«L'ha rifatto» sbuffò irritata Valérie.
Il Francese sospirò, aumentando la velocità del tergicristalli. Pioveva da almeno tre giorni e la temperatura era scesa di dieci gradi. Prima di ribattere pensò che la primavera non prometteva niente di buono. «Sto accompagnando Claire da un cliente. Non riuscirò ad arrivare prima di un'ora.»
«Non lo voglio più vedere, la prossima volta manda un'altra.»
«Lo sai che vuole solo te, ma chérie.»
Attenzione al Francese: non fatevi tradire dall'aspetto di persona elegante, a modo, perché sotto c'è una persona che a 14 anni aveva già deciso che sarebbe campato sfruttando altre persone. Non fatevi tradire da come parla, perché è un abile manipolatore delle donne che incontra: donne messe in difficoltà da un matrimonio fallito o dalla crisi, che hanno bisogno di soldi o di qualcuno disposto ad aiutarle.
Il Francese è il protettore di 12 prostitute, 12 donne per lo più della provincia veneta, a cui ha dato un nome , francese ovviamente, ha costruito per loro un'identità, tale da attirare quanta più clientela fra gli uomini che non si accontentano delle escort che vedono per strada.
Non è un “pappone” o un magnaccia come tanti:
Delle donne della sua maison pretendeva solo la metà. Mica come gli altri miserabili che lavoravano nel settore e succhiavano fino al settanta, ottanta per cento. Chiamarli magnaccia, papponi, lenoni, ruffiani era il minimo. Lui era diverso: era un macrò. O almeno, questa era l'immagine che si era faticosamente costruito, ma non era certo che i frequentatori della sua maison, anche i più assidui, avessero colto la differenza.
Ma,
state attenti, non è nemmeno una persona sensibile, capace di
empatia nei confronti delle altre persone, specie delle donne che
stanno attraversando un momento difficile. Sin da ragazzo, osservando
delle vecchie “professioniste” che frequentavano l'osteria dove
lavorava, ascoltando le loro storie, aveva deciso che quella sarebbe
stata la sua vita. Non un lavoro qualunque, in fabbrica o in un bar.
Non una brava moglie che ti aspetta a casa assieme ai bambini, come
prevede la morale bigotta della provincia italiana.
Un macrò con
la sua maison personale: c'è la casalinga separata che deve trovare
i soldi per il marito ludopatico, la ragazza che si fa passare per
una modella e che a casa ha raccontato che studia all'università,
c'è la donna “del battipanni” per i maschietti desiderosi di
ritornare all'infanzia..
La sua abilità consisteva nell'avvicinarle, per recitare la parte dell'uomo che finalmente le capiva e nell'offrirle una via d'uscita. La libertà dopotutto ha un prezzo.
Toni è sempre stato attento a tenerle lontane dalla droga, perché gli sbirri possono chiudere un occhio sullo sfruttamento ma non sullo spaccio e poi ci sarebbe il rischio di ritrovarsi di mezzo i criminali veri, le bande dell'est che controllano il traffico della droga e delle ragazze in tutto il ricco nordest.
Una regione dove girano soldi, dove i “paroni”, i piccoli e grandi imprenditori, i ricchi professionisti possono comportarsi come signorotti locali, con le loro voglie da soddisfare in modo discreto.
Si tratta del potere del denaro, che apre porte e risolve problemi, specie se cash, se in nero. E qui entra in gioco Toni, al secolo Toni Zanchetta.
Ma questo equilibrio perfetto si spezza il giorno in cui una sua ragazza scompare: si tratta di Claire, ovvero Sabrina Perin, che in un giorno di pioggia non si presenta al motel (dove era attesa) per sparire nel nulla.
E' uno dei problemi che Toni teme di più: per affrancarsi dalla sua protezione, le ragazze sanno che devono dargli 200mila euro. Ma Claire è sparita lasciando a casa i suoi vestiti e i suoi risparmi.
Non è scappata via: come raccontano le immagini delle telecamere fuori dal motel, qualcuno ha richiamato la sua attenzione mentre stava entrando.
Un rapimento? E da parte di chi?
Le indagini sulla scomparsa vengono affidate ad un commissario capo donna, che si chiama Ardizzone e che punta subito il dito contro Toni. Perché se non sei stato tu, che sei già pregiudicato, chi altri potrebbe essere stato?
