Dove abita la giustizia
Ferretti sapeva che la giustizia doveva abitare nel Palazzo che era spesso assente.Lui cercava di riportarla in quei locali solenni, ma lei trovava sempre qualche fessura da cui scappare via.
Bastava pensare a tutto quel lavoro inutile che sta dietro ai reati che vanno in prescrizione. Per ogni proscioglimento causato dal decorso del tempo c'era una vittima che non aveva ricevuto tutela e quando mancava il danno per qualcuno, c'erano sempre le ragioni di tutti i cittadini che dal delitto ricevono un pregiudizio in termini di violazione del patto sociale.
Lui la chiamava giurisdizione apparente, un lavoro inutile per dare l'impressione che il sistema funzioni, energie sprecate per giustificare il nulla di fatto.Non c'è niente di peggio che l'accertamento di verità rimasto incompiuto, pensava il pubblico ministero. Restano i dubbi, i sospetti, l'idea che la legge è uguale per tutti, ma che per qualcuno lo è un pochino di più.
Ferretti vedeva la giustizia colpire con la spada e gli occhi bendati, ma solo per i deboli, per i poveri.
Quando si indagavano le persone per bene, allora le cose si complicavano. A volte gli sembrava un sistema perverso: il processo deve concludersi in un tempo ragionevole e, contemporaneamente, si dà la possibilità all'indagato di prolungarlo con cavilli, rinvii, incombenze tanto formali quanto inutili per poi sentirsi dire:
«Spiacenti, il tempo è scaduto, la Giustizia è arrivata in ritardo».
Non sono io Vittorio Nessi, Daniela Piazza Editore
Sono
le riflessioni, amare, di un magistrato: il pubblico ministero Bruno
Ferretti, alter ego letterario del magistrato comasco (ora in pensione) Vittorio Nessi.
Sono
riflessioni che toccano il tema, tornato attuale, della prescrizione:
sono ormai più di dieci anni che si parla di questo, di allungare i
tempi, di riformare il processo penale, di riformare il meccanismo
della prescrizione.
Ad
oggi in Europa solo in Italia e in Grecia la prescrizione continua
per tutto l'iter del processo, fino alla Cassazione.
Toglierla
sarebbe una barbarie, far diventare il cittadino un perseguitato a
vita della giustizia.
Obiezioni
fatte, spesso in buona fede, che però non spiegano come mai altrove
in Europa la barbarie non regni sovrana, come mai era l'Europa a
chiederci di rivedere la prescrizione.
La
legge oggi, anziché essere uguale per tutti, è un po' meno uguale
per chi può permettersi buoni avvocati, per dilungare i tempi.
E
tutto questo non però non è considerato barbarie.
Dove
abita la giustizia?
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