Ci sono storie che meritano di essere
raccontate, specie se sono strane storie.
Strane perché sono in quella zona di
mezzo tra il reale e il soprannaturale: il mostro di Loch Ness e
quelli che giurano di averlo visto, case possedute da spiriti, navi
fantasma dove non si capisce cosa sia successo all'equipaggio.
Strane storie perché raccontano fatti
che, in quel contesto, appaiono come un qualcosa di eccezionale: la
partita di calcio giocata nel giorno di Natale del 1914 tra inglesi e
tedeschi (con gran rabbia dei loro generali). Oppure l'altra partita,
la partita della guerra giocata tra i prigionieri di guerra ucraini e
soldati della Luftwaffe a Kiev (partita che ha ispirato il film Fuga
per la vittoria).
Sempre una partita di calcio, anzi, due
partite, fecero da detonatore per quella che è stata chiamata come
la “guerra del calcio” tra Honduras e El Salvador nel 1970.
Una guerra tra paesi poveri, governati
da due dittature che usarono il calcio come pretesto per una guerra
che causò migliaia di vittime, per lo più civili.
Strane storie perché ci fanno capire
quanto il confine tra male e bene, tra mostri e persone perbene sia
molto fragile e dipenda dal contesto, dalla società in cui vivi.
Sono le storie dell'esperimento fatto
ad una scuola superiore a Palo Alto in California, la storia della
“terza onda”. Nel 1967 un professore ha fatto capire, in modo
molto reale, come sia facile trasformare una popolazione civile in
nazisti.
Ma c'è anche l'esperimento dello
psicologo Philip Zimbard a Stanford, coi volontari selezionati per
diventare guardie o detenuti di un carcere inventato. Esperimento
naufragato dopo sei giorni perché le guardie, tutte persone normali,
erano entrate troppo nella parte.
Infine l'esperimento di Stanley
Milgram, impressionato dalle immagini del processo al mostro
Eichmann, responsabile della soluzione finale. Che visto da vicino
era un “travet” dello sterminio (da cui il saggio che fece molto
discutere di Hanna Arendt, La banalità del male).
Nel suo esperimento, nel 1960 a Yale,
si mostrò quanto è facile trasformare (o forse non c'era nulla da
trasformare) una persona normale in un carnefice.
Ci sono anche strane storie, che sono
veramente strane, ovvero incredibili: la storia dell'ingegner
Yamaguchi, che sopravvisse a due bombe atomiche per una serie di
incredibili e fortunate (o sfortunate, a seconda del punto di vista)
circostanze.
E che per questo divenne un attivista
antinucleare e pacifista.
Anche quella del sergente Joey
Kieyoomia è una storia che parla di sfortuna ma anche di resistenza:
perché ci vuole veramente tanta forza (e fortuna?) a sopravvivere
alle torture dei giapponesi, che lo avevano fatto prigioniero a
Bataan nel 1942, credendolo un asiatico, ovvero un traditore.
Invece Joey era un indiano navajo, cioè
un americano che più americano non si può.
Il sergente Kieyoomia fu tra i pochi a
sopravvivere alla marcia della morte per finire, in modo incredibile
(ma stiamo parlando di strane storie) in un carcere militare a
Nagasaky. E a sopravvivere anche al bombardamento atomico.
La storia del tenente dell'esercito
imperiale giapponese Hiroo Onoda, invece non ha a che fare con
fortuna o sfortuna. Rimasto solo, dopo che i commilitoni erano morti,
si arrese solo dopo aver ricevuto l'ordine del suo superiore. Nel
1974, a quasi trent'anni dalla guerra.
Obbedienza al proprio dovere o altro?
Ci sono storie che possiamo definire
“strane” perché ci toccano da vicino, perché riguardano persone
diventate famose, almeno per un momento, per qualcosa di fuori dal
comune.
Il ciclista Luigi Malabrocca per non
aver vinto la maglia nera nel giro d'Italia del 1949.
Pensate che sia facile arrivare ultimo
ad un giro, senza imbrogliare i giudici e violare il regolamento?
