29 dicembre 2020

La provocazione

Ho ascoltato questa mattina l'intervista di Daniela Preziosi, giornalista di Domani, a Radio popolare: ha raccontato il piano su come spendere i soldi nel Next generation UE presentato ieri da Renzi.

La provocazione di Renzi, ennesimo episodio della guerra del suo partito all'interno della maggioranza per cercare nuovi spazi, prendersi la sua visibilità: alla fine di questa guerra non sappiamo se si arriverà ad un rimpasto o ad altro.

Di certo, in questo momento per il paese avremmo bisogno di tante cose meno che di queste provocazioni (dove il titolo Ciao è solo la ciliegina) e questo la dice lunga sulla responsabilità del personaggio.

E pensare che Renzi e Italia Viva avrebbe anche le loro ragioni: l'idea iniziale di Conte di inserire la cabina di regia dentro un emendamento alla finanziaria è un affronto al Parlamento.

Che non può essere svilito come sta succedendo ora con la manovra finanziaria, da approvare senza troppe discussioni come impone il governo  (vero che non è la prima volta).

Ma da un partito della maggioranza ci si auspica un confronto nelle famose sedi opportune: tirar fuori oggi il ponte sullo stretto, il taglio del reddito di cittadinanza per dare i soldi alle imprese (chissà se Confindustria vorrà appoggiare un partito dato al 2-3%?), di soldi a pioggia ai sindaci è una provocazione.

Abbiamo bisogno di un piano per il dissesto idrogeologico? Certo, ma non per essere affidato agli amici. E il dissesto si cura con meno cemento, con la cura di fiumi, colline, con la riqualificazione dei paesini sui monti (che se fossero raggiunti dalla fibra potrebbero essere attrattivi per lo smart working).

Abbiamo bisogno di una sanità che funzioni, meno clientelare, dove i dirigenti sono nominati per le capacità e non per la tessera di partito.

E abbiamo bisogno di rivedere anche il mondo del lavoro, pensando a dare più diritti e salari più dignitosi per tutti, non ad un nuovo jobs act, coi soldi per i nuovi contratti.

Il nuovo anno porterà anche la fine del blocco dei licenziamenti: che facciamo, diamo soldi a pioggia senza controlli, senza una visione industriale chiara? 

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