Jadel Andreetto, Guglielmo Pispisa, Marina Visentin e Davide Longo |
La scrittrice Marina Visentin presenta i libri degli scrittori
- Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa, La parola amore uccide, Rizzoli
- Davide Longo, La vita paga il sabato, Einaudi
Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa
I due autori si sono conosciuti anni prima col primo esperimento di scrittura collaborativa chiamato Kai zen: si partiva da incipit condivisi via mailing list o da un bestiario, un elenco di protagonisti di una storia.
L’idea di scrivere
un giallo ha sempre stuzzicato i due autori: scrivere un libro con un
protagonista che si ricordasse anche a fine libro, più che la storia
raccontata. Dopo tanti altri esperimenti sono arrivati a questa
coppia, l’investigatore e l’aiutante che sono due veri
poliziotti, non due investigatori riluttanti, con tanti elementi di
contrasto.
Gaetano Barcellona poliziotto messinese trasferito a
Bolzano e il cowboy di Bolzano Karl Rottensteiner: il primo
disponibile a scoprire il mondo che si segna su un taccuino le parole
tedesche, a fianco il granitico sudtitolese con le sue fragilità.
Che città è Bolzano? È una città che dietro la sua faccia di ordine e pulizia nasconde un’anima criminale: ci sono stati attentati fino agli anni novanta, ci sono stati ben quattro serial killer.
Davide Longo
Lo scrittore ha iniziato come sceneggiatore per passare poi alla scrittura su carta: una scelta voluta da parte di Davide Longo, secondo cui la scrittura è l’unico modo di produrre quell’oggetto particolare che è il libro, uno degli ultimi prodotti artigianali rimasti, di cui uno scrittore è in grado di controllare tutta la sua vita, dall’inizio alla fine.
Vincenzo Arcadipane è un commissario torinese che conduce le sue indagini con l’aiuto di un collaboratore che più diverso di lui non potrebbe essere, l’ex commissario Bramard.
Quest’ultimo è il classico eroe bello e maledetto, colto e silenzioso, elegante. Arcadipane è un uomo che arranca nel suo mestiere: tutti e due sono dei freak, hanno delle grosse difficiltà a stare nella carreggiata dell’esistenza, tutti in parte zoppicano e si sono creati delle “stampelle” creando una compagnia e stando assieme.
Sono poliziotti non per un senso dello Stato, ma perché hanno un talento, quasi una ossessione compulsiva: mettere assieme le cose, risolvere gli enigmi, tutto il resto passa in secondo piano, anche le questioni affettive. Ossessività che ha a che fare col talento.
In questo romanzo c’è un delitto di una persona legata alla politica, la sua compagna (una vecchia diva del cinema) è scomparsa: il romanzo si muove tra Torino, la valle nel cuneese dove avviene il delitto e Roma, su tre piani temporali distinti.
Il sito della Passione per il delitto, i canali social Twitter, Facebook e Instagram.
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