03 luglio 2022

E Molinari scoprì la complessità

Vi ricordate quando in Italia venivano attaccati i pacifisti ovvero tutti coloro non sposavano la linea bianco e nero, buoni e cattivi sulla guerra in Ucraina?

Guai a tirar fuori la parola complessità (l'allargamento della Nato, l'occidente che per anni aveva chiuso gli occhi sui crimini di Putin, i limiti della democrazia in Ucraina).


Che stupore oggi nel leggere quella parola nell'editoriale di Molinari su Repubblica: si riferisce al rischio dell'espansionismo russo in Africa, sul fronte sud della Nato (oramai Nato ed Europa sono la stessa cosa), perché la Russia e la Cina cercano di fare in Africa quello che i paesi europei hanno fatto per anni, ovvero mandare armi, controllare i governi. E usare l'arma dei migranti per attaccare l'Europa in una guerra ibrida.

Ma le cose sono complesse: perché Haftar, che in Libia ha dato accesso alle basi militari alla Russia, vede tra i suoi alleati l'Egitto e l'Arabia Saudita, che sarebbero pure alleati dell'occidente.

E come la mettiamo con la Turchia di Erdogan? Lo paghiamo per tenere i migranti lontani dalle nostre frontiere, abbiamo accettato il suo ricatto su Svezia e Finlandia per aver mano libera sui curdi (e sui rifugiati politici in questi paesi del nord).

Eh questa complessità. Ma allora Erdogan è cattivo? Come Putin? Ma non scherziamo..

E' la geopolitica bellezza, che di fatto è la cartolina al tornasole dell'ipocrisia occidentale.

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