Martedì 1 agostoTre per tre. Qui dicono che la regola sia questa: tre giorni di scirocco, tre volte l’anno. Vivo a Palermo da undici mesi – undici mesi fra tre giorni – e so di non avere la sapienza e l’esperienza per contestare la saggezza locale. Magari capiterà pure solo tre volte l’anno, lo scirocco. Me lo auguro.
Nei giorni di
Scirocco a Palermo (dove non è vero che il vento soffia solo per tre
giorni), a Palermo viene uccisa una ragazza, Romina. Strangolata e
gettata in un vicolo. Non è una delle
tante donne uccise, che fanno notizia solo per poche ore, coi soliti
commenti di denuncia dei troppi femminicidi registrati in Italia. Anzi, potrebbe
anche non essere nemmeno un caso di femminicidio.
Romina era
giovane, voleva fare la cantante, aveva fatto anche la modella,
perché era molto bella. Ma soprattutto aveva una relazione con un
cantante palermitano famoso, Zefir, uno di quelli che portano
alta la bandiera della Sicilia nel paese.Quello di Romina,
dunque, diventa un caso che interessa i media, i giornalisti della
carta e quelli della televisione.
Come Viola,
anchorwoman dell'ADI (canale televisivo all news, di cui è uno dei
volti), romana ma a Palermo da un anno in un tragitto personale che
dovrebbe un giorno portarla a Milano. Un percorso contorto, ma anche
Viola è una persona speciale.
“Sinestesia”
è il disturbo di cui soffre: Viola vede i colori associati alle
persone e ai suoni, si tratta di un disturbo neurologico che la porta
a non sentire il caldo e il freddo (“ma non vorremo mica
formalizzarci per qualche neurone un tantino danneggiato qua e là”),
il che comporta qualche problema nella vita di tutti i giorni.
In neurologia, è quando uno stimolo sensoriale produce una reazione a un altro livello sensoriale. Tipo, senti l’odore del mare e ti squilla in testa una nota musicale..
Per esempio Santo, l'ex
caporedattore ora in aspettativa, ha un color celeste; quello della
redazione cultura Ocra; Zefir, il cantante che ha conosciuto questo
inverno, color carta da zucchero. E Gaetano, il suo dirimpettaio non
ché fratello di Zefir, color marrone bruciato.
Ho imparato che i colori delle persone non devono essere necessariamente associati al carattere e tanto più ai miei gusti cromatici
Sellerio,
presentando questo giallo, scrive “un nuovo personaggio
letterario si affianca ai detective di casa Sellerio”.
Ma Viola in questo
romanzo non porta avanti una sua indagine. Non lo potrebbe
perché è solo una giornalista televisiva e anche in ferie, in quei
giorni di Scirocco in cui sembra di stare in un forno.Non lo è, una
indagine, perché lei osserva, guarda, prende nota, si fa prendere da
questo delitto per curiosità, perché aveva conosciuto il cantante e
anche la ragazza (color rosso sangue) mesi prima, perché conosce
Gaetano, un artista che ha cresciuto Zefir come un padre dopo la
perdita dei genitori.
Ce lo racconta lei
stessa, Viola, in prima persona, questo girovagare come una
improbabile turista per Palermo, “una somma pazzesca di
straordinarie culture diverse, con il risultato finale che poco si
incastra e quasi niente funziona”.
La Cattedrale
normanna, uno dei siti del percorso arabo-normanno dell’Unesco, il
quartiere della Kalsa coi suoi vicoli, la chiesa di Santa Maria dello
Spasimo, la cappella Palatina, via Maqueda, il Politeama, i quartieri
che sono anche i mandamenti delle famiglie mafiose.
La mafia, già, una
presenza che si sente ma che non si vede se uno viene da fuori e non
la sa riconoscere:
Perché sapevo che esiste un’entità vaga chiamata mafia che non mi riguardava in alcun modo, non era tangibile, faceva girare soldi e droga
Ma tangibili sono i
morti per la mafia, come e lapidi delle vittime, Cesare Terranova,
Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Paolo Borsellino..
Chi ha ucciso Romina? Tutta la stampa, compresi i colleghi dell'ADI, si buttano sul cantante Zefir, colpevole perfetto: famoso a sufficienza da stuzzicare gli appetiti delle persone, senza un alibi, sparito dalla sera del delitto.Ma l'assassino non è lui, questo pensa Viola e lo dice anche a Santo, il suo ex capo che la indirizza anche in questa specie di indagine non indagine per Palermo (una città dove tutti conoscono tutti), procurandogli anche i contatti giusti.Un “carta da zucchero” non ha la forza di uccidere una persona: “ci vuole troppa energia. Entusiasmo, in una sua certa forma distorta.”Ma c'è la testimonianza della compagna di casa di Romina, che sembra inchiodarlo senza scampo.
Chi ha ucciso Romina? Tutta la stampa, compresi i colleghi dell'ADI, si buttano sul cantante Zefir, colpevole perfetto: famoso a sufficienza da stuzzicare gli appetiti delle persone, senza un alibi, sparito dalla sera del delitto.Ma l'assassino non è lui, questo pensa Viola e lo dice anche a Santo, il suo ex capo che la indirizza anche in questa specie di indagine non indagine per Palermo (una città dove tutti conoscono tutti), procurandogli anche i contatti giusti.Un “carta da zucchero” non ha la forza di uccidere una persona: “ci vuole troppa energia. Entusiasmo, in una sua certa forma distorta.”Ma c'è la testimonianza della compagna di casa di Romina, che sembra inchiodarlo senza scampo.
La svolta, arriva
da una vecchia foto, scattata quasi trent'anni prima, un bianco e
nero che Viola vede come color seppia.Il perché di
quella morte, che non sarà l'unica in questa storia, sono legati
alle ferite rimaste aperte nel passato.
Conosci l'estate? -
è un punto di osservazione su Palermo, città dei mille contrasti,
nelle persone convivono un estremo cinismo verso i problemi ma anche
gesti di accoglienza spontanea verso gli altri.
Una città dove,
separati, trovi la nobiltà e la borghesia delle villette liberty, e
la working class (“che poi working si fa per dire”) con dentro
una nobiltà culturale che appassiona Viola.Che invece detesta
l'ipocrisia di quella parte della società civile che organizza
manifestazioni (come quelle per la difesa delle donne) fini a sé
stesse.Altre tema toccato
dal romanzo è quello dei sensi di colpa, che possono pesare sulla
vita delle persone come macigni, un peso da cui non si può più
liberarsene.
Come il peso che
grava su Viola stessa, non solo per lo scirocco, ma per quel “buio”
(il nero espanso, la negazione dei colori e dei suoni) che si sta
allargando e che la costringe, paradossalmente, ad attraversare ancor
di più questa città, i suoi odori, i suoi rumori, i suoi colori.
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