti dalla cronaca
dei giornali per imbastire una storia nera, una storia costruita
mettendo assieme sms, pezzi di telefonate, qualche email, pochi
dialoghi e qualche articolo di giornale.
Un esperimento, insomma, che ricorda
l'altro capolavoro di Camilleri che è “La scomparsa di Patò”:
non scompare nessuno, almeno all'inizio, in questo romanzo, che parte
con un incidente al Km 123 dell'Aurelia, la strada che dal Roma porta
alla Maremma: Giulio Davoli, piccolo costruttore romano, finisce
fuori strada dopo essere stato speronato da un Suv piombato alle
spalle.
Il Messaggero
Ieri, poco dopo mezzanotte, una Panda con alla guida il ben noto imprenditore edile Giulio Davoli, mentre percorreva la via Aurelia verso Roma, all'altezza del km 123 veniva speronata da un'altra auto che sopravveniva ad alta velocità..
Un incidente fortuito, oppure c'è
altro? Un testimone avrebbe visto quel Suv che puntava proprio sulla
Panda di Giulio ..
Mentre Giulio è all'ospedale, gli sms
inviati dalla sua amante, Ester, preoccupata perché non gli risponde
al telefono, vengono forse letti dalla moglie, Giuditta.
Ester e Giulio sono preoccupati che la
loro relazione venga scoperta, anche perché Ester inizia ad essere
preoccupata che il marito la stia spiando, che sappia dei loro
incontri clandestini.
Solo una storia rosa di amanti, di
mogli e mariti traditi?
No, perché il maestro riesce a
costruire una trama dove ogni volta il lettore viene portato ad un
pezzo di verità, che poi viene smontato per andare oltre.
Perché quella che a tutti sembra una
banale storia di amore tradito, compresi certi giornalisti e
poliziotti che poi fanno da confidenti ai primi come “ambienti bene
informati”, in realtà nasconde qualcosa di più complesso e nero.
Qualcuno arriverà a scoprirla questa
verità, forse un po' scomoda, ma oggi a chi interessa veramente la
verità?
A fine racconto, trovate l'intervento
di Camilleri al convegno
“Scrittori e critici a confronto”, tenutosi all'università
degli Studi di Roma Tre il 24-25 marzo 2003 e poi pubblicato nella
raccolta “Come la penso” Chiarelettere
Credo avrete indovinato tutti che il colore che intendo difendere è il giallo. Il giallo non come colore in sé e nemmeno come significazione simbolica, ma il giallo in quanto colore di copertina. E bisognerà subito cominciare con una precisazione. Il romanzo poliziesco, giudiziario, in una parola il mystery, si chiama “giallo” solo in Italia. Nell'estate del 1929 l'editore Mondadori decise di dar vita a una nuova collana di romanzi polizieschi e ne pubblicò i primi quattro volumi. Gli autori, vale la pena ricordarli, erano l'Americano Van Dine, raffinato critico d'arte, che aveva creato il personaggio dell'investigatore Philo Vance .. l'inglese Edgar Wallace, all'epoca considerato un maestro, ancora l'americana Anna Katharine Green .. e nientemeno che Robert Luis Stevenson ...
La scheda del libro sul sito di
Mondadori
e sul sito Vigata.org
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