Ma il macrò deve fare i conti anche con l'attenzione della stampa, coi giornali locali che si gettano a pesce dentro una storia del genere
Una bella ragazza dalla doppia vita scomparsa in circostanze misteriose era l'argomento gusto per riempire le pagine della cronaca cittadina. L'ultimo episodio di cronaca nera degno di nota risaliva a un paio di anni prima: una donna sparita nel nulla anche in quel caos, ma i colpevoli, rei confessi, erano stati condannati e arrestati. Una brutta storia di usura e relazioni torbide.
Ma Toni ha un altro nemico da cui guardarsi: qualche altro nemico aveva messo gli occhi sulla sua, nemmeno troppo discreta, attività, la criminalità dell'est, che vorrebbe tanto fare il salto di qualità mettendo le mani sulla sua maison.
Per non essere accusato e condannato per omicidio, prima sulla stampa, poi dalla giustizia (perché nella provincia italiana questa è la trafila), Toni dovrà scendere a compromessi con questi criminali, cambiare identità, cercando anche di cambiare vita. E anche mestiere, perché oramai quello che aveva è bruciato.
Ma per farlo dovrà cercare la verità sulla scomparsa di Claire: ma non per fare giustizia, non per un barlume di umanità, perché è entrato in un gioco pericoloso, dove si rischia la pelle. Preso in mezzo tra una giustizia che si accontenta anche del colpevole facile, perché un pregiudicato è sempre colpevole, e una criminalità spietata, senza regole da rispettare.
Arriverà alla fine, anche per Toni, il momento di pagare il suo conto. Ma non come si sarebbe aspettato.
In questo nuovo romanzo, Massimo Carlotto fa un affresco della provincia italiana con le sue pubbliche virtù e i suoi vizi privati i quali, quando diventano pubblici, scatenano la ferocia delle persone
.. gente che non risparmiava niente a nessuno. Erano negozianti, impiegati, pensionati con la fedina pulita – quello era il mondo reale, esattamente lo stesso che lo aveva stipendiato in quei tanti anni, e che accettava il suo ruolo nella società. Tutto il resto era fuffa.
Un punto di vista che parte dal racconto della prostituzione, dal punto di vista di chi offre il servizio (le ragazze che incarnano una precisa fantasia), cioè i macrò, i protettori, i magnaccia. Persone che hanno un ruolo in questa provincia, accettato da tutti, ma che in pubblico suscitano la repulsione della brava gente.
E c'è poi il punto di vista di chi lo va a cercare questo servizio, questa merce: i “paroni”, le persone disposte a spendere una certa cifra per vivere il suo sogno, perché basta pagare, è la potenza del denaro che risolve tutti i problemi.
E poi il punto di vista di quelle donne, non tutte come la “bocca di Rosa” di De Andrè. Perché non sono donne libere, che offrono veramente un servizio senza essere schiave.
In questo racconto ha un forte peso la componente psicologica dei personaggi: le capacità di manipolazione del macrò, un personaggio con un suo fascino che usa nei locali, i luoghi dove costruisce la sua rete di relazioni coi clienti e dove va a caccia delle donne, cercandone le loro fragilità, vendendo loro l'illusione di una libertà.
Non
è un giallo con buoni e cattivi, gli uni contro gli altri, lo spiega
lo stesso autore nella presentazione
del libro: Toni è una cattiva persona, consapevole di esserlo,
consapevole di aver usato violenza contro le prostitute che si
ribellavano (prima di aprire la sua maison), perché quello era
l'unico modo per gestire i problemi. Un uomo abituato a sfruttare il
prossimo che, ad un certo punto, si trova nel ruolo di vittima,
dovendo mettere in discussione tutta la sua vita. E noi seguiremo la
sua storia come se stessimo assistendo, in diretta, ad un fatto di
cronaca:
“Ho aspettato l'occasione per poter raccontare in modo iperrealistico quel tipo di mondo, perché secondo me è un mondo molto poco conosciuto, poco noto anche dal punto di vista del romanzo. Quindi quando mi è capitata l'occasione, ho cominciato ad approfondire .. prima è arrivato il personaggio, poi è arrivato il romanzo.”
La scheda del libro sul sito dell'editore Mondadori
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