La chiusa 14
La ricostruzione pur minuziosa dei fatti non chiariva nulla, se non che la scoperta dei due cavallanti di Dizy era a dir poco inverosimile.
Quella domenica – era il 4 aprile -, alle tre del pomeriggio aveva cominciato a cadere una pioggia torrenziale.
In
questo romanzo troviamo il commissario Maigret in un contesto
completamente diverso dal solito: non più la sua Parigi, le sue vie
illuminate, i suoi bistrot dove fermarsi a prendere un pernod.. Il
commissario deve seguire un caso complicato, un delitto scoperto
dentro una stalla lungo un canale che si collega alla Marna, a Dizy,
nei pressi della Chiusa 14: si tratta di una donna, vestita con un
abito di seta, non una contadina del posto, il cui corpo è stato
trovato da due “cavallanti” sotto la paglia usata come ricovero
degli animali
.. l'imbarcazione non aveva ancora raggiunto il ponte, quando i due cavallanti fecero la loro scoperta.
Mentre uno tirava i cavalli verso l'alzaia, l'altro, frugando nella paglia per cercarvi la frusta, sentì sotto la mano un corpo freddo.
Gli sembrò di riconoscere un viso: sconvolto, andò a prendere la lanterna e con essa illuminò il cadavere che avrebbe messo sottosopra l'intera Dizy e turbato la vita del canale.
I cavallanti sono i
conduttori dei cavalli usati per spostare le chiatte lungo il canale,
ingaggiati dalle barche senza motore: si tratta di un lavoro
faticoso, si cammina tutto il giorno per riposarsi la sera, magari
scaldandosi con un bicchiere di vino in uno dei locali che si trovano
vicino alle chiuse, dove regna “un odore misto di stalla e
finimenti, catrame e nafta, coloniali e petrolio.”
Per poi
riprendere il mattino successivo.
«Che diavolo ci faceva quella donna in un posto simile?».
In una stalla, con gli orecchini di perle, il braccialetto firmato, le scarpe di camoscio bianco!
Doveva essere arrivata ancora viva, visto che il delitto era stato commesso dopo le dieci di sera.
Ma in che modo? E perché? E nessuno aveva sentito nulla! Lei non aveva gridato, e i cavallanti non si erano neppure svegliati...
Se non fosse stato per quella frusta che non si trovava, probabilmente sarebbero passati anche quindici giorni o un mese prima che qualcuno scoprisse il cadavere, per caso, nel rivoltare la paglia!
E altri cavallanti sarebbero venuti a russare accanto a quel corpo di donna!.
Sono tante le domande che affollano la mente di Maigret che si trova a gestire questo caso da solo e lontano dal suo ufficio: come ha fatto questa donna ad arrivare fin lì per essere poi uccisa dentro in una stalla? Com'è possibile che nessuno abbia sentito niente, nel café de La Marine a fianco? Per scoprire l'identità della vittima, Maigret inizia ad interrogare i proprietari e gli ospiti di tutte le imbarcazioni passate per quella Chiusa.
La prima parte del libro è interamente
dedicata al racconto del mondo in cui aveva vissuto questa donna, che
si chiamava Mary ed era la moglie di un colonnello inglese che
viaggiava sul suo yacht, il Southern Cross, assieme ad una specie di
segretario, la sua amante e un marinaio russo.
Un mondo decadente,
di festini, whisky, soldi e belle donnine fatte salire a bordo per
rallegrare le feste e poi lasciate a terra con qualche soldo in
tasca.
Al centro questo strano personaggio, un colonnello messo in
pensione a seguito di uno scandalo, all'apparenza imperturbabile,
anche di fronte alla notizia della morte della moglie.
Ma tutto questo non aiuta Maigret nella
sua indagine, a dare una risposta ai suoi perché? Cosa ci faceva
quella donna, coi suoi orecchini, con le sue scarpe col tacco, col
suo bel vestito in quella stalla?
La soluzione arriverà andando alla ricerca di un'altra imbarcazione che, nei giorni precedenti, aveva incrociato la navigazione dello yacht dell'inglese. Qui, nella seconda parte, incontreremo “il cavallante della Providence” che dà il titolo al romanzo e Maigret ancora una volta, più che della scoperta dell'assassino, sarà interessato ai perché del delitto per soddisfare la sua curiosità personale che lo porta ad entrare dentro l'animo umano, alle conseguenze di un amore tradito, a come si reagisca nascondendosi dentro la propria tana.
Scoprendo infine che, tra l'assassino e il marito della vittima, non ci siano tante differenze, tutti e due hanno trovato rifugio, per sopravvivere ai propri demoni, dentro la propria tana
Maigret guardò il colonnello negli occhi, ma l'altro girò la testa. Poi, prendendo il bicchiere, aggiunse: «Ci sono tane di ogni genere.. Tane che sanno di whisky, di acqua di colonia e di donne..»
La scheda del libro sul sito di Adelphi
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