“Ma voi pensate che agli italiani interessino le storie su tre commercialisti?”
Così si rivolge ai suoi fan, il segretario della Lega Matteo Salvini, nel tentativo populista di sminuire gli effetti mediatici dell'inchiesta portata avanti da due procure sui rimborsi elettorali intascati illecitamente dal suo partito (quando segretario era Bossi) e che dovrà ora restituite in comode rate.
Agli italiani dovrebbe interessare in che modo un partito ha usato quei 49 ml, come sono stati spesi, come mai per nasconderne le tracce sono stati organizzati giri di denaro, passando per quei tre commercialisti (Di Rubba, Manzoni e Scilieri)che a luglio Salvini stesso non conosceva ma che oggi giura sulla loro onestà.
I soldi sono stati già spesi, racconta Salvini, perché ad un certo punto i soldi sono spariti dalle casse del partito che all'improvviso è diventato un partito povero. E' veramente così?
Presadiretta ha scoperto, seguendo i rivoli dei soldi dalle casse della Lega, l'esistenza di una villa in Sardegna, in Costa Smeralda: la casa è stata acquistata da Francesco Barachetti, imprenditore bergamasco tra i principali fornitori della Lega. Ha acquistato la villa con un bonifico ricevuto dalla Lega per Salvini premier, dalla Cafin SPA, azienda bergamasca della famiglia Carrara anche loro fornitori del partito di Salvini. Anche questi soldi poi finiscono in società che portano ai commercialisti della Lega.
Anche questa compravendita potrebbe far parte del vorticoso giro di denaro per far sparire i soldi della Lega, spiega il servizio: sul Fatto Quotidiano di domenica è uscita un'anticipazione sulla vicenda della villa
Soldi dei sostenitori della Lega Salvini Premier sono finiti nelle tasche dei commercialisti salviniani, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, attraverso la compravendita di una villa in Costa Smeralda. Un’operazione da quasi 350 mila euro. È questa una delle notizie contenute nella puntata di Presa Diretta che andrà in onda domani, lunedì 28 settembre, su Rai3. Intitolata “Caccia al tesoro: che fine hanno fatto i 49 milioni della Lega”, la trasmissione condotta da Riccardo Iacona prova a spiegare come siano stati spesi in questi anni i soldi affluiti sui conti del partito, anzi dei partiti, Lega Nord e Lega Salvini Premier.
È proprio partendo dalle casse della nuova creatura salviniana che si arriva alla villa situata di Cugnana, Comune di Olbia, a pochi chilometri da Porto Rotondo. Una villa immersa nella macchia mediterranea, che porta dritto a Di Rubba e Manzoni, i due commercialisti arrestati lo scorso 10 settembre su richiesta della Procura di Milano per peculato e turbata libertà nella scelta del contraente, nell’ambito dell’inchiesta sulla Lombardia Film Commission. La villa in Costa Smeralda non è citata dai magistrati milanesi tra i motivi degli arresti, ma la ricostruzione di Presa Diretta svela un altro pezzo della gestione finanziaria della Lega negli ultimi anni. Quelli in cui il tesoro padano è stato disperso in mille rivoli, con il risultato che quando la Guardia di finanza è andata a sequestrarlo (dopo la sentenza del Tribunale di Genova) ha trovato solo 3 dei 49 milioni di euro che dovrebbero tornare allo Stato.
Danilo Procaccianti si è confrontato coi giornalisti Stefano Vergine (Fatto Quotidiano) e Giovanni Tizian (de l'Espresso), che su quei soldi (e sulle tracce che hanno lasciato dietro) hanno fatto diverse inchieste: con loro ha incrociato bilanci, segnalazioni sui commercialisti della Lega, Alberto Di Rubba, Alberto Manzoni e Giulio Centemero (il tesoriere del partito). Da quanto Centemero è stato nominato tesoriere, gli altri due sono stati nominati nei cda di società della Lega e sono diventati i responsabili contabili del gruppo Lega alla Camera e al Senato.
Quello che emerge da alcune segnalazioni di operazioni sospette fatte dagli investigatori di Banca d'Italia (e da cui è partito una indagine di riciclaggio al momento a carico di ignoti) è che i fornitori della Lega dopo aver preso i soldi li avrebbero rigirati in favore dei commercialisti.
Tra i fornitori che ha preso più soldi c'è proprio quel Francesco Barachetti (già citato nella storia della villa) che incassa, tra il 2015 e il 2018 dalla Lega Nord, Lega per Salvini premier e altre società della galassia leghista 1,3 ml di euro.
Dopo che riceve questi soldi – spiegano Tizian e Vergine – Barachetti paga i singoli commercialisti o a società a loro riconducibili.
“Con questo schema sono usciti 3,3 milioni di euro” raccontano i due giornalisti “perché quando questo avveniva i conti sono finiti sotto sequestro da parte della magistratura per la vicenda della truffa, per cui c'è stata una condanna definitiva. Quando la Finanza è andata a cercare i soldi sui conti della Lega non ha trovato i 49 ml. In questo periodo nelle casse della Lega entravano soldi ma così come entravano uscivano.”
Bergamo in questi anni è diventato il nuovo centro finanziario della Lega: sono di Bergamo Di Rubba e Manzoni, che fino a poco tempo fa avevano sede del loro ufficio in un palazzo di Bergamo bassa. Nello stesso palazzo erano domiciliate decine di società della Lega di cui sette con un reale proprietario difficile da scoprire.
“Seguendo la catena delle scatole cinesi si arriva fino in Lussemburgo”, racconta Stefano Vergine, “e qui sono arrivati i sospetti della Finanza che indaga per riciclaggio sui 49 ml”.
Danilo Procaccianti aveva cercato di mettersi in contatto con loro, per porre delle domande su questa storia, senza successo: non hanno intenzione di rilasciare interviste, spiega poi il loro avvocato.
C'è anche Radio Padania in questo giro dei 49 ml: sono sempre i due giornalisti a raccontarlo.
Tra il 2016 e il 2017 vende molte delle sue frequenze incassando 2 ml di euro ma invece di tenerli in pancia li gira alle società che ci portano ai commercialisti della Lega.
Dall'ultimo bilancio della radio, quello del 2016, si vede che era in perdita: anziché ripianare il debito la radio decide di pagare fatture ad una società che si chiama SDC riconducibile al giro dei commercialisti. A sua volta, arrivati alla SDC, questi soldi sono finiti in bonifici a favore di Di Rubba, Manzoni e il tesoriere Centemero.
La sentenza della Cassazione ha stabilito che i 49ml debbano essere recuperati dai conti della Lega e delle sue società, potenzialmente anche da Radio Padania (che figurava come una cooperativa). Così, nel 2017 quando arriva la sentenza, non c'è più un euro sui conti.
C'è poi un altro filone dell'indagine sui soldi della Lega, quello che riguarda i 500mila euro dati dalla Lega all'associazione Maroni presidente. Lo scorso 11 dicembre la Finanza ha perquisito gli uffici dell'assessore lombardo Stefano Galli indagato per riciclaggio nella sua funzione di presidente di questa associazione.
I soldi sono qui finiti sotto la voce prestito, ma sarebbe stato un prestito fittizio.
La vicenda parte da un esposto di Marco Tizzoni, ex consigliere della lista Maroni che, diventato capogruppo, si è reso conto che qualcosa non tornava.
“Io ho questo i documenti, al dirigente della lista civica Maroni presidente, ho chiesto a Galli con mail, telefonate, io voglio vedere per correttezza, trasparenza il prestito della Lega nei confronti dell'associazione. Non è che un partito presta 500mila euro così, a babbo morto, senza neanche uno straccio di firma, garanzie, fidejussioni.. Non c'è niente, sono scappati tutti.”
Secondo la procura, quei soldi formalmente usati per comprare il materiale per la campagna elettorale, ma in realtà non sarebbero mai stati spesi e sarebbero tornati in altri conti correnti riconducibili al partito.
“Noi abbiamo chiesto materiale per fare campagna elettorale ma non ci hanno mai dato nulla”, prosegue l'ex consigliere Tizzoni, “dopo due anni mi arriva una voce, 110 mila euro per manifesti pro referendum, noi che abbiamo girato la Lombardia non abbiamo visto un manifesto, ci torna strano.”
L'ipotesi della procura è che la vostra associazione sia servita per far transitare i soldi dalla Lega e farli rientrare poi sotto altra forma.
Il giornalista ha intervistato anche il procuratore di Genova Francesco Pinto: “Quello che si può dire è che essendo dubbia la circostanza che tutti questi soldi siano stati spesi con delle somme ingenti, le possibili ipotesi è che siano stati reimpiegati con strumenti definiti dal nostro ordinamento giudiziario come riciclaggio, visto che la provenienza iniziale dei soldi era delittuosa.”
Anche l'assessore Galli ha scelto di non rispondere alle domande di Presadiretta. L'ex segretario Maroni non ha mai risposto alla richiesta di intervista.
Dal 20 dicembre scorso, Salvini ha archiviato la vecchia Lega nord (quella dell'indipendenza della Padania), con un congresso straordinario che ha commissariato il movimento fondato da Bossi e lanciato definitivamente un nuovo partito persona, Lega per Salvini premier.
Il vecchio partito, racconta Danilo Procaccianti nell'anteprima, rimane solo una scatola vuota, come farà a pagare 49 ml di euro?
“Si tratta di capire se un partito che nasce dalle ceneri di un vecchio partito si ponga anche in successione giuridica perché qui, a quanto ho capito, non sarebbe venuto meno il vecchio soggetto politico Lega nord, se ne sarebbe soltanto aggiunto un altro che si chiama in un altro modo. Si tratta di vedere se il vecchio è una band company oppure se rimane con una sua autonoma soggettività giuridica” il commento del procuratore Pinto.
L'inchiesta sulla compravendita di un capannone da parte della Lombardia Film Commission (ente della regione) è invece stata scoperta questa estate: riguarda la compravendita che la procura ritiene sia stata gonfiata ai danni del pubblico, di un capannone alla periferia di Milano.
Il 16 luglio scorso è stato arrestato viene arrestato Luca Sostegni mentre stava prendendo un autobus per Francoforte, l'accusa è di peculato e tentata estorsione.
L'anonimo imprenditore che vive tra Italia e Brasile sarebbe il prestanome di società in liquidazione, che interessano alla Guardia di Finanza: tra queste la Paloschi SRL.
Nel 2017 ha sede in un capannone a Cormano, periferie milanese: il 14 febbraio Sostegni vende l'immobile, in cattivo stato, alla Andromeda SRL, amministrata da Fabio Barbarossa per 400 mila euro.
Ma venditore e acquirente hanno un nome in comune, quello di Michele Scilieri: sarebbe stato proprio quest'ultimo ad aver messo come prestanome Sostegni a capo della Paloschi e sarebbe sempre lui a detenere il capitale di Andromeda.
Venditore e compratore sarebbero la stessa persona: nel dicembre 2017 la Andromeda fa il colpaccio, vende il capannone ad un ente pubblico della regione Lombardia, la Lombardia Film Commission, che cercava una nuova sede. Il capannone viene venduto per 800mila euro, il doppio di quello che la Andromeda aveva sborsato pochi mesi prima.
Interrogato dal pm, Sostegni rivela l'esistenza di una operazione concertata per l'acquisto del cineporto di Cormano, chiamando in casa Scilieri (che è anche consulente della Film Commission), ma anche altri due commercialisti vicini alla Lega, Di Rubba e Manzoni.
Di Rubba, all'epoca della vendita, è anche presidente dell'ente: chi lo ha scelto per quel ruolo? L'ex assessore alla cultura Cristina Cappellini ha raccontato ai pm che nel 2014, il nome di Di Rubba girava come quello che avrebbe dovuto mettere a posto i conti della Lega. Un uomo di fiducia di Salvini.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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