12 aprile 2019

Sull'arresto di Assange



La cosa che più mi ha colpito delle immagini dell'arresto di Julian Assange è il sorriso compiaciuto del poliziotto.
Di cosa era soddisfatto, felice, questo suddito di sua maestà?

La democrazia non è solo andare a votare, avere un Parlamento di eletti o, meglio, di nominati.
Avere una Costituzione e in insieme di norme che ne regolano il funzionamento.

Democrazia è quando ciascuno dei suoi organi è chiamato a rispondere del suo operato e del suo comportamento nei confronti del paese, quando non esiste un organo sopra gli altri che controlla tutto (potere giudiziario, potere legislativo e potere esecutivo..).

Democrazia è quando non solo la facciata rispetta i principi liberali, rispetta i diritti civili, ma anche la sostanza che sta dietro.

Per questo dovremmo essere grati per quanto ha fatto per noi Assange e Wikileaks: ci ha mostrato di quanta ipocrisia si ammantano le nostre democrazie, quanta falsità si nasconda dietro i sorrisi di circostanza dei leader dei paesi quando si incontrano.

Tramite i cablo inviati dall'ambasciata americana a Roma che abbiamo potuto leggere, abbiamo saputo che Washington non si fidava più dell'alleato italiano, del governo Berlusconi, perché vedevamo questo leader che di giorno si addormentava in Parlamento perché passava le notti facendo le sue “cene eleganti”, sulla proposta di legge dell'allora governo B. sul diritto d'autore,
Abbiamo letto i commenti di Washington sulla vicenda delle tangenti (al momento presunte) Eni in Nigeria, sugli interessi di B. in Russia (dietro i contratti capestro con Gazprom)...
Abbiamo letto i "war log" sul lato oscuro delle guerre per esportare la democrazia.
Wikileaks ci ha insegnato a dubitare della politica estera e interna dei nostri paesi perché la frase “right or wrong is my country” ha fatto il suo tempo.

E' vero che nella vicenda di Assange ci sono ancora dei punti da chiarire, almeno per quanto ne sappiamo: l'accusa di stupro da cui tutto è partito in Svezia e anche l'essere diventato uno strumento della propaganda russa ai tempi delle elezioni del 2016, quando le informazioni pubblicate da Wikileaks furono usate contro Hillary Clintan.

Si dice che per i documenti rubati e resi noti da Assange (e da l'ex consulente dell'intelligence americana Snowden) abbiano messo in pericolo le nostre democrazie: beh, non più della guerra al terrore basata sulla menzogna di Stato di Blair e Trump.
Quelle fughe di notizie hanno reso il mondo un posto più consapevole e anche questo è indice di buona salute della democrazia.
Fare democrazia dicendo la verità, è molto difficile, molto più facile governare in un clima di perenne campagna elettorale, additando al popolo il nemico esterno del momento per distrarre l'attenzione.

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