13 febbraio 2020

La favoletta

Le favole piacciono all'elettore di centrodestra e dunque sono spesso usate per la loro narrazione dagli esponenti politici di quello schieramento.
La favoletta su Mani pulite, per esempio, quella che ieri ha ripetuto su La7 durante la trasmissione Atlantide il figlio di Craxi: il complotto degli americani, i contatti tra i magistrati e l'ambasciata americana, l'indagine solo politica che ha coinvolto solo un leader politico, il sistema dei finanziamenti ai partiti non era malaffare, così facevano tutti ...
Passati vent'anni, pensavo si potesse fare un passo in avanti rispetto a questa versione autoassolutoria.
Perché il sistema del così fan tutti era reato.
Perché il sistema delle mazzette aveva distrutto il paese, le imprese sane a favore di quelle che pagavano le tangenti per vincere gli appalti.
Perché da quel sistema è poi esploso il debito pubblico che oggi è un zavorra per le nostre ambizioni politiche.

Ma la favoletta assolutoria e semplicistica prende sempre: non è colpa volta, è colpa degli immigrati che ci invadono, ci prendono il welfare, ci costano miliardi.
Con questa favoletta il leader di destra Salvini si è difeso per quanto fatto da ministro, quando ha bloccato navi davanti i porti per pura propaganda.
Ma la favoletta è venuta comoda anche sulla prescrizione, l'obbrobrio giuridico secondo i garantisti dei potenti secondo cui solo con la prescrizione (nei meccanismi che abbiamo ora) serve a garantire la giusta durata del processo.

Siamo il paese delle favole, che spesso allietano le giornate e i dibattiti nei talk, nascondendo la cruda realtà.
Quella dei finti salvatori di Alitalia, i patrioti di Berlusconi e quelli di Renzi.
Quella dello stato parallelo, infiltrato dalla P2 che ha organizzato la strage di Bologna e depistato le indagini.

Meglio le favole..

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