Beh, non è così, ci vuole del metodo.
Antonio Meucci, bisnonno di Carlo
Lucarelli, passerà alla storia per aver inventato il telefono, o
elettrofono, ma di non averlo potuto brevettare perché, povero, gli
mancavano i dieci dollari per il brevetto temporaneo. Brevetto che
invece fu presentato da Bell.
Tipo strano, il bisnonno Antonio
Giuseppe Meucci da San Frediano: aveva perfino inventato una bevanda
dissetante a base di vitamine, come la Coca Cola.
Ma questa, come direbbe Lucarelli, è
un'altra storia.
Charles Manson invece famoso lo è
diventato per aver passato in carcere una buona parte della sua vita.
Rapine, risse, rivolte organizzare dentro il carcere. Attenzione non
stiamo parlando dell'attore, ma di Charles Bronson il criminale. Il
detenuto più pericoloso della storia dell'Inghilterra. Più facile
diventare famoso come criminale che non come poeta o scrittore.
Gino Girolimoni famoso non lo voleva
diventare: anche la sua è una strana storia, anzi, una brutta
storia.
Perché riguarda tanti bambini vittime
di un serial killer (un assassino seriale che li rapiva e li
uccideva) a Roma negli anni tra il 1924 e il 1927.
Roma, come l'Italia, era fascista e il
regime non ammetteva che si commettessero crimini che la polizia non
sapesse risolvere.
Serviva un colpevole da dare in pasto
all'opinione pubblica, il mostro da “sbattere in prima pagina”
(come il titolo del famoso film di Bellocchio).
Ecco allora il mostro indicato in
questo fotografo, Gino Girolimoni appunto.
Che verrà poi scagionato in fase
istruttoria, per morire povero anni dopo.
E il poliziotto che aveva seguito altre
piste, fatto passare per pazzo.
Anche questo era il regime fascista.
Evariste Galois, invece, famoso come
matematico, avrebbe voluto diventarlo. E ne aveva anche le
potenzialità: a nemmeno venti anni risolse un problema sulle
equazioni di quinto grado che da secoli era rimasto insoluto, così
per dire.
Scrisse delle lettere, presentando le
sue teorie, a matematici come Cauchy, Fournier, Poisson, senza
ricevere risposta.
Certo, era solo uno studente, non era
nemmeno iscritto al Politecnico, perché si era fatto bocciare
all'esame, perché era genio sì, ma anche molto anarchico.
Morì a vent'anni, in un duello
all'ultimo sangue, per una storia d'amore.
Infine, cherchez la fammes.
Due storie, altrettanto strane, di
donne vissute nel secolo passato.
Judith Eileen Exter, la bella Judith,
la donna che sapeva troppo su Frank Sinatra, sui Kennedy, sui
rapporti tra JFK e “Momo” Giancana, boss mafioso a sua volta in
contatto con la Cia.
Una donna che sapeva troppo ma che non
raccontò mai nulla di quello che sapeva.
Perché in quella cerchia di amicizie,
quelli che sapevano facevano delle brutte fini (come la povera
Marilyn Monroe).
Infine Christine Keeler, la donna che
fece cadere il governo conservatore di Macmillan.
Cosa aveva fatto di così speciale,
Christine?
Oggi la chiameremmo escort di alto
bordo, nel 1963 aveva avuto una relazione col ministro della guerra,
John Profumo, anche lui conservatore e anche sposato.
Ma con una certa passione per gli
“house party” nelle vile della campagna inglese e della compagnia
di belle donne. Per combattere lo stress della vita moderna.
Belle donne che, però, avevano
frequentato anche diplomatici dell'ambasciata russa a Londra.
E' la storia dello scandalo Profumo.
A luglio è uscita una nuova versione del libro, per Solferino, con nuove storie: "L''incredibile, prima di colazione".
A luglio è uscita una nuova versione del libro, per Solferino, con nuove storie: "L''incredibile, prima di colazione".
La scheda del libro sul sito
dell'editore Skira
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Mi raccomando, siate umani