Oggi il maestro Andrea Camilleri avrebbe compiuto 95 anni, se non ci avesse lasciato la scorsa estate.
Si è perso, e non ha potuto raccontarcela a modo suo, l'emergenza per il coronavirus, il lockdown, gli italiani chiusi in casa, le grida manzoniane contro i runner, i passeggiatori con cane.. E poi l'isteria di una parte politica, che passava a seconda del momento dal chiudiamo tutto all'apriamo tutto.
Forse in un racconto Camilleri avrebbe messo il suo Montalbano, sempre più incazzoso e vecchio, di fronte a uno dei tanti negazionisti, uno di quelli che denunciano la dittatura sanitaria, niente mascherine, niente vaccino, il covid è solo un'invenzione dei poteri forti (sempre loro) per controllarci.
Ecco, immagino Montalbano che, di fronte a certe pagliacciate, gli sarebbe salita 'na botta di nirbuso e forse l'avrebbe preso a pagnittuna. Per poi pentirsene, certo.
Forse solo uno scrittore che con la sua penna sapeva essere caustico avrebbe potuto mettere a suo posto tutti quelli che oggi, a posteriori sanno come andavano fatte le cose.
Tutti quelli che oggi si sono dimenticati delle 35mila vittime, delle persone hanno visto portar via un parente in ambulanza per poi sentirsi dire che era morto. Da solo, senza nemmeno poter stringere la mano per l'ultima volta alle persone care.
Tutti quelli che oggi hanno la ricetta pronta dopo aver tagliato, picconato la scuola, la sanità pubblica, la medicina territoriale. Pagliacci. Pagliacci loro e pure quelli che gli fanno da cassa di risonanza.
Quanto ci manca Camilleri.
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