La cucina
All’epoca dovevo avere sei o sette anni, e questo raduno di parenti era un evento che si verificava ogni anno. Non ricordo l’occasione precisa, semmai ce ne fosse stata una. Nel senso che non aveva niente a che fare con il Natale, il giorno del Ringraziamento o altre festività. Credo si trattasse semplicemente di una visita alla nonna.
Saper scrivere dei racconti brevi, che catturino anche solo per poche decine di pagine il lettore, portandolo dentro una storia, dentro un mondo di ricordi, non è semplice. Pochi scrittori hanno questo dono, la capacità di condensare delle emozioni in racconti e Joe Lansdale è uno di questi.
Questo romanzo non è un “riempitivo” per i fan di Hap e Leonard in attesa del prossimo romanzo in un'America finalmente libera da Trump ma non ancora dal trumpismo e dai suoi veleni.
Considerate questa raccolta, “Cronache dal selvaggio west” come una pausa di riflessione dove l'autore vuole raccontarci delle origini di questa strana amicizia tra un bianco democratico come Hap e un nero, repubblicano e gay come Leonard. Nessuno è perfetto, questa è stata la battuta dello stesso Lansdale durante una presentazione di un suo libro a Milano, tanti anni fa.
Come è nata la loro amicizia nel selvaggio Texas orientale, cosa li ha portati a diventare gli uomini che sono adesso. Due antieroi che proprio non riescono a sopportare quel veleno razzista che ancora infetta parte del loro paese, le disuguaglianze e le prepotenze, le persone per bene costrette a vivere in quartieri fatiscenti solo per il colore della pelle. Costretti a lottare e ad usare la violenza per combattere quella violenza e quella cattiveria dentro tante persone, che si sentono sopra la legge.
Si parte coi ricordi dell'infanzia, col racconto “La cucina”: quei giorni in cui si andava dalla nonna a mangiare tutti assieme, ognuno portava qualcosa di buono (almeno nei ricordi del giovane Hap).
Momenti di gioia, quella gioia che puoi provare, se sei fortunato, in quei momenti in cui non hai pensieri, non hai problemi. Ascolti i racconti degli anziani:
Storie del Wild West Show, di Billy the Kid, di come mia nonna e i suoi figli fossero stati cosí poveri durante la Depressione
Prima che la vita inizi a presentare qualche conto.
In “Budino alla banana” troviamo Hap già cresciuto, studente sedicenne con un lavoro estivo presso la stazione di polizia. Un luogo dove per la prima volta, forse, impara come la legge e i tutori della legge non sempre significhi giustizia.
In questo racconto incontriamo il tema della discriminazione, quello nei confronti delle donne che devono stare sottomesse perché così sta scritto nella Bibbia.
– Dash fa cosí, ed è un problema mio. Lo dice anche la Bibbia.
– Cosa? – Che una donna deve obbedire a suo marito.
E se una donna viene uccisa, non può essere stato il marito, anche se era uno che la faceva stare al suo posto, anche con le maniere spicce. Può essere stato solo un nero. Anzi, un “negro” (e questo termine è riportato nei racconti per raccontare del contesto).
– Wow, che esagerazione. Dash è un brav’uomo. Non l’ha uccisa lui. Anzi, siamo abbastanza sicuri di sapere chi è il colpevole. Hai presente quel grosso negro che lustra le scarpe qui e lavora al posto tuo in estate?
Forse sarà questa storia, di violenza, di sangue e di ingiustizie, ad insegnare ad Hap quanto può essere difficile comprendere la natura degli uomini.
Shank era un omaccione dai capelli rossi con una pancia enorme, ma ti dava subito l’impressione di uno capace di caricare un rinoceronte, infilarselo in bocca e farselo uscire dal culo.
In Wathering Shed incontriamo per la prima volta Leonard: sono ancora minorenni ma già il loro carattere è delineato. Due fratelli, pronti a fare qualunque cosa pur di proteggersi l'uno con l'altro. Perché erano un nero e un bianco che stavano assieme, infrangendo alcune regole non scritte.
Come quelle per cui non si va in un locale, quello di Shank frequentato da bianchi comportandosi da bianchi, se sei un nero. Ma il caso ha riservato ad Hap una strada lunga, che non può interrompersi al Wathering Shed per un proiettile sbagliato.
Accadde durante le vacanze estive, l’anno del diploma. Leonard venne da me a fine giornata, dopo che avevo terminato di impilare la legna e stavo mettendo a posto gli attrezzi.
Che Hap e, soprattutto Leonard, sappiamo tirare di boxe (e Hap conosca anche le arti marziali) lo sapevamo già, noi lettori dei libri di Lansdale.
Non conoscevamo gli inizi di questa passione che ci vengono raccontati in “Sparring partner”, dove Leonard propone ad Hap un lavoro più facile che spaccare legna, fare da sparring partner in alcuni incontri di boxe, organizzati da una sorta di manager che allena giovani talenti. Almeno così dovrebbe essere la storia.
Ma invece Hap e Leonard incontreranno un imbroglione, un bianco che si crede un duro solo perché è bianco, un pugile in cerca di soldi per studiare e un pugile gigante che si dimostrerà una brava persona.
– Sí, ma questo tizio nuovo potrebbe essere tosto.
– Vero. Noi ce la caviamo bene, però.
– Mi piace pensarlo, – dissi.
– Non fare il modesto e non lo farò neanche io.
– Perché, l’hai mai fatto?
Ma quanto mi piacciono certi dialoghi e queste battute..
Ne Il Sabine era in piena ritroviamo i nostri due a qualche anno di distanza: Hap è appena uscito di prigione (per non essere andato in Vietnam) e Leonard è appena tornato dal Vietnam.
Mi guardò e sorrise. Ci sono persone con cui non parli per un paio d’anni, forse di piú, ma appena le vedi ti sembra che abbiano lasciato la stanza solo un momento fa, e cosí era per me e Leonard.
I ricordi della vita in carcere, la fine della storia con Trudy, l'essere finito in carcere per un ideale.
E, dall'altra parte la guerra, il doversi sempre preoccupare per la vita, il dover ridere anche di fronte alla morte, per rimanere vivo.
Tutto questo ha cimentato il loro legame, che non si scioglierà più:
Il nostro legame era cosí. Eravamo tornati entrambi a casa, dalla guerra e dal carcere, e ci eravamo detti che sarebbe andato tutto bene,
A chiudere questa raccolta, troviamo le ricette di Hap e quelle di Leonard.
Ce ne sono alcune citate nei racconti stessi, Il minestrone di Minnie (coi ratti facoltativi), il Chili (o il Bad Chili) che Hap sa fare bene, Le uova dure col formaggio di Hap, il pane alle noci col Crisco (“Signore, perdonami per ciò che faccio alle mie arterie, ma se volete una pasta frolla friabile e deliziosa dovete usare quello e basta”).
E anche la meringa dello zio Chester di Leonard e il suo “budino alla banana”
Non c’è anima viva che non sappia che i wafer alla vaniglia sono i preferiti di Leonard. L’ho visto avventarsi su chi solo guardava i suoi biscotti.
Buona lettura!
La scheda del libro sul sito di Einaudi
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon
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