28 agosto 2019

Marie la strabica, di Georges Simenon



I pasticcini di Fouras 
«Dormi?» 
Sylvie non rispose, non ebbe un sussulto. Respirò solo un po' più forte per simulare un sonno profond, ma non c'era da sperare che la Marie ci cascasse. 
«Lo so che non dormi». 
La voce di Marie era calma, monotona, vagamente lamentosa, come quella di certe donne legate alla malasorte. 
«Lo fai apposta a non dormire» continuò nel buio della camera.

Due ragazze, non ancora donne, non più ragazzine, almeno la seconda delle due, Sylvie.
Bella, con un seno florido che attira gli sguardi degli uomini.
Sylvie e Marie, cresciute assieme nel villaggio di Rochefort e assieme andate alla ricerca di un lavoro, in un albergo per un lavoro stagionale.
Marie, strabica, per nulla appariscente e timida, Sylvie bella e provocante, decisa a tutto pur di raggiungere il suo scopo: fare dei soldi, andare a Parigi e diventare una signora, scappare dalla fame e dalla povertà.
Diventare una signora e tenere a fianco Marie a farle da cameriera.
«Sei sempre decisa?» chiese invece con una punta di sfida nella voce. 
«A far cosa?» 
«Ti sei già dimenticata perché siamo qui?» 
«Per guadagnare un po' di soldi e andare a Parigi». 
«Hai cambiato idea?» 
«Perché mai dovrei aver cambiato idea?» 
«Non lo so, me lo chiedevo». 
«Ti chiedevi se ero sempre pronta a partire con te?» 
«Mi odi?» 
«No». 
«Ma pensi che sia una scostumata senza cuore». 
Marie non rispose. 
«Spengo?»

Per raggiunger questo scopo non esita di fronte a niente: come quando chiede a Louis, un ragazzo con dei problemi che la spia mentre si spoglia, di rubarle dei dolci nella credenza dell'albergo. Un furto che porterà poi al suicidio del ragazzo.
Marie, che ne condivide la stanza, ne intuisce i pensieri, sa cosa le gira per la testa: nella prima parte del romanzo i loro dialoghi ci descrivono bene il loro rapporto, che sembra spezzarsi da un momento all'altro e che invece continua, nonostante l'atteggiamento provocatorio di Sylvie, che Marie disapprova, ma che subisce in silenzio:
Invece, dopo una breve esitazione e con un'espressione più dura sul volto, si sfilò, si sfilò il vestito passandolo sopra la testa e si levò, in piena luce, la sottoveste strappata, che gettò in un angolo.Marie dovette stringere i denti con tutte le sue forze per non dire niente, per non fare domande. Poco ci mancò che supplicasse l'amica di parlare, di raccontare una cosa qualsiasi, anche una bugia, o magari di mettersi a piangere.Non accadde niente del genere. Quel che accadde dopo fu ancora più terribile di ciò che Marie aveva previsto. Completamente nuda nella luce cruda della camera, Sylvie bagnò un asciugamano nell'acqua fredda della bacinella e si lavò lentamente il seno, il ventre e le cosce.

Terminata la stagione, col fantasma di Louis che ancora fa capolino nei loro pensieri, entrambe partono per Parigi. Per una breve parentesi sembra che la vita abbia destinato anche alla povera Marie un pizzico di felicità con un uomo, invertendo i ruolo.
Sylvie in casa a macerarsi nel letto, in cerca di un lavoro, in realtà alla ricerca di una occasione con un uomo.
Marie, che esce la sera con una persona …
Ma non sarà così: Marie appartiene alla categoria di persone segnate dalla sfortuna o, forse, costrette a subire le cattiverie e le crudeltà delle persone vicine.
Adesso sapeva. Lo aveva sempre saputo.Senza togliersi il cappello andò a prendersi la valigia nell'armadio, aprì i cassetti e ammucchiò le sue cose alla rinfusa.Non era a Jean Dubul e ai suoi occhiali dalle lenti spesse che pensava, ma a Louis, fermo nel riquadro della finestra, che contemplava il magnifico seno di Sylvie.

Più di venti anni dopo, le due ormai donne, si ritrovano:
La prima volta in cui Sylvie aveva rivisto la Marie era stato nella primavera del 1945, la mattina della parata della Vittoria..

Sylvie è ad un passo dal realizzare il suo sogno, quell'obiettivo per cui ha lavorato da una vita, senza fermarsi mai, da quando si faceva osservare dalla finestra, toccare dal padrone della locanda ..
Però ha bisogno di un ultimo favore da parte di Marie, perché nonostante siano passati anni, solo di Marie, nel frattempo rimasta sola, può fidarsi.
Ma ora che Sylvie è diventata la signora, almeno sulla carta e Marie, con una certa arrendevolezza, decide di aiutarla, i loro ruoli sembrano in realtà, se non ribaltati, almeno meno netti.

No, nonostante la casa, la ricchezza, l'agiatezza, non è lei, Sylvie, la signora, ma una donna matura vittima della sua stessa fame di ricchezza, del suo cinismo, della sua determinazione.
E Marie, la povera Marie, nonostante la detesti, è destinata a rimanerle accanto.

Ancora una volta, Simenon ci regala due personaggi fuori dal comune, due donne completamente diverse, ma allo stesso tempo legate da un destino comune.
La paura di perdersi.

La scheda del libro sul sito di Adelphi